Secondo l’analisi del dicastero di Roberto Speranza le ondate di calore a luglio hanno causato un eccesso di mortalità del 21%, mentre per il Cnr il caldo può far sviluppare virus e batteri in mare.
Il caldo record uccide. Le temperature altissime di quest’estate torrida stanno causando in Italia un eccesso di mortalità superiore ai numeri di stagione degli scorsi anni. A dirlo è il ministero della Salute nell’ultimo bollettino del sistema di sorveglianza sulle ondate di calore.
Secondo i dati del dicastero guidato da Roberto Speranza nelle prime due settimane di luglio c’è stato un eccesso della mortalità del 21%, per un totale di 733 decessi nelle 33 città italiane oggetto di monitoraggio. Anche a giugno i decessi erano stati superiori al comune, con un aumento della mortalità del 9% che era già stato considerato dagli esperti preoccupante.
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Caldo record, tendenza in peggioramento
La tendenza, quindi, è di una mortalità sempre più in aumento, con il rischio di vedere un ulteriore peggioramento per il periodo che va tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto. Il dato è in linea con gli altri Paesi europei: quasi dovunque, nel Vecchio Continente, la mortalità è stata eccezionalmente alta da maggio ad oggi, anche se tutti i numeri andranno rivisti a settembre per identificare precisamente le morti legate al caldo e quelle dovute ad altre cause, a partire dal Covid, ma non solo.
Le città più colpite
Dall’1 al 15 luglio, comunque, l’incremento maggiore di mortalità si è visto nel Centro-Sud. In particolare le città più colpite sono state: Latina (+72%), Bari (+56%), Viterbo (+52%), Cagliari (+51%), Catanzaro (+48%). Il Lazio, quindi, risulta particolarmente coinvolto dall’aumento delle morti.
Secondo il bollettino del ministero, poi, a partire da maggio si sono registrate temperature superiori alla media stagionale di oltre 3 gradi centigradi (precisamente 3,2) in tutto il Paese. Tra fine giugno e l’inizio di luglio si sono registrati picchi di temperatura massima compresi tra 37-40 gradi, così come è accaduto nuovamente alla fine di luglio.
La situazione, però, dovrebbe migliorare nei prossimi giorni. Le previsioni meteo indicano infatti che l’Europa dovrebbe iniziare a vedere la fine delle ondate di caldo. Questa settimana, però, si prevede che le temperature torride continueranno nel Nord e nell’Ovest del Continente.
“Nuovi agenti patogeni in mare”
Nel frattempo da una ricerca pubblicata sulla rivista Global Change Biology, a cui ha partecipato il Cnr, emerge che le temperature record dovute al riscaldamento climatico stanno causando una vera e propria strage di pesci e coralli nel Mediterraneo.
Tra il 2015 e il 2019 le ondate di calore hanno provocato eventi di mortalità di massa in 50 diverse specie marine come coralli, spugne, macroalghe e anche pesci. Secondo la ricerca questi fenomeni hanno interessato migliaia di chilometri di coste mediterranee, dal Mare di Alboran sino alle coste orientali, tra la superficie e i 45 metri di profondità.
“Purtroppo- spiega Ernesto Azzurro, ricercatore del Cnr-Irbim- i risultati del lavoro mostrano per la prima volta un’accelerazione degli impatti ecologici associati ai cambiamenti climatici, una minaccia senza precedenti per la salute e il funzionamento dei suoi ecosistemi. Preoccupa, inoltre, l’interazione tra il riscaldamento e la presenza di nuovi patogeni negli ambienti marini con effetti ancora poco
conosciuti”.
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