Asta BTP-CCTeu di Meloni fa il pieno, Tesoro colloca 9,5 miliardi di euro. Occhio al crollo di quei rendimenti

Laura Naka Antonelli

29 Aprile 2025 - 17:34

Mentre cresce l’attesa per il BTP Italia, occhio anche al trend, sul mercato secondario, dei rendimenti dei BTP e dello spread BTP-Bund a 10 anni.

Asta BTP-CCTeu di Meloni fa il pieno, Tesoro colloca 9,5 miliardi di euro. Occhio al crollo di quei rendimenti

In attesa del grande ritorno del BTP Italia, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di Giancarlo Giorgetti arrivano notizie confortanti per le casse dello Stato.

Il Tesoro italiano ha emesso oggi, martedì 29 aprile 2025, Titoli di Stato, per la precisione BTP e CcTeU, nell’ultima asta di collocamento del mese di aprile, per un valore totale di 9,5 miliardi di euro.

Tesoro colloca 9,5 miliardi di euro di BTP e CCTeu, occhio a quei rendimenti in picchiata

Per la precisione, stando a quanto annunciato dalla Banca d’Italia, sono stati collocati 3,5 miliardi di euro della quinta tranche del BTP 2,95% con scadenza a 5 anni, al 1° luglio 2030, a fronte di una domanda che ha raggiunto quota 5,32 miliardi. Il rapporto bid to cover, ovvero tra la domanda e l’offerta, si è attestato a 1,52.

L’ottima notizia è rappresentata dal fatto che il rendimento lordo di questi BTP si è attestato al 2,74%, in calo di 30 punti base rispetto all’asta precedente del 28 marzo del 2025. Il 2,74% corrisponde inoltre al valore minimo dal giugno del 2022 registrato dal rendimento lordo, dunque al livello più basso in quasi tre anni.

Il Tesoro ha collocato anche 4 miliardi di euro della prima tranche del nuovo BTP 3,60% a 10 anni, con scadenza al 1° ottobre 2035.

Anche in questo caso la richiesta degli investitori è stata forte, pari a 6,33 miliardi di euro circa. Una somma che ha fatto sì che il bid to cover fosse pari a 1,58.

Notevole anche per questo BTP il dietrofront del rendimento lordo che, pari al 3,62%, è sceso di 20 punti base rispetto all’altra asta simile, anch’essa del 28 marzo scorso.

In evidenza infine il collocamento da parte del Tesoro che ha avuto per oggetto 2 miliardi di euro della nona tranche del CCTeu con scadenza al 15-04-2033.

Più che solida anche qui la domanda, che è ammontata a 3,31 miliardi, con il rapporto di copertura pari a 1,66.

In questo caso il rendimento lordo si è messo in evidenza con una vera e propria picchiata, crollando di ben 84 punti base rispetto all’asta della fine di marzo, e scivolando così al 3,27%.

Il crollo dei rendimenti è una ottima notizia per la carta italiana, in quanto conferma come grande continui a essere l’appetito degli investitori per i titoli di Stato del Paese, almeno per due motivi.

Da un lato, la prospettiva di tassi di interesse nell’area euro destinati a essere tagliati ancora dalla BCE porta gli investitori a caccia di rendimenti a trovare nei BTP occasioni ancora ghiotte su cui posizionarsi.

Dall’altro lato, la carta italiana beneficia della recente benedizione che è arrivata dal mondo delle agenzie di rating, in particolare dalla decisione di S&P Global di premiare l’Italia nelle mani del governo Meloni con un upgrade del giudizio.

Cresce intanto la trepidazione per il collocamento del BTP Italia, parallelamente agli interrogativi degli italiani, che si chiedono se convenga accogliere la nuova chiamata alle armi del governo Meloni.

