Bonus 200 euro lavoratori dipendenti: quando non lo paga l’azienda

Simone Micocci

15 Giugno 2022 - 19:35

Il bonus 200 euro non viene sempre anticipato dal datore di lavoro: in alcune circostanze, infatti, è l’Inps a pagarlo al lavoratore dipendente.

Bonus 200 euro lavoratori dipendenti: quando non lo paga l’azienda

Il bonus 200 euro per chi è lavoratore dipendente non viene sempre pagato dal datore di lavoro. A seconda delle circostanze, infatti, potrebbe farsene carico direttamente l’Inps.

Sul bonus 200 euro persistono diversi dubbi, probabilmente a causa di una provvedimento (il decreto n. 50 del 2022) che lascia ampio spazio d’interpretazione. Uno di questi riguarda la situazione di quei lavoratori dipendenti che nel contempo percepiscono anche una pensione, per i quali non è chiaro quando è il datore di lavoro a pagare il bonus e quando invece è l’Inps a occuparsene.

Andiamo con ordine: come noto è in arrivo un bonus una tantum del valore di 200 euro che nel caso dei lavoratori dipendenti viene pagato nella busta paga di luglio. Un contributo che non spetta solo a coloro che hanno almeno un contratto di lavoro subordinato in essere: lo ricevono, infatti, anche i pensionati, compresi i titolari di prestazioni di tipo assistenziale, i disoccupati, gli autonomi senza partita Iva e tanti altri ancora.

A seconda della categoria di cui si fa parte, però, ci sono dei requisiti differenti da soddisfare. Ad esempio, nel caso dei pensionati bisogna avere un reddito dichiarato nel 2021 inferiore a 35 mila euro; per i lavoratori dipendenti, invece, si guarda alle prime quattro mensilità del 2022, per le quali almeno una deve aver goduto del cosiddetto bonus contributi (e questo è un altro problema).

La domanda è: considerando che i 200 euro possono essere pagati una sola volta, cosa succede a una persona che rientra in più di una categoria tra quelle che hanno diritto al bonus? La risposta, seppur tra le righe, la troviamo nel comma 1 dell’articolo 31 del decreto n. 50 del 2022.

Bonus 200 euro: quando non lo paga il datore di lavoro

Come già abbiamo avuto modo di trattare, affinché il bonus 200 euro possa essere pagato in busta paga è necessario che il dipendente consegni al datore di lavoro un’autodichiarazione (qui il Fac-simile) con cui dichiara di “non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18”.

Al dipendente, quindi, viene chiesto di dichiarare di non aver beneficiato del bonus 200 euro sotto altro titolo, ad esempio in quanto titolare di pensione.

È proprio questo, in realtà, l’unico caso in cui non è mai il datore di lavoro a farsi carico del bonus, ossia quando il dipendente percepisce anche un trattamento previdenziale, come potrebbe essere la pensione di reversibilità.

Ma poco male visto che per questi il bonus 200 euro verrà pagato persino in anticipo. Per i pensionati, infatti, la somma viene erogata con il cedolino della pensione di luglio, in arrivo l’1 luglio prossimo (insieme alla quattordicesima per chi ne ha diritto), mentre per i lavoratori dipendenti bisogna attendere la busta paga di luglio, ossia quella che viene pagata ad agosto.

Proprio il fatto che l’Inps eroga per primo il bonus impedisce al dipendente di percepirlo in busta paga. Avendo già ricevuto i 200 euro, infatti, il lavoratore non dovrà assolutamente consegnare il suddetto modello di autodichiarazione, pena dover restituire quanto indebitamente riconosciuto in un secondo momento.

Cosa succede se non si soddisfano i requisiti per il bonus 200 euro sulla pensione

Potrebbe succedere, però, che il lavoratore dipendente allo stesso momento pensionato non soddisfi i requisiti previsti per godere del bonus 200 euro sulla pensione, in quanto nel 2021 ha superato la soglia dei 35 mila euro di reddito.

In tal caso, non essendo titolare del bonus 200 euro sulla pensione, il dipendente potrebbe comunque farne richiesta al datore di lavoro, presentando apposita autocertificazione, affinché la somma possa essere erogata in busta paga. Ciò, ovviamente, a patto di soddisfare il requisito richiesto, ossia di avere almeno uno stipendio tra gennaio e aprile inferiore a 2.692 euro (cifra lorda).

Altri casi in cui si può scegliere da chi farsi pagare il bonus 200 euro

Oltre ai titolari di pensione, ci sono altre situazioni che possono dar luogo al pagamento del bonus 200 euro fuori dalla busta paga. Ad esempio ci sono i lavoratori domestici, ai quali viene sempre pagato dall’Inps su richiesta tramite patronato.

E ancora, abbiamo:

  • titolari di indennità di disoccupazione, Naspi o Dis-Coll;
  • percettori d’indennità di disoccupazione agricola;
  • titolari di Co.co.co.
  • lavoratori stagionali che nel 2021 hanno svolto la prestazione per almeno 50 giornate;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • lavoratori autonomi senza Partita Iva;
  • incaricati alle vendite a domicilio.

Situazioni in cui potrebbe trovarsi anche un lavoratore dipendente. Nulla, infatti, vieta, ad esempio, di lavorare mentre si prende la Naspi (seppur con una riduzione dell’importo dell’indennità percepita), oppure di avere nello stesso momento un contratto di lavoro subordinato e una collaborazione. O ancora, chi è stato lavoratore stagionale nel 2021 potrebbe anche avere un contratto attivo al momento.

Ebbene, qualora lo status da lavoratore dipendente dovesse coesistere con una delle suddette situazioni è facoltà dell’interessato scegliere da chi farsi pagare il bonus 200 euro. Nel dettaglio, le opzioni a sua disposizione sono:

  • inviare l’autocertificazione al datore di lavoro per l’erogazione del bonus in busta paga, senza fare domanda all’Inps per percepire il bonus sotto diverso titolo;

Va detto, però, che salvo il caso dei pensionati, il pagamento da parte dell’Inps è successivo, in quanto prima l’Istituto attenderà i flussi Uniemens di luglio, così da accertarsi che il bonus non è stato già pagato dal datore di lavoro.

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