Big Tech, quali sono le piattaforme sotto sorveglianza speciale Ue

Niccolò Ellena

26 Aprile 2023 - 18:15

La Commissione europea ha rilasciato la lista delle 19 piattaforme sotto sorveglianza speciale a partire dal 25 agosto 2023. Tra queste ce ne sono molte controllate da Google e da Meta.

Big Tech, quali sono le piattaforme sotto sorveglianza speciale Ue

Sono conosciute con l’acronimo Vlop (Very large online platform) e hanno la caratteristica di avere un numero di utenti mensili superiore a 45 milioni. È questa la caratteristica che accomuna le 19 piattaforme selezionate dalla Commissione europea per essere sotto osservazione speciale a partire dal 25 agosto, ossia la data prestabilita dal Digital Services Act.

Tra queste piattaforme, che a partire dalla data di scadenza avranno degli obblighi speciali, ci sono 17 piattaforme online e due motori di ricerca.

La lista diffusa dalla Commissione europea e include: Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Bing, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Search, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter, Wikipedia, YouTube e Zalando.

Com’è possibile osservare, molte di queste piattaforme (5) sono controllate da Google (Play, Maps, Shopping, Search e YouTube), 3 da Meta (Facebook, Instagram, Snapchat) e 2 da Microsoft (LinkedIn e Bing).

Cosa dovranno fare le piattaforme sotto sorveglianza speciale

Per Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, le big tech che vorranno continuare a operare in Europa «dovranno cambiare i loro comportamenti». Le piattaforme sono state scelte sulla base dei dati relativi agli utenti, pubblicati entro il 17 febbraio 2023.

A partire dal 25 agosto, le piattaforme avranno l’obbligo di eliminare i contenuti illegali, occuparsi della moderazione dei contenuti e del loro linguaggio, inviare un rapporto periodico alla Commissione Ue con un’attenta valutazione dei rischi per gli utenti (minorenni e maggiorenni) e i relativi interventi.

In linea generale è possibile affermare che agli utenti sarà dato più potere per quanto riguarda le segnalazioni (che andranno prontamente esaminate), mentre le piattaforme dovranno agire con maggiore trasparenza, ad esempio nell’ambito degli annunci pubblicitari, il cui promotore andrà segnalato.

Gli utenti, inoltre, avranno diritto a non partecipare ai sistemi di raccomandazione basati sulla profilazione e a non ricevere annunci pubblicitari in base ai loro dati sensibili (orientamento politico e/o sessuale).

Forte l’accento anche sulla tutela dei minori, che passerà, se necessario, anche attraverso una riprogettazione dei sistemi, con l’obiettivo di garantire la privacy e la sicurezza di questi soggetti.

L’osservanza del regolamento sui servizi digitali sarà garantita da un’architettura di vigilanza paneuropea che sarà composta da attori vigilanti designati dai singoli Stati membri.

Le autorità di vigilanza nazionali, che collaboreranno a stretto contatto con la Commissione, dovranno essere istituite entro il 17 febbraio 2024 . L’attività di vigilanza non dovrà interessare soltanto le Vlop, bensì anche le piattaforme più piccole.

In caso di mancato rispetto delle norme in oggetto, le piattaforme verranno sanzionate con una multa di un valore fino al 6% delle loro entrate o alla chiusura della stesse.

Il nodo Wikipedia

Tra tutte le aziende proprietarie delle piattaforme di questa lista dal valore miliardario spunta una mosca bianca, Wikipedia, che è diversa dalle altre per molti aspetti.

Innanzitutto è costituita come un ente no profit, non è perciò a scopo di lucro come le altre piattaforme. Il suo bilancio, infatti, è nettamente inferiore: nel 2021 valeva appena 150 milioni di dollari, non pochi, certo, ma comunque spiccioli se paragonati a quelle delle altre società.

C’è poi la questione dei dipendenti: assolvere a tutte le richieste emanate dalla Commissione europea richiederà un notevole dispiego di forze.

Se le grandi aziende con decine di migliaia di dipendenti potrebbero dover affrontare delle difficoltà a fronte dei recenti licenziamenti, sorge spontaneo chiedersi come potrebbe fare Wikipedia, che di fatto ha soltanto 700 tra dipendenti e collaboratori retribuiti.

Per la piattaforma dunque, data anche l’importanza che ricopre nel diffondere la conoscenza e viste le sue caratteristiche, il regolamento sembra ammettere regole differenziate rispetto alle altre piattaforme.

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