Cartelle esattoriali, dopo 5 anni si può abbassare l’importo. Ecco come fare

Patrizia Del Pidio

4 Aprile 2024 - 12:26

Non tutti lo sanno, ma dopo 5 anni è possibile abbassare l’importo dovuto per una cartella esattoriale. Vediamo come si deve procedere per avere lo sconto.

Cartelle esattoriali, dopo 5 anni si può abbassare l’importo. Ecco come fare

Dopo 5 anni su una cartella esattoriale si può avere lo sconto, senza che intervengano sanatorie o saldo e stralcio, ma semplicemente applicando quanto previsto dalla legge. Lo sconto non è automatico e il contribuente deve procedere a farne richiesta.

In questo articolo vedremo come sfruttare la legge della prescrizione (non della cartella esattoriale) a proprio vantaggio e come richiedere l’abbassamento dell’importo da versare presente sulla cartella esattoriale.

Abbassare l’importo della cartella esattoriale dopo 5 anni

Non tutti sono a conoscenza che dopo 5 anni le cartella esattoriali possono essere sgravate in parte del loro importo. La legge prevede per alcuni importi presenti sulla cartella una prescrizione quinquennale, a prescindere da quella che è la natura del debito per il quale la cartella stessa richiede il pagamento. Ovviamente si parla di uno sconto, perché parte dell’importo andrà saldato in ogni caso.

La riduzione in questione si può ottenere alla luce della sentenza della corta di Cassazione 4960 del 26 febbraio 2024 la quale dispone che sanzioni e interessi di una cartella esattoriale hanno prescrizione quinquennale, anche se il tributo per il quale viene richiesto il pagamento ha prescrizione più lunga (ad esempio Irpef, Iva e tutte le altre imposte dovute allo Stato hanno prescrizione in 10 anni).

Per le cartelle con prescrizione quinquennale (quelle riferite ai tributi locali come Imu e Tari) la prescrizione di sanzioni e interessi va di pari passo con quella del debito.

Lo sconto sulle cartelle esattoriali dopo 5 anni

Quello di cui bisogna tenere conto è che la prescrizione del debito della cartella esattoriale e quella di sanzioni e interessi della stessa, non hanno lo stesso termine. Le sanzioni e gli interessi delle somme collegate alla cartella esattoriale, come ricorda la recente ordinanza della Corte di Cassazione, si prescrivono in 5 anni, anche se il tributo a cui si riferiscono ha prescrizione decennale.

A partire dal quinto anno da quando si è ricevuta la cartella esattoriale, quindi, la prescrizione di sanzioni e interessi è intervenuta, a patto che non siano stati inviati nel frattempo intimazioni di pagamento, preavviso di fermo amministrativo o ipoteca o pignoramento a interrompere i termini di prescrizione.

Come si chiede l’abbassamento dell’importo della cartella esattoriale?

A prescrizione di interessi e sanzioni intervenuta, però, non corrisponde uno sgravio automatico della cartella esattoriale. Il contribuente deve richiede lo sgravio parziale della somma per la parte che riguarda, appunto sanzioni e interessi.

Come abbiamo anticipato lo sgravio non è automatico e l’interessato deve agire in via di autotutela o ricorrendo al giudice la defalcazione delle somme in questione se la prescrizione del debito contenuta nella cartella è in 10 anni (se è in 5 anni anche la prescrizione del debito bisogna richiedere la cancellazione integrale della cartella esattoriale).

Il contribuente per lo sgravio non può presentare ricorso, visto che i termini del ricorso sono stati abbondantemente superati (60 giorni dalla notifica della cartella). Come fare allora? Si deve attendere una successiva intimazione di pagamento, un avviso di fermo, ipoteca o pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate e solo a questo punto presentare ricorso entro 60 giorni.

In questo modo (o in autotutela o ricorrendo al giudice) il contribuente chiederà che dall’importo della cartella siano sottratti gli interessi e le sanzioni vedendo l’importo da corrispondere scendere in modo abbastanza ingente.

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