L’ex bonus Renzi in busta paga spetta anche nel 2025. A chi spetta e in che misura, come si richiede e in quali casi si è costretti a restituire il trattamento integrativo? Vediamo le regole 2025.
Il bonus Renzi è stato previsto anche per il 2025 dall’art. 1, comma 3 del Decreto Legislativo n. 216 del 30 dicembre 2023. Si tratta del bonus 100 euro in busta paga che ha preso, appunto, il posto dell’ex bonus Renzi e che è confermato anche per il 2025 automaticamente e senza che intervenga la Manovra di quest’anno.
La platea dei beneficiari resta invariata, essendo una prosecuzione naturale del bonus in vigore già quest’anno. Come per il 2024, anche nel 2025 bisognerà tenere presente che per non ridurre la platea di beneficiari si devono devono rispecchiare le modifiche apportate alle detrazioni da lavoro dipendente dalla Legge di Bilancio 2024 confermate anche per il prossimo anno dalla Legge di Bilancio 2025.
Con l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef e relativi scaglione introdotto quest’anno e prorogato e reso strutturale per il prossimo, cambiano anche le detrazioni da lavoro dipendente. La no tax area dei dipendenti, infatti, dal 2024 è equiparata a quella dei pensionati e questo significa, di fatto che per i lavoratori con contratto subordinato le detrazioni sono aumentate da 1.880 euro (limite previsto nel 2023) a 1.955 euro (limite 2024 e 2025). Questo comporta cambiamenti anche per l’imposta lorda dovuta e proprio per questo il calcolo per il diritto all’erogazione del trattamento integrativo ha subito delle leggere modifiche.
Chi continua a percepire il bonus Renzi anche nel 2025?
Le novità sono state introdotte nel 2024 come diretta conseguenza del passaggio dalle quattro aliquote a tre con rispettivi scaglioni che hanno portato un cambiamento nella
curva delle detrazioni, con ripercussioni sulla busta paga dei lavoratori dipendenti. Anche la modalità di calcolo del bonus 100 euro in busta paga è cambiata quest’anno (e i cambiamenti resteranno in vigore anche nel 2025), ma non la platea dei beneficiari..
Vediamo come funziona il bonus Renzi nel 2025.
Come è cambiato il Bonus Renzi negli anni
Il bonus Renzi è una delle voci in busta paga che gli italiani amano di più. In realtà però la voce in busta paga è cambiata già da luglio 2020: in seguito al taglio del cuneo fiscale la nuova dicitura è “trattamento integrativo”. Fino al 2020, l’ex bonus Renzi veniva percepito da circa 16 milioni di lavoratori dipendenti che si trovano nella fascia di reddito tra i 8.174 e 40mila euro.
Fino al 2021 il bonus veniva erogato in due modi diversi, in base al reddito:
- come credito Irpef in busta paga (circa 100 euro al mese) per i redditi fino a 28mila euro;
- come detrazione per i redditi fino a 40mila euro.
La detrazione, entrando più nello specifico, funzionava così:
- da 97 euro circa al mese a 80 euro per i redditi da lavoro dipendente tra i 28.001 euro e fino a 35mila euro;
- da 80 euro fino a 0 euro per i redditi da 35.001 e fino a 40mila euro.
Questa digressione su come funzionava nel 2021 è importante da fare per capire com’è cambiato il bonus Irpef con la legge di Bilancio 2022. La manovra finanziaria 2022, infatti, è intervenuta sull’Irpef. La nuova imposta sul reddito delle persone fisiche è basata su quattro aliquote (e quindi quattro scaglioni) anziché cinque; dunque, cambia il sistema di bonus e detrazioni. La nuova curva delle detrazioni ha inglobato il bonus Renzi, ma non è scomparso del tutto.
Il bonus, nel 2022, continua a essere percepito dai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro, ma secondo regole diverse.
Nel 2023, invece, i cambiamenti sono stati più radicali e hanno continuato a percepire il trattamento integrativo solo i lavoratori con redditi fino a 15.000 euro. Per quelli con reddito compreso tra 15.000 e 28.000 è stato riconosciuto solo qualora le detrazioni spettanti superavano le imposte dovute.
Nel 2024, fermo restando il meccanismo, l’importo e i beneficiari del bonus Renzi, cambia il metodo di calcolo per adeguarlo alle nuove detrazioni. Con detrazioni da 1.955 euro la no tax area è fissata a 8.500, ma il bonus Renzi spetta a chi ha un’imposta lorda superiore alla detrazione da lavoro spettante. Applicando alla lettera la regola, però, sarebbero rimasti al di fuori dal bonus coloro che nel 2023 lo percepivano (redditi tra 8.174 e 8.500 euro). Proprio per questo motivo la previsione per l’anno in corso prevedeva:
“ Per l’anno 2024 la somma a titolo di trattamento integrativo, di cui all’articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21, è riconosciuta a favore dei contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro qualora l’imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del citato testo unico delle imposte sui redditi diminuita dell’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno.”
Bonus Renzi 2024, come è cambiato con la Legge di Bilancio
I lavoratori dipendenti con redditi fino a 15mila euro continuano a riceverlo in modalità piena, ma ricordiamo che il bonus Renzi viene percepito dai cittadini con redditi sopra gli 8.174 euro l’anno.