Spread BTP-Bund a 10 anni sotto controllo, il trend dei rendimenti YTD e su base annua

Sul mercato secondario lo spread BTP-Bund è stabile, a fronte di rendimenti dei BTP a 10 anni che oggi scendono al 3,61% circa, in calo di 2 punti base. La domanda dei BTP italiani ha fatto scendere i rendimenti decennali dei BTP, a un valore in flessione di 24 punti base YTD e di 25 punti base su base annua

Dopo la fiammata dei rendimenti e dello spread BTP-Bund a 10 anni che si è palesata nelle ultime settimane, la situazione dunque è sotto controllo.

Lo spread BTP-Bund, attorno a 112 punti base, è poco distante dal target fissato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

Quelli appena resi noti sono stati i risultati dell’ultima asta del mese di aprile indetta dal Tesoro. A questo punto, l’attenzione si sposta al mese di maggio, quando faranno la loro comparsa altri Titoli di Stato, come BTP, BOT, BTP-Short Term e BTP indicizzati all’inflazione, ma quando farà il proprio debutto soprattutto il nuovo BTP Italia, appena annunciato dal MEF.

Il governo Meloni ci riprova, tornando a corteggiare la platea degli investitori retail, dunque dei piccoli risparmiatori, in un momento in cui da un po’ si nota la luna di miele tra i titoli del debito pubblico italiano e, in particolare, gli investitori esteri.

Investitori esteri e famiglie italiane, chi compra i BTP

Lo scorso 13 aprile, uno studio di Unimpresa ha in particolare annunciato che, dopo tre anni di graduale disimpegno, gli investitori stranieri sono tornati a investire sul debito pubblico italiano, fino a detenere nel 2024 più del 30% dei titoli di Stato in circolazione.

Questo, a fronte di un rafforzamento della presenza nel mercato dei BTP anche delle famiglie italiane, che detengono una quota dei BTP vicina al 15%.

Per la precisione, da una elaborazione del Centro studi di Unimpresa, che ha preso in esame i dati aggiornati al 2024, è emerso che, alla fine dell’anno scorso, gli investitori esteri possedevano 923,8 miliardi di euro tra BTP, BOT e altri titoli pubblici, pari al 31,1% del totale, in decisa crescita rispetto al 27,7% del 2023, al 26,8% del 2022 e al 29,2% del 2021, e al massimo dal 2020, quando la percentuale si era attestata al 30%.

Ma a fare incetta dei BTP & Co. sono state anche le famiglie italiane, per la gioia del governo Meloni.

Lo studio di Unimpresa ha fatto notare infatti che, se nel 2020 la quota in mano ai risparmiatori privati era pari al 9%, con un ammontare di 232 miliardi, nel 2023 la soglia ha superato il 13%, per poi toccare nel 2024 il 14,2%, corrispondente a 421 miliardi di euro.

Praticamente, nell’arco di soli 4 anni, il portafoglio di titoli pubblici delle famiglie italiane è cresciuto di quasi 190 miliardi, con una quota raddoppiata.

Tanto che il presidente di Unimpresa Giovanna Ferrara ha così commentato:

L’Italia offre oggi un mix interessante di stabilità politica, garanzie istituzionali e rendimento reale positivo. È il risultato diretto delle scelte del Tesoro che ha puntato in modo sistematico su nuove tipologie di emissioni rivolte al pubblico retail, come i BTP Futura e i BTP Valore, offrendo cedole crescenti, premi fedeltà e condizioni fiscali vantaggiose. La risposta dei risparmiatori italiani è stata netta: nel quadro di incertezza dei mercati e tassi bancari ancora non competitivi, il debito pubblico è tornato a essere percepito come una forma sicura e remunerativa di investimento domestico”.

E ora è anche il turno del BTP Italia.

Dopo il BTP Più emesso nel mese di febbraio, a questo punto sarà il BTP Italia il banco di prova per testare fino a che punto i piccoli risparmiatori continueranno a fare incetta dei Titoli di Stato italiani.

Non solo, visto che, a differenza del BTP Più, che appartiene alla famiglia del BTP Valore, i BTP Italia sono rivolti non solo agli investitori retail, ma anche agli investitori istituzionali. E per chi vuole fare shopping di Italia, altri BTP e BOT sono in dirittura di arrivo.

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