Ecco cosa controllare per non pagare luce, acqua, gas e telefono senza conseguenze. Tutte le informazioni sulla prescrizione delle bollette.
Le bollette sono una spesa necessaria per ricevere servizi di cui ormai non possiamo far a meno nelle nostre case. Acqua calda ed elettricità sono confort ormai irrinunciabili, pur essendo relativamente nuovi nell’ambiente domestico. Chiaramente nessuno vuole fare a meno di questi servizi, che rappresentano oggi più beni essenziali per vivere in maniera dignitosa che agi, ma è necessario sobbarcarsi i relativi costi.
Se per qualche motivo delle bollette non sono state pagate si rischiano infatti conseguenze spiacevoli, tanto sull’utenza quanto dal punto di vista economico. Nel caso in cui, tuttavia, sia ormai passato del tempo dalla scadenza senza che il fornitore si sia impegnato per pretendere l’adempimento, c’è qualche speranza. Le bollette potrebbero essersi prescritte, permettendo all’utente di non pagare gas, luce e acqua senza alcun tipo di rischio. A tal fine è però necessario che sia trascorso il periodo di tempo prefissato dalla legge, nelle condizioni previste.
Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla prescrizione delle bollette, uguali per le forniture domestiche e commerciali.
Le bollette vanno in prescrizione
La prescrizione è un particolare istituto giuridico per effetto del quale chi non esercita un diritto entro un certo periodo di tempo perde la facoltà di farlo. Quello che a molti sembra un espediente per andare incontro alle esigenze dei più furbi rappresenta di fatto un meccanismo molto utile, tanto nella certezza nei rapporti giuridici quanto nella tutela del debitore (viste le difficoltà probatorie) e nell’utilità della normativa stessa. Di conseguenze i diritti di credito si prescrivono, includendo inevitabilmente anche le bollette.
Sempre per gli stessi motivi, ci sono diversi periodi di tempo necessari al compimento della prescrizione, per i quali si tiene conto anche della particolarità del credito in questione. Il caso specifico delle bollette può comprensibilmente generare un po’ di confusione nei cittadini, viste le regole diverse e il loro mutare negli anni. Bisogna innanzitutto sapere che le bollette si prescrivono, ma bisogna calcolare i termini di decorrenza a partire dal primo giorno utile dopo la scadenza.
Bisogna quindi guardare sulla bolletta il giorno ultimo per il pagamento e cominciare a contare il tempo a partire da quello successivo feriale. Attenzione, però, che la prescrizione si compie soltanto se non ci sono stati atti interruttivi: richieste di pagamento formali da parte del creditore, citazioni in giudizio, ammissioni del debitore e così via. In caso di interruzioni il periodo utile ai fini della prescrizione viene annullato e la decorrenza ricomincia da zero nel giorno successivo. È importante tenere conto di ciò nei propri calcoli, rischiando altrimenti di perdere tempo nella valutazione della prescrizione inutilmente.
Dopo quanto si può non pagare luce, gas e acqua
Nell’ordinamento civile si distingue tra la prescrizione ordinaria di 10 anni e quella breve di 5, oltre alle prescrizioni presuntive ancora più brevi. Il caso delle bollette è atipico, perché sul tema è intervenuta in tempi recenti l’Arera. Quest’ultima ha cercato di attuare delle soluzioni più idonee a difendere i diritti dei consumatori, considerando la difficoltà di provare il pagamento a distanza di 5 anni, in quanto si applicava il termine ridotto.
Quasi nessuno conserva le prove di pagamento per tutto questo tempo e nonostante l’avvento dei canali digitali può risultare comunque complesso documentare il proprio adempimento. Di conseguenza, le bollette di gas, luce e acqua si prescrivono in soli 2 anni, che devono essere calcolati dal primo giorno lavorativo successivo alla scadenza o dall’ultimo atto interruttivo. L’adeguamento al termine breve non è avvenuto in contemporanea, valendo sulle bollette emesse dopo il 1° gennaio 2019, dopo il 1° marzo 2018 o dopo il 2 febbraio 2020 rispettivamente per gas, luce e acqua. Attenzione invece alle bollette del telefono, per le quali la prescrizione è rimasta invece quinquennale.
In caso di richiesta di pagamento oltre i termini sarà tuttavia fondamentale opporsi facendo valere l’intervenuta prescrizione, ricordando inoltre che l’adempimento volontario non può in nessun caso essere rimborsato.
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