Arrivano le ferie silenziose in Italia, allarme per i datori di lavoro

Simone Micocci

28/05/2024

Far finta di lavorare così da riposarsi senza dover richiedere ferie: è questo il fenomeno delle quiet vacationing, particolarmente diffuso specialmente tra i millennial.

Arrivano le ferie silenziose in Italia, allarme per i datori di lavoro

È allarme tra i datori di lavoro per il fenomeno delle ferie silenziose che nell’ultimo periodo sta prendendo piede anche in Italia.

Il mondo del lavoro sta cambiando. Una tendenza che era già iniziata ma che la pandemia, con un massiccio ricorso allo smart working, ha sicuramente accelerato. Ed ecco che, specialmente tra i millennial, assume sempre più importanza la qualità della vita, aspetto che spesso prevale anche su stipendio e prospettive di carriera. Basti pensare che secondo una recente indagine sempre più giovani preferiscono carriere come freelance, così da poter organizzare l’orario di lavoro come meglio preferiscono, al tanto sospirato posto fisso in azienda.

Anche tra i lavoratori subordinati però c’è molta attenzione a come conciliare nel miglior modo possibile la vita personale con quella lavorativa. E per farlo hanno sperimentato delle soluzioni alquanto “innovative”, come ad esempio il quiet quitting, una “filosofia” secondo cui il lavoratore può salvaguardarsi da stress e burnout semplicemente facendo lo stretto necessario, senza quindi dare troppa importanza ai problemi dell’ufficio e limitando l’impegno quotidiano.

Ma attenzione, i datori di lavoro sono avvisati: c’è un altro fenomeno che sta prendendo piede tra i millennial ed è appunto quello che viene definito quiet vacationing, letteralmente vacanze, o ferie, silenziose. Un modo che i più giovani, sfruttando anche le tendenze in voga sui social come Instagram e TikTik, utilizzano per recuperare energie senza necessariamente dover richiedere dei giorni di ferie.

Vediamo come funziona e perché, inevitabilmente, rappresenta un problema per i datori di lavoro.

Quiet vacationing, come funzionano le ferie silenziose

Secondo il nuovo rapporto Out of office culture report realizzato dalla società statunitense Harris Poll, specializzata in ricerche e analisi di mercato, sempre più dipendenti, millennial specialmente, stanno estendendo i confini del telelavoro.

In che modo? Piuttosto che utilizzare un giorno di ferie, preferiscono chiedere lo smart working e, approfittando del fatto che controllare le mansioni effettivamente svolte in modalità di telelavoro è più complicato, fingono di lavorare mentre effettivamente stanno riposando.

Una pratica molto diffusa negli Usa (il 37% degli intervistati in età compresa tra i 30 e i 42 anni ha affermato che almeno una volta si è preso una pausa dal lavoro senza dirlo al proprio supervisore) ma che pian piano sta estendendo i propri confini anche attraverso i suggerimenti dati tra coetanei di diversi Paesi attraverso i social network.

D’altronde fingere di lavorare non è così complicato: basta programmare l’invio di qualche email (spesso fuori dall’orario di lavoro, così da dare l’impressione di aver lavorato duramente) oppure utilizzare i software di messaggistica aziendale per mostrarsi reperibili per tutto l’orario di lavoro.

Le ragioni delle quiet vacationing

A far riflettere sono le ragioni per cui si starebbe diffondendo una tale tendenza.

Come spiegato dal suddetto report, i più giovani preferiscono non esternalizzare la loro necessità di riposo per non sembrare dei fannulloni. Tuttavia, gravati dalla pressione di dover essere sufficientemente produttivi e rispettare le richieste fatte dal datore di lavoro arrivano a un punto in cui hanno assolutamente bisogno di riposo e per questo motivo approfittano di una tale alternativa.

A farne le spese è tanto il lavoratore, secondo lo studio infatti a questa pratica ne segue un senso di colpa che contribuisce ad aumentare i livelli di stress, quanto per il datore di lavoro che paga una giornata non produttiva quando invece avrebbe potuto riconoscere un giorno di ferie.

Quale soluzione?

A questo punto è lecito chiedersi: visto che non giova a nessuna delle due parti, come si può contrastare un tale fenomeno? Secondo Jasmine Escalera, esperta del mercato del lavoro, la soluzione sta nel promuovere una cultura più sana negli ambienti di lavoro sollecitando anche i datori di lavoro a fare meno pressione nei confronti dei loro dipendenti.

Bisognerebbe promuovere una maggiore comunicazione tra lavoratori e responsabili, nonché fare in modo che le aziende possano avere delle aspettative ragionevoli per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere, alleggerendo così i carichi di lavoro e riconoscendo ai dipendenti un adeguato tempo libero (retribuito) durante il quale dovrebbero essere incoraggiati a disconnettersi completamente.

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