Per chi ha cartelle esattoriali da pagare è in arrivo una scadenza da non dimenticare. Vediamo chi deve pagare entro il 5 giugno.
Per chi ha cartelle esattoriali da pagare è bene fare attenzione alla scadenza del 5 giugno 2024. Le cartelle esattoriali rappresentato, per i contribuenti, un problema che desta molte preoccupazioni. Ci sono soggetti che collezionano un numero abbastanza alto di cartelle di pagamento che non riesce a saldare rischiando procedure esecutive come pignoramento, ipoteca e fermo amministrativo.
Per sanare i debiti con l’Agenzia delle Entrate, fortunatamente, intervengono periodicamente misure come la “pace fiscale”. L’ultima, prevista dalla Legge di Bilancio 2023, ha previsto una rottamazione delle cartelle che prevede la restituzione della sola quota capitale del debito, senza la maggiorazione di sanzioni e interessi.
leggi anche
Controllo cartelle esattoriali, come verificare la situazione debitoria sul sito dell’Agenzia delle Entrate
La scadenza del 31 maggio per le cartelle esattoriali
Per chi ha presentato domanda di adesione alla definizione agevolata 2023 (entro il 30 giugno 2024) è in corso il piano di dilazione da esso previsto. La rottamazione, infatti, permetteva di scegliere se versare il dovuto in un’unica soluzione entro il 31 ottobre, o se dilazionale il debito fino a 18 rate (da versare trimestralmente nei 5 anni successivi).
Le prime tre rate del piano di dilazione della rottamazione quater sono scadute il 31 ottobre 2023, il 30 novembre 2023 e il 28 febbraio 2024. La quarta rata della rottamazione, invece, si sta dirigendo verso la sua scadenza fissata al 31 maggio.
Rischio decadenza sempre in agguato
Quando si aderisce a un piano di rateizzazione, in modo particolare con la rottamazione che ha meno flessibilità rispetto alle dilazioni ordinarie, il rischio di decadere è sempre dietro l’angolo.
La rottamazione, infatti, prevede una tolleranza massima di 5 giorni dalla scadenza inizialmente prevista e se il versamento tarda si decade dal beneficio con la conseguenza di dover pagare, oltre al debito, anche sanzioni, interessi e aggio.
Il problema principale della rottamazione è che avendo scadenze trimestrali e piani di dilazione molto lunghi, è più facile dimenticare una scadenza e decadere.
La scadenza slitta al 5 giugno
Il 31 maggio 2024 scade la quarta rata della rottamazione. L’importo da versare è lo stesso che si è pagato a febbraio perché solo le prima due rate prevedevano somme più alte (il 10% ognuna dell’intero debito), mentre dalla terza rata in poi l’importo rimane invariato (il 5% del debito).
Cosa succede se non si versa la quarta rata entro il 31 maggio? In teoria nulla perché, come detto, la rottamazione prevede una tolleranza di 5 giorni e di fatto la rata può essere versata senza conseguenza alcuna entro il 5 giugno 2024.
Per chi non versa entro il 5 giugno, però, il discorso è diverso perché lasciar passere questa data senza versare il dovuto significa perdere tutti i benefici che la rottamazione prevede. Per saldare il proprio debito, poi, si dovrà provvedere al versamento in un’unica soluzione dell’importo residuo dovuto, maggiorato da sanzioni o interessi. In alternativa è possibile chiedere anche un piano di dilazione ordinaria (la rottamazione quater, in caso di decadenza, non prevede l’esclusione dalla rateizzazione ordinaria) a cui, però, saranno aggiunti sempre interessi e sanzioni con la conseguenza di dover pagare, oggettivamente, di più.
Proprio per questo motivo la scadenza del 5 giugno è fondamentale per poter continuare a beneficiare dello sconto che la rottamazione comporta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA