Busta paga di novembre, cosa ci sarà? Dal bonus 150 euro al recupero del bonus 200 euro se non pagato a luglio; ecco quali sono le voci che incidono sul prossimo stipendio.
La busta paga di novembre 2022 potrebbe essere caratterizzata da una serie di novità, il che renderà più complicata l’elaborazione del cedolino da parte del datore di lavoro.
La ragione di ciò dipende da alcuni degli ultimi provvedimenti introdotti dal governo per contrastare il caro vita e la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni: dal bonus 150 euro allo sgravio del 2%, fino al recupero del bonus 200 euro laddove non ancora riconosciuto.
Misure straordinarie a cui se ne aggiungono altre ordinarie, come ad esempio gli importi dovuti a titolo di primo (e unico) o secondo acconto Irpef.
È bene, dunque, che i datori di lavoro siano sufficientemente informati su cosa ci sarà nella busta paga di novembre, così come pure i lavoratori dipendenti che si apprestano a ricevere il pagamento di quello che, in alcuni casi, potrebbe essere uno stipendio più alto rispetto ai precedenti.
Bonus 150 euro
La novità più importante riguarda la corresponsione dell’indennità di 150 euro introdotta con il decreto Aiuti ter. Un bonus, esentasse che i datori di lavoro dovranno anticipare in busta paga, salvo poi recuperarne l’importo in sede di liquidazione delle imposte (con la denuncia UniEmens che va trasmessa telematicamente entro il 31 dicembre 2022).
Ad averne diritto sono tutti i lavoratori dipendenti, con l’esclusione dei lavoratori del settore domestico, per i quali la busta paga di novembre ha un imponibile lordo previdenziale non superiore a 1.538 euro.
Il bonus 150 euro spetta anche ai lavoratori con retribuzione pari a zero, ma solo qualora risulti azzerata in virtù di eventi tutelati, come può essere la cassa integrazione, oppure un periodo in cui si è fruito di un congedo parentale.
Affinché il datore di lavoro possa procedere all’erogazione del bonus in oggetto, è necessario che il dipendente abbia consegnato un’autodichiarazione con la quale dichiara di non avere diritto all’indennità per altro titolo. Ad esempio, in presenza di due rapporti di lavoro, il dipendente dovrà decidere a quale datore consegnare l’autocertificazione, così che sia questo a farsi carico del pagamento.
Bonus 200 euro
Il bonus 150 euro riprende in parte quanto già fatto per l’indennità di 200 euro erogata nella busta paga di luglio. Ed è proprio a questa che fa riferimento la seconda novità della busta paga di novembre: l’Inps, infatti, ha recentemente precisato che tale bonus doveva spettare anche ai lavoratori dipendenti la cui retribuzione nel mese di luglio risultava pari a zero in virtù di eventi tutelati, come tra l’altro vale per il bonus 150 euro (come visto sopra), come pure per i dipendenti che pur avendo percepito tra gennaio e giugno almeno uno stipendio inferiore a 2.692 euro non hanno goduto del bonus contributi (requisito essenziale per avere diritto all’indennità) in quanto hanno beneficiato di un abbattimento totale della contribuzione datoriale e di quella a carico del lavoratore.
Per i suddetti lavoratori, qualora il datore di lavoro non abbia provveduto al pagamento del bonus 200 euro nella busta paga di luglio, l’indennità può essere erogata nel mese di novembre, e comunque non oltre il 30 dicembre 2022.
Bonus contributi
Con la busta paga di novembre, o al massimo con quella di dicembre, i datori di lavoro possono recuperare lo sgravio contributivo non applicato nelle buste paga di luglio, agosto e settembre, quando il bonus contributi è stato portato dallo 0,8% al 2%.
Per i datori di lavoro che hanno provveduto all’aggiornamento solamente nel mese di ottobre, come da circolare Inps, il recupero dell’1,2% delle mensilità arretrate va effettuato entro il mese di dicembre. Volendo, quindi, si può procedere già nella mensilità di novembre.
Secondo acconto Irpef
Ma non solo bonus; nella busta paga di novembre potrebbero esserci anche decurtazioni. Ricordiamo, infatti, che entro la data del 30 novembre i lavoratori dipendenti hanno l’obbligo di pagare, in un’unica soluzione, la seconda quota di acconto delle imposte dovute per il 2022. L’obbligo di corrispondere l’acconto vale solamente nel caso in cui l’imposta dichiarata nell’anno in corso, riferita appunto al 2021, risulti superiore a 51,65 euro una volta sottratte detrazioni, crediti d’imposta, le ritenute e le eccedenze.
L’acconto ha un valore pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno, oppure dell’imposta inferiore che il contribuente prevede di versare per l’anno successivo.
Laddove l’acconto risulti inferiore a 257,52 euro, il pagamento va effettuato, entro il 30 novembre, in un’unica soluzione; diversamente in due rate, di cui la prima - pari al 40% - da versare entro il 30 giugno mentre la seconda - pari al restante 60% - entro il 30 novembre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA