Un bonus in busta paga contro il caro vita, adeguando i salari alle spese dipendenti dalle città in cui si vive: ecco per chi potrebbe essere introdotto questo meccanismo.
Un bonus contro il caro vita in busta paga: l’opzione di adeguare gli stipendi alle spese che si devono affrontare nelle diverse città italiane resta in pista. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, rilancia il tema sostenendo che la busta paga degli insegnanti potrebbe adeguarsi al costo della vita.
Valditara ha chiarito che il contratto nazionale non si tocca in una lettera al Messaggero e ha sottolineato che nessuna Regione avanza richieste del genere. Al contrario vorrebbero avere maggiore equità sugli stipendi, adeguandoli al costo della vita e aumentandoli dove quest’ultimo è maggiore.
Per capire cosa potrebbe succedere in caso di introduzione di un meccanismo del genere possiamo guardare i dati emersi da un’indagine del Codacons proprio sulla differenza del costo della vita nelle diverse città. E sulla base di questo farci un’idea di come funzionerebbe l’integrazione degli stipendi per gli insegnanti.
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Busta paga, cos’è il bonus contro il caro vita
La proposta di Valditara parte dal costo della vita, che è sicuramente più alto in città come Milano e Roma rispetto alla media nazionale. Anche per questo, spiega il ministro dell’Istruzione, arrivano molte domande di trasferimento dalla Lombardia e dal Lazio, con “evidenti problemi di continuità didattica per gli studenti e dunque di qualità del servizio”.
Secondo Valditara bisogna capire cosa fare per i lavoratori e per mitigare un costo della vita più alto in un qualsiasi territorio, ovunque si trovi. L’obiettivo è evitare che questi insegnanti abbiano “uno stipendio che nei fatti è molto più basso”, considerando le maggiori spese relative alla città in cui si vive.
La busta paga degli insegnanti e la contrattazione integrativa
Secondo il ministro un intervento del genere è necessario per una questione di equità e non ha nulla a che vedere con l’autonomia. Infatti oggi il tema “si può affrontare con la contrattazione integrativa prevista proprio nei contratti nazionali”. D’altronde anche l’Aran pensa di trovare una soluzione attraverso la contrattazione integrativa.
Oggi nella scuola esistono quattro livelli di contrattazione: uno nazionale generale, uno di integrazione nazionale, uno regionale e uno che riguarda il singolo livello scolastico. Quindi ci sono tanti contratti integrativi quante sono le scuole.
Per queste possibili modifiche che adeguerebbero la busta paga al costo della vita si farebbe quindi riferimento al contratto integrativo regionale, puntando sui fondi che vengono o dalle stesse Regioni o da altri enti pubblici e privati. Solitamente questi fondi vengono utilizzati per le attività aggiuntive del personale.
L’indagine sul costo della vita nelle città italiane
Un’indagine del Codacons fa emergere i dati sul costo della vita nelle principali città. Il confronto dei prezzi è stato fatto su un paniere di beni e servizi: si va dalla spesa al dentista, dal bar al parrucchiere. Milano è la città italiana dove la vita costa di più, mentre Napoli è quella più economica per le spese alimentari: la differenza è evidente, a Milano si paga il 47% in più.
Per un paniere comprendente carne, pesce, pane e ortofrutta nel capoluogo lombardo si spendono 99,24 euro mentre in quello campano sono 67,58 euro. Ci sono poi altri dati: per esempio Pescara è la città più economica per le tariffe dei servizi, mentre Palermo è quella dove costa meno il dentista (e Aosta la più cara).
Per i beni alimentari dietro Milano troviamo Aosta, Trieste, Genova, Torino, Bologna, Cagliari e Roma. Il caffè più caro si paga a Trento, il più economico a Catanzaro. Ancora, Bari è la città più cara per il parrucchiere e Napoli la più economica per un taglio di capelli. Tanti dati che potrebbero dare un’idea di come il bonus contro il caro vita potrebbe funzionare e chi potrebbe favorire maggiormente.
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