Nel 2024 hanno diritto ai 100 euro in busta paga per un totale di 1.200 euro l’anno solo i lavoratori dipendenti la cui imposta lorda sia superiore alle detrazioni da lavoro dipendente spettanti da cui sottrarre un importo di 75 euro. Mentre la no tax area, quindi, si attesta a 8.500 euro, il diritto al trattamento integrativo resta fissato a 8.174 euro.
Si tratta di una modifica resa necessaria dal ritocco della no tax area, ma non cambia nei fatti la platea di chi può beneficiare del bonus Renzi di 100 euro. Le novità operative saranno necessarie solo per l’erogazione. Una modifica lasciata invariata anche nel 2025 proprio per il fatto che sia l’Irpef a 3 aliquote che la detrazione da lavoro a 1.955 euro è stata confermata anche per il 2025.
Bonus Renzi 2025
Il prossimo anno il diritto al bonus Renzi sarà garantito ai redditi fino a 15.000 euro ma solo se ‘imposta dovuta è superiore alle detrazioni da lavoro spettanti (1.955 euro) a cui sottrarre 75 euro" (per far tornare l’importo delle detrazioni a 1.880 euro).
Togliere i 75 euro alle detrazioni spettanti riporta la soglia delle stesse a quelle previste per il diritto al bonus 100 euro in busta paga, ovvero 1.880 euro. E proprio per questo anche nel 2025 la misura conferma le regole che già esistono
Bonus Renzi anche per redditi fino a 28.000 euro
Anche i redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro continueranno a beneficiare del bonus ma solo se l’importo di determinate detrazioni è superiore all’Irpef dovuta. In questo caso l’impoto del bonus sarà determinato dalla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda.
Calcolo bonus Renzi 2025: su quali detrazioni?
Le detrazioni di cui si tiene conto per il calcolo del trattamento integrativo spettante sono quelle degli articoli 12 e 13 TUIR:
- familiari a carico;
- mutui agrari;
- mutui immobiliari per acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2022;
- redditi da lavoro dipendente e assimilati;
- spese sanitarie;
- spese per i lavori in casa (dalle ristrutturazioni alla riqualificazione energetica);
- erogazioni liberali.
In termini pratici, come capire se il bonus Renzi spetta oppure no? Chi è nella fascia di reddito tra i 15 e i 28mila euro fa il calcolo del bonus spettante solo a condizione che nel 2024 abbia fatto spese rientranti tra quelle degli articoli 12 e 13 del Tuir.
Questo significa che i cittadini senza familiari a carico, che non hanno chiesto mutui e non hanno fatto lavori di ristrutturazione o di riqualificazione energetica, per esempio, non hanno diritto al trattamento integrativo nel 2025.
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Su quali redditi si calcola il Bonus Renzi 2025?
Come nel 2024, anche nel 2025 i redditi su cui calcolare la spettanza del bonus Renzi in busta paga restano invariati. Oltre ai redditi da lavoro dipendente, però, di quali altri redditi bisogna tenere conto per sapere se si ha diritto al beneficio? Non sempre è chiaro se a contare, infatti, sono soltanto i redditi prodotti con il lavoro dipendente o se a questi si devo aggiungere anche eventuali altri redditi percepiti dal lavoratore. Il rischio, ovviamente, è quello di percepire in busta paga il trattamento integrativo e trovarsi nella spiacevole condizione di doverlo restituire al momento del conguaglio. Vediamo, quindi, su quali redditi effettuare il conteggio per il diritto.
Per la determinazione dell’imposta lorda (e del diritto al bonus Renzi) sono esclusi i redditi elencati nell’articolo 49 del Tuir, comma 2 lettera a) e quelli elencati nell’articolo 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), ovvero:
- redditi da pensione di ogni genere e gli assegni a essi equiparati;
- compensi dei soci lavoratori delle cooperative (di produzione lavoro, di servizio, agricole e di piccola pesca);
- le indennità e i compensi percepiti a carico di terzi dai prestatori di lavoro dipendente per incarichi svolti in relazione a tale qualità, a esclusione di quelli che per clausola contrattuale devono essere riversati al datore di lavoro e di quelli che per legge devono essere riversati allo Stato;
- compensi percepiti per borsa di studio, assegno o premio per studio o formazione professionale (a patto che il soggetto che li percepisce non sia legato da contratto di lavoro dipendente a chi li eroga);
- compensi percepiti da amministratore, sindaco o revisore di società, associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica, alla collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili, alla partecipazione a collegi e commissioni;
- compensi percepiti per rapporti di collaborazione per attività svolte senza subordinazione con retribuzione periodica stabilita a patto che le somme non rientrino in quelle relative allo svolgimento di lavoro dipendente o autonomo;
- le remunerazioni dei sacerdoti;
- redditi da pensioni complementari;
- i compensi percepiti dai soggetti impegnati in lavori socialmente utili in conformità a specifiche disposizioni normative.
Si tratta di un chiarimento molto importante perchè in alcuni casi permette anche a chi percepisce pensione, ma al tempo stesso è anche lavoratore dipendente, di poter fruire del bonus da 100 euro in busta paga: l’eventuale pensione, infatti, non concorre alla formazione del reddito limite per averne diritto.
Come recuperare il bonus Renzi perso
Per recuperare gli importi spettanti c’è solo un modo: fare la dichiarazione dei redditi.
Per recuperare il bonus Renzi 2025 bisognerà indicarlo nella dichiarazione dei redditi 2026, infatti, si prenderà in considerazione quanto percepito nell’anno di imposta precedente, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025.
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