Tredicesima più bassa nel 2023? Nel 2024 andrà peggio: lo sgravio contributivo confermato dalla legge di Bilancio non si applica infatti sulla gratifica natalizia. Conseguenze anche per gli stipendi.
Altro che detassazione della tredicesima: nel 2024 l’importo percepito sarà persino più basso di quello del 2023 (di cui vi abbiamo già parlato). Questo perché nell’ultima bozza della legge di Bilancio 2024, non ancora definitiva, viene modificata la norma che conferma anche per il prossimo anno lo sgravio contributivo al 6% e 7% per coloro che rispettivamente non superano una retribuzione di 2.692 e 1.923 euro (lordi).
Nel dettaglio, anziché valere per tredici mensilità, come era previsto dalla bozza originaria del provvedimento, con il nuovo testo lo sgravio contributivo viene confermato senza alcun effetto sui ratei di tredicesima. Il che significa che il prossimo anno la gratifica natalizia sarà persino più bassa rispetto a quella che verrà percepita nel 2023, nella quale perlomeno si applicherà uno sgravio del 2% o 3% a seconda dell’importo.
Si riduce così l’aumento complessivo in busta paga su cui noi di Money.it abbiamo posto l’attenzione in alcuni approfondimenti, nei quali vi abbiamo spiegato la ragione per cui per quanto la busta paga percepita a dicembre 2023 sarà la stessa di quella spettante a gennaio 2024 l’importo annualmente percepito sarà comunque maggiore.
Niente sgravio contributivo sulla tredicesima
Come anticipato, nell’ultima bozza della legge di Bilancio 2024 cambia lo sgravio contributivo: per quanto restino valide le percentuali del 6% e 7% a seconda dello stipendio percepito, viene stabilito che questo non si applica sulla tredicesima sulla quale si verseranno i contributi per intero, pari al 9,19% dell’importo lordo per i dipendenti del settore privato, 8,80% per il pubblico.
Per quanto non cambino le regole per il calcolo della tredicesima lorda, quindi, ne risulterà comunque un netto più basso con ripercussioni già da gennaio 2024 per coloro che percepiscono il rateo della tredicesima mensilmente in busta paga.
Le conseguenze
Oggi sulla tredicesima, nonché sui singoli ratei mensili, viene applicato uno sgravio contributivo più basso rispetto a quello che da luglio 2023 è riconosciuto in busta paga: anziché il 6% o 7%, infatti, è previsto uno sgravio del 3% per le tredicesime il cui importo non supera i 1.923 euro lordi e del 2% per quelle che sono sopra questa soglia ma comunque dentro i 2.692 euro lordi.
Ecco spiegata la ragione per cui, ad esempio, la tredicesima di quest’anno sarà ancora più bassa del solito rispetto allo stipendio di dicembre. Prendiamo come esempio una busta paga da 1.500 euro lordi con una tredicesima dello stesso importo: dalla prima vanno sottratti solamente 32,85 euro di contributi, mentre dalla seconda 92,85 euro.
Ancora peggio andrà nel 2024, sempre che la bozza della legge di Bilancio al momento in circolazione venga confermata senza modifiche: a oggi viene infatti stabilito che sulla tredicesima verrà applicata l’aliquota contributiva piena, con la conseguenza che su un importo di 1.500 euro se ne verseranno 137,85 euro di contributi, quindi ben 45 euro in più rispetto alla gratifica natalizia percepita a dicembre 2023 e circa 105 euro in più rispetto allo stipendio.
Stipendio più basso per chi prende la tredicesima in busta paga
Il che vorrà dire che tutti coloro che prendono la tredicesima in busta paga vedranno l’importo della busta paga di gennaio 2024 abbassarsi rispetto a quello di dicembre 2023.
Prendiamo come esempio una busta paga da 1.500 euro sulla quale mensilmente viene corrisposto un rateo di tredicesima pari a circa 115 euro: nel 2023 su questo si applica un’aliquota ridotta del 6,19%, con una decurtazione di circa 7 euro di contributi. A gennaio 2024 si tornerà invece all’aliquota piena del 9,19%, il che significa che i contributi dovuti e decurtati dall’importo lordo saliranno a 10,50 euro circa.
Per quanto la differenza sia minima, quindi, la busta paga pagata a gennaio 2023 risulterà più bassa rispetto all’ultima di dicembre, anche perché per coloro che guadagnano fino a 15 mila euro non ci saranno neppure i vantaggi scaturiti dalla riforma fiscale.
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