Cartelle esattoriali, ecco i debiti inesigibili che saranno cancellati

Patrizia Del Pidio

11 Agosto 2024 - 16:49

Il decreto Riscossione prevede il discarico dei debiti inesigibili dopo 5 anni, vediamo quali cartelle esattoriali saranno cancellate.

Cartelle esattoriali, ecco i debiti inesigibili che saranno cancellati

Esistono debiti inesigibili che non possono più essere riscossi. Le cartelle esattoriali che li contengono saranno discaricate (cancellate) e restituite all’ente creditore. Vediamo la novità e quali sono i debiti che saranno cancellati dalla riforma della riscossione. Il decreto 110 del 2024 ha generato non poche polemiche quando è trapelata la notizia del discarico dei debiti. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 7 agosto, la misura è legge e prevede, appunto, il discarico delle cartelle all’articolo 3: si tratta di una novità che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.

Come funziona il discarico? Dal 2025 le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione (Agenzia delle Entrate Riscossione) saranno restituite all’ente creditore, se non riscosse entro 5 anni. A sua volta, l’ente a cui questi crediti torneranno indietro, potrà decidere se affidarli nuovamente allo stesso agente di riscossione (nel caso emergessero le possibilità per poterle riscuotere), o se cancellare definitivamente il credito perché ritenuto inesigibile.

La misura non prevede la cancellazione di tutte le cartelle esattoriali non riscosse nel quinquennio, ma solo di un discarico dei crediti dall’agente di riscossione all’ente impositore per permettere, tra l’altro, a quest’ultimo di togliere le somme dai bilanci.

Le polemiche al riguardo, però, sono state moltissime poiché si pensa che questo sia un ennesimo regalo nei confronti degli evasori che si troverebbero con i debiti cancellati a danno di chi è sempre in regola con i pagamenti.

Discarico cartelle esattoriali, cos’è e come funziona?

Cosa prevede il decreto Riscossione all’articolo 3? La norma prevede che per tutte le cartelle esattoriali affidate all’Agenzia delle Entrate Riscossione e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo sono automaticamente discaricate.

Al comma 2 del terzo articolo, tra l’altro, è previsto anche che:
l’Agenzia delle entrate-Riscossione puo’ trasmettere in qualsiasi momento all’ente titolare del credito, telematicamente e con le modalita’ stabilite dal decreto di cui al comma 1, la comunicazione di discarico anticipato delle quote che le sono state affidate dal 1° gennaio 2025” nel caso che si sia accertato:

  • il fallimento del debitore;
  • l’assenza di beni del debitore;
  • la mancanza di nuovi beni rispetto a quelli già presi in considerazione che non hanno consentito il recupero delle somme.

Il comma 2, quindi, sottolinea la possibilità del discarico delle cartelle anche prima che siano trascorsi i 5 anni previsti dal comma 1, nei casi in cui il debito sia ritenuto inesigibile fin da prima.

Al comma 3, infine, viene concessa la possibilità agli stessi enti creditori di chiedere all’Agenzia delle Entrate Riscossione la riconsegna anticipata dei carichi iscritti a ruolo:

  • dopo 24 mesi dalla presa in carico se si tratta di crediti affidati alla riscossione prima dell’entrata in vigore di questo decreto (8 agosto 2024);
  • tra il ventiquattresimo e il trentesimo mese successivo alla presa in carico se affidati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

Perché è stato previsto il discarico delle cartelle?

Togliere il carico dei debiti inesigibili all’Agenzia delle Entrate Riscossione significa anche permettere al personale di dedicarsi ai debiti che esigibili lo sono. Ricordiamo, infatti, che l’Agenzia è dotata di un personale al di sotto del proprio fabbisogno e destinare le energie di quest’ultimo a riscuote crediti che difficilmente rientreranno, è sicuramente controproducente.

In ogni caso la cancellazione del debito dovrebbe basarsi non solo sul tempo che si è impiegato a riscuoterlo senza riuscirci, ma anche su altri fattori come ad esempio quanto tempo è trascorso dal momento che il debito è sorto, il suo ammontare, la stima delle possibilità di recupero e la situazione finanziaria del debitore (quest’ultimo dato potrebbe essere desunto dalla situazione dei conti correnti bancari, ad esempio).

Quali sono i debiti inesigibili?

Capita che un debitore non voglia o non riesca a saldare i debiti che ha contratto. Quando il debito, però, si trasforma in cartella esattoriale si rischia che vengano attivate procedure di riscossione che prevedono l’utilizzo di fermo amministrativo, ipoteca o pignoramento presso terzi. Questo garantisce al creditore (che molto spesso è l’Erario) di rientrare delle somme di cui è a credito.

In alcuni casi, però, i debiti vengono considerati inesigibili, ovvero altamente improbabili da riscuotere da parte del creditore. Un credito diventa inesigibile quando l’attività di recupero non ha dato gli esiti sperati, la parte debitrice non sia in grado di saldarlo, il debitore sia irreperibile (o deceduto) o, in alternativa, abbia dichiarato fallimento.

Se l’agente di riscossione non può ipotecare o pignorare nulla, come si fa in modo che il debito venga saldato? Se il debitore è nullatenente come si può sperare di tornare in possesso delle somme di cui si è creditori? E ancora, se il debitore è deceduto da chi si pretenderà il pagamento del debito?

In tutti questi casi il debito è considerato inesigibile e sono proprio queste le casistiche per le quali si vuole prevedere la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali. Continuare a vantare un credito, infatti, per l’ente creditore significa solo mantenere quelle somme (che non recupererà) nel proprio Bilancio.

Attualmente i crediti considerati inesigibili vengono cancellati, periodicamente, con lo stralcio delle cartelle esattoriali che, solitamente, interviene sui debiti più vecchi e con importo non troppo alto (l’ultimo stralcio ha riguardato debiti che avevano almeno 8 anni e con importo che non superava i 1.000 euro). Prevedere un discarico automatico per questi debiti, quindi, farebbe venire meno il bisogno di prevedere periodicamente il “saldo e stralcio” (che alla fine fa la stessa cosa).

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