Cartelle esattoriali cancellate dal 2025, per chi cambia qualcosa?

Patrizia Del Pidio

12 Settembre 2024 - 17:08

Con il discarico automatico delle cartelle, dal 2025 è prevista la cancellazione di quelle che non si è riusciti a incassare in 5 anni. Sembra una bella notizia, ma non cambia niente.

Cartelle esattoriali cancellate dal 2025, per chi cambia qualcosa?

Con la riforma della riscossione è stato annunciato il discarico automatico delle cartelle non riscosse. Si tratta di cartelle esattoriali che verranno cancellate in automatico quando, trascorsi 5 anni dall’iscrizione a ruolo, non si è recuperato il credito. La notizia è stata accolta con interesse da parte dei contribuenti, ma non per tutti cambierà veramente qualcosa.

La riforma della riscossione messa in atto dal Governo prevede diverse novità per il 2025. Una delle più importanti riguarda l’allungamento dei piani di rateazione con i quali saldare i debiti con il Fisco.

Attualmente il contribuente debitore può dilazionare i pagamenti in un massimo di 72 rate (solo in casi eccezionali è prevista la dilazione in 120 mesi). Dal 1° gennaio 2025, invece, le rateizzazioni si allungano a 84 mesi e poi, gradualmente, arriveranno per tutti a 120 mesi entro il 2030.

Anche se questo è l’intervento con portata maggiore, che coinvolge il maggior numero di contribuenti, l’attenzione di tutti si è focalizzata sul discarico automatico delle cartelle, visto come una sorta di saldo e stralcio permanente.

Vediamo, quindi, come funzionerà la cancellazione delle cartelle, chi ne trarrà beneficio e per chi, invece, non cambierà assolutamente nulla.

Cartelle esattoriali cancellate dal 1° gennaio 2025

Il discarico automatico delle cartelle funzionerà un po’ come il saldo e stralcio che, periodicamente, viene proposto nelle sanatorie. E proprio come il saldo e stralcio andrà ad agire solo sui debiti che vengono considerati quasi impossibili da recuperare.

La cancellazione delle cartelle altro non è che la restituzione delle stesse dall’agente di riscossione all’ente che vanta il credito, dopo che sono trascorsi 5 anni dall’iscrizione a ruolo della somma. Quando l’agente di riscossione dispone il discarico significa che ha fatto, nei 5 anni trascorsi, tutto quello che era in suo potere per recuperare il credito, senza riuscirci.

A quel punto il credito viene restituito all’ente che lo vanta che, solo nel caso escano nuovi elementi che permettano il recupero, può affidarlo nuovamente all’agente di riscossione o cestinarlo.

Discarico cartelle, per chi non cambia niente?

A essere cancellate, quindi, saranno le cartelle esattoriali inesigibili. Se il debito è di una persona che è deceduta, di un nullatenente, di un’impresa fallita, anche continuando a provare a riscuoterlo non si otterrà nulla. In questi casi, infatti, non ci sono procedure esecutive da mettere in atto per pretendere il pagamento delle somme dovute.

Per questi soggetti, quindi, che il debito sia cancellato oppure no, non cambia assolutamente nulla: non lo hanno saldato e non lo salderebbero neanche in futuro.

Per chi, invece, ha debiti, ma allo stesso tempo ha delle entrate, dei patrimoni immobiliari o un veicolo, rispetto a oggi non cambia nulla lo stesso: il debito non è discaricato perché l’Agenzia delle Entrate Riscossione può attivare procedure esecutive per recuperare le somme: il pignoramento dello stipendio o della pensione, l’ipoteca sulla casa o il fermo amministrativo sull’auto.

Anche se si è dato ampio risalto al discarico, va detto che si tratta di una procedura che fa la differenza solo per l’ente che vanta il credito: finché le somme da riscuotere sono iscritte a ruolo esse rientrano nei bilanci dell’ente (Comune, Provincia, Regione o Stato che sia); una volta discaricate le somme possono essere eliminate anche dai bilanci.

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