Le azioni Exor continuano a perdere terreno anche dopo il giro di boa di Piazza Affari. I motivi che stanno affossando la quotata della famiglia Agnelli.
Pessima giornata per le azioni Exor, affossate sull’indice principale di Borsa Italiana dai conti di uno dei suoi asset principali.
PartnerRe, di cui l’italiana detiene il 100%, ha chiuso l’ultimo trimestre del 2017 con un utile netto di 72 milioni di dollari sui quali ha influito l’impatto degli incendi e delle ripetute catastrofi naturali verificatesi in California.
Nonostante il risultato trimestrale sia notevolmente migliorato rispetto al rosso di €191 milioni del pari periodo 2016, quello su base annua ha nuovamente deluso il mercato e le azioni Exor ne hanno profondamente risentito.
Occhio ai dati
L’utile netto del 2017 si è assestato a 218 milioni di dollari (-44% rispetto all’anno precedente). Il dato rettificato è salito a 250 milioni di dollari ma si è comunque collocato nella parte bassa di quel range previsto dalla società: PartnerRe aveva stimato un utile compreso tra i 220 e i 300 milioni.
Nonostante la società americana sia comunque riuscita a portare il dividendo distribuito nel 2017 a 200 milioni agli Agnelli, le azioni Exor non sono risultate per nulla soddisfatte dopo i conti e sono tornate a perdere ampio terreno a Milano.
Giù, assieme alla controllante, anche i titoli di FCA (-1,74%), Ferrari (-1,66%) e Cnh (-1,42%) in una giornata comunque impegnativa dopo quelle minute della Fed che hanno reso sempre più vicina l’ipotesi di un rialzo dei tassi di interesse - con ovvie ripercussioni sui rendimenti dei Treasury e sull’andamento dell’azionario.
Al momento della scrittura le azioni Exor stanno scambiando con un ribasso del 2,12% eppure, nonostante questo, non sono ancora le peggiori del Ftse Mib: in prima e in seconda posizione ci sono oggi sia Leonardo che Unipol Gruppo.
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