Il trattamento integrativo, ex bonus Renzi, potrebbe sparire con la nuova riforma fiscale che il Governo vuole attuare?
Il Bonus Renzi da 80 euro, poi sostituito dal trattamento integrativo di 100 euro in busta paga, negli ultimi anni ha subito diverse modifiche. Prima previsto per redditi fino a 40.000 euro, poi fino a 28.000 ed infine, per il 2023 garantito solo per redditi fino a 15.000 euro l’anno mentre per redditi superiori solo in presenza di specifiche detrazioni.
Si tratta di un aiuto che per le famiglie dei lavoratori dipendenti è stato molto importante visto che, abbattendo l’Irpef dovuta, ha portato un aumento del netto in busta paga. Ma, si tratta, appunto, di un beneficio di cui hanno potuto beneficiare solo i lavoratori dipendenti e non quelli autonomi e neanche i pensionati.
La riforma fiscale vuole equità
Quello che si propone il Governo, tra le altre cose, è di raggiungere un’equità orizzontale della tassazione per le diverse tipologie di reddito. Appianando le differenze di imposizione che oggi ci sono tra le diverse classi di reddito:
- redditi da lavoro dipendente;
- redditi da pensione;
- redditi da lavoro autonomo.
Tra queste tipologie di reddito le differenze di tassazione sono molteplici, iniziando dalla diversa no tax area applicata. Ma anche le detrazioni sul reddito spettanti sono differenti con un netto vantaggio sempre per i lavoratori dipendenti. A cui si aggiunge anche il trattamento integrativo che crea un’ulteriore disparità di trattamento.
Che fine potrebbe fare il bonus Renzi?
Proprio in virtù di quanto affermato dal Governo sull’obiettivo dell’equità orizzontale dell’imposta sui redditi il bonus Renzi non dovrebbe restare inalterato. Si tratta di un beneficio destinato solo ad una tipologia di reddito che crea un vantaggio fiscale solo ai lavoratori dipendenti.
Tra l’altro, non sembra essere un segreto che il governo Meloni per arrivare a ridurre la tassazione voglia intervenire sui bonus economici attualmente in vigore. E il bonus Renzi, o trattamento integrativo, potrebbe essere uno di quelli destinati alla rottamazione.
In ogni caso per raggiungere l’obiettivo dell’equità orizzontale di imposta che il Governo si propone non può in nessun caso rimanere così come è adesso e le soluzioni potrebbero essere solo due.
Le due alternative per il bonus Renzi
Le possibili ipotesi, quindi, sono soltanto due. Una è quella di estendere il beneficio che oggi spetta solo ai lavoratori dipendenti anche ai lavoratori autonomi e ai pensionati. Ma questa ipotesi sembra di difficile attuazione, visto che l’esecutivo per poter attuare la riforma fiscale ha necessità di reperire delle coperture e per farlo ha già annunciato che si potrebbe intervenire non solo sui bonus già esistenti ma anche sulle detrazioni.
La seconda ipotesi, invece, è che il trattamento integrativo, che negli anni ha visto la platea dei beneficiari ridursi sempre di più, venga cancellato del tutto per finanziare, in parte, la diminuzione della tassazione generale. Ovviamente per avere delle certezze a tal riguardo dovremo attendere che la riforma fiscale inizi a prendere corpo o che, almeno, il Governo si pronunci sulle sorti del bonus in questione per il prossimo anno.
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