Stop al mercato tutelato a partire dal 1° gennaio 2023 per i condomini. Le associazioni lanciano l’allarme. Ecco perché aumentano i prezzi e quali sono i rischi.
I condomini da gennaio non saranno più nel mercato tutelato. Il costo dell’elettricità per i condomini aumenterà inevitabilmente a partire da gennaio 2023 se il governo non interverrà con una proroga o un decreto specifico. A lanciare l’allarme è l’Unione nazionale dei consumatori. Marco Vignola, responsabile energia per l’Unc fa notare l’assurdità di considerare i condomini come microimprese, quindi equiparandoli nell’uscita dal mercato tutelato della luce a partire 1° gennaio 2023.
La comparazione tra i condomini e le microimprese crea discriminazione tra chi abita in una palazzina, in un condominio e chi invece abita in una casa autonoma. Si tratta di una disparità inspiegabile, continua Vignola, che chiede di correggere il tiro al governo e ad Arera sulla fine del mercato tutelato per i condomini.
Il caro energia colpisce pesantemente i condomini, soprattutto le famiglie in affitto che pagano mensilmente il costo del condominio e che hanno visto aumentare quasi fino a raddoppiare il costo di gestione. La gestione di un condominio tra il 2021 e il 2022 prevedeva infatti un costo annuale intorno ai 20.000 euro, mentre tra il 2022-2023 il costo di gestione è quasi raddoppiato, aggirandosi intorno ai 39.000 euro. Se le persone non riescono a pagare il condominio risulta moroso e in molti casi è già stata tolta la corrente dei servizi comuni.
“La situazione è gravissima”, spiega Francesco Burrelli presidente di Anaci (Associazione degli amministratori di condominio) e lo è perché se solo alcuni dei condomini non riescono a pagare, a rimetterci sono comunque tutti. Il rischio è quello di gravare sulla pace sociale, dice ancora.
Allarme condomini, da gennaio stop al mercato tutelato: costi più alti di gestione
L’Associazione dei consumatori e il Codacons lanciano l’allarme: per i condomini c’è il rischio di morosità. I condomini sono trattati in maniera diversa rispetto alle altre abitazioni, infatti sono equiparati alle microimprese e a partire dal 1° gennaio 2023 non saranno più all’interno del mercato tutelato. Questo comporta un aumento dei costi che non tutti i condomini riusciranno a sostenere e il rischio è quello di squilibrio sociale.
Si tratta di una discriminazione inspiegabile, dice il responsabile energia dell’Unione nazionale dei consumatori Marco Vignola. I condomini non sono trattati come case, ma come microimprese considerando la fornitura energetica che ricevono. Per questo, in una nota dell’Unc Vignola scrive che si tratta di “una disparita di trattamento illegittima, assurda e inspiegabile tra chi abita in una villa e chi abita in una palazzina - e per questo chiede - di correggere immediatamente sia al Governo che ad Arera, insieme al rinvio della fine tutela del gas, prevista sempre per la fine di quest’anno”.
Bollette e allarme sociale: quali i rischi secondo Burrelli (Anaci)
Nell’intervista per Idealista Burrelli, presidente nazionale dell’Associazione amministratori condominiali e immobiliari ha spiegato che la situazione è gravissima. Secondo il presidente di Anaci serve un decreto specifico da parte del governo. “È necessario studiare situazione per situazione. Non si può agire in modo generalizzato e bisogna fare attenzione perché dentro a tutto questo si rischia di includere indigenti, deboli, fragili persone che stanno male, persone che hanno perso l’alloggio, magari anche l’azienda”, ha commentato.
Burrelli ha poi spiegato che quando 6-7 persone su 10 in un condominio iniziano ad avere problemi economici è un problema sociale. Gli amministratori di condominio hanno bisogno del supporto del governo e delle aziende per uscire fuori dalla crisi in maniera dignitosa per tutti. Secondo Burrelli infatti si tratta di una questione sociale. “Bisogna sedersi al tavolo - continua nell’intervista - per garantire i servizi fondamentali come l’acqua, la luce e il gas”.
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