In alcuni casi anche un sollecito di pagamento interrompe i termini di prescrizione di una cartella esattoriale. Vediamo cosa dice la Corte di Cassazione in proposito.
La prescrizione di una cartella esattoriale solitamente si interrompe qualora ci sia un atto da parte del creditore che indichi con precisione non solo il credito a cui fa riferimento, ma anche l’importo e la causale per rendere al debitore più facile individuare l’obbligo che gli viene chiesto di onorare e la sua fondatezza.
Cosa accade al debitore e alle cartelle esattoriali quando il Fisco invia un sollecito di pagamento? A rispondere è la Corte di Cassazione con l’ordinanza 25226 del 2023 con la quale chiarisce la questione del valore del sollecito di pagamento sulla prescrizione di una cartella esattoriale.
Prescrizione cartella esattoriale, quando interviene?
Per capire meglio la presa di posizione della Suprema Corte è bene capire come funziona laprescrizione delle cartelle esattoriali e grandi linee.
Non essendoci una legge che stabilisca la prescrizione della cartella esattoriale per ognuna di esse si deve far riferimento ai termini di prescrizione previsti per le sanzioni o le imposte a cui si riferisce e nello specifico:
- 10 anni per quelle riferite alle imposte che si devono allo Stato come l’Iva, l’Irpef o l’imposta di bollo;
- 5 anni per quelle riferite alle Regioni, ai Comuni e alle Province come Tari, Imu, multe e sanzioni;
- 3 anni per i bolli auto non pagati.
Il termine di prescrizione di una cartella esattoriale parte dal giorno successivo a quello in cui la stessa viene ricevuta. Una volte decorso il termine previsto per la prescrizione il pagamento della cartella non è più dovuto, ma bisogna fare attenzione perché i termini di prescrizione possono essere interrotti. Cosa interrompe la prescrizione?
Cartella esattoriale, cosa interrompe la prescrizione?
A interrompere la prescrizione di una cartella esattoriale può essere anche un sollecito di pagamento inviato tramite raccomandata o Pec, ma deve contenere tutti gli estremi elencati all’inizio ovvero:
- il credito a cui si fa riferimento;
- l’importo;
- la causale o la fonte da cui il credito proviene.
Se il sollecito è inviato dall’Agente di Riscossione (come l’Ader) tale sollecito è chiamato intimazione di pagamento, ovvero un atto che ripropone in modo preciso la cartella esattoriale iniziale rinnovando l’invito di pagamento.
Il sollecito interrompe la prescrizione?
Se il sollecito è un’intimazione di pagamento allora interrompe i termini di prescrizione. Se, invece, il sollecito, anche inviato a mezzo raccomandata o Pec è solo un invito a pagare, senza specificare il debito, la causale e l’importo del debito stesso, i termini di prescrizione non possono ritenersi interrotti.
Se l’intimazione di pagamento da parte dell’amministrazione tributaria, inoltre, arriva al contribuente una volta decorsi i termini della prescrizione, la stessa è inefficace e non sortisce alcun effetto.
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