L’esperto di sicurezza Gavin de Becker non ha dubbi: il CEO Amazon era nel mirino di Riad per via delle indagini del Washington Post (proprietà di Bezos) sull’omicidio del giornalista dissidente Khashoggi
Il governo saudita ha avuto accesso al telefono del CEO di Amazon Jeff Bezos per ottenere informazioni private. Questa è la pesante accusa fatta dallo specialista della sicurezza Gavin de Becker in un articolo sul The Daily Beast. De Becker è stato incaricato direttamente da Bezos per indagare sulle modalità con cui il National Enquirer è entrato in possesso dei messaggi intimi fra il CEO, sposato, e la sua amante, la giornalista televisiva Lauren Sanchez. Lo scandalo ha portato al divorzio dalla moglie Mackenzie.
Bezos ricattato dal National Enquirer
Bezos, in febbraio, aveva denunciato il ricatto da parte dell’editore del National Enquirer, AMI, di pubblicare foto private. L’indagine di de Becker ha concluso con notevole sicurezza che i sauditi hanno avuto “accesso al telefono di Bezos e ottenuto informazioni private”.
De Becker, comunque, non si è spinto ad affermare che AMI fosse a conoscenza di queste circostanze, sebbene evidenzi una stretta relazione fra il presidente di AMI David Pecker e il governo saudita.
Il Washington Post nel mirino di Riad
L’obiettivo di Riad, secondo de Becker, era colpire indirettamente il Washington Post, proprietà di Bezos, per il suo “implacabile lavoro” sull’omicidio del giornalista Jamas Khashoggi, fatto a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul. Secondo un report della CIA, gli interessi in gioco sono enormi: l’assassinio sarebbe stato commissionato direttamente dal principe Salman.
L’uomo più ricco del mondo Bezos, anche per via delle leggi americane sulla comunione dei beni, avrebbe avuto tutto l’interesse a non veder pubblicate le foto. I risultati dell’indagine, ha detto de Becker, sono stati consegnati alla magistratura statunitense.
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