Dopo l’addio allo smart working per i dipendenti di aziende private scoppia il caos anche nelle pubbliche amministrazioni. Ecco come cambiano le regole per il lavoro agile.
Dopo l’addio allo smart working da parte dei lavoratori delle aziende private, a causa della mancata proroga dello smart working agevolato anche per i fragili e i genitori di under 14. Rimane quindi la comunicazione semplificata (bisognerà trasmettere nominativi, data di inizio e fine del periodo di lavoro agile), ma non gli accordi stipulati. E dall’1 settembre si torna all’accordo individuale.
Per i lavoratori pubblici, invece, le regole sono dettate dai «Piao», ovvero i Piani integrati di attività e organizzazione, che sono diversi da ministero a ministero. Alcuni ministeri, infatti, permetteranno ancora ai dipendenti il lavoro agile ma bisognerà rinunciare a qualche benefit, come buoni pasto e straordinari. Ecco quali sono le regole attuali e perché è scoppiato il caos.
Smart working, le nuove regole
I Piani integrati di attività e organizzazione dal 30 giugno 2022 assorbono molti piani che fino al momento le amministrazioni Pubbliche hanno predisposto annualmente: performance, fabbisogni del personale, formazione, parità di genere, lavoro agile, anticorruzione. E in questi piani sono confluiti anche i piani per l’organizzazione del lavoro agile, fondamentali durante la pandemia. Si tratta di documenti che decidono anche lo smart working dei dipendenti pubblici e i benefit - come i buoni pasto - collegati al lavoro in presenza.
Per dipendenti delle aziende private si torna, quindi, all’accordo individuale e lo smart working non sarà più un diritto acquisito con certezza. Intanto nel piano del ministero del Lavoro è stato introdotto un limite alle giornate che possono essere svolte da remoto anche dai lavoratori con malattie gravi: da 3 giorni a settimana a 12 al mese. Stesse linee guida per i genitori con figli fino a 14 anni e per chi abita lontano dall’ufficio.
Si tratta di un ministero che utilizza lo smart working: circa il 73,48% del personale in servizio, svolge l’attività lavorativa da remoto (al 31 dicembre 2021).
Altri ministeri, invece, non indicato limiti precisi al lavoro da remoto, ma alcuni non permettono ai dipendenti di utilizzare il lavoro agile mantenendo gli stessi benefits, come i buoni pasto e gli straordinari, riconosciuti con la presenza nel luogo di lavoro.
Tra i Piao più dettagliati c’è quello del ministero degli Interni, per il periodo 2022-2024, dove si stabilisce che «nelle giornate di attività in lavoro agile il dipendente non matura il diritto all’erogazione del buono pasto». Inoltre, si legge sempre nel documento che «per effetto della distribuzione flessibile del tempo di lavoro, nelle giornate di lavoro agile non è riconosciuto il trattamento di trasferta e non sono configurabili prestazioni straordinarie, notturne o festive, né protrazioni dell’orario di lavoro aggiuntive». I dipendenti dovranno quindi scegliere tra i buoni pasto e il lavoro da casa.
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