Parte la fase di attuazione della direttiva Case Green, dal 1° gennaio 2025 vige il divieto di riconoscere incentivi fiscali per l’installazione di caldaie a gas. Ecco tutte le tappe previste.
In attuazione della direttiva Case Green, l’Italia non conferma a partire dal 1° gennaio 2025 le agevolazioni fiscali legate alla sostituzione di vecchie caldaie con installazione di caldaie a gas. Restano gli incentivi solo per i modelli ibridi che di conseguenza inquinano meno.
La direttiva Case Green sta mettendo in allarme milioni di italiani, in base ai dati forniti da Enea, quindi abbastanza attendibili, in Italia circa la metà degli edifici residenziali è in classe energetica “F” o “G”, cioè le più inquinanti. La classe energetica “G” è attribuita al 29,3% degli edifici, mentre la classe energetica “F” a 23,4% degli edifici. In Italia solo il 26% degli edifici è classe “D”, le ultime, se i parametri restassero quelli oggi adottati per la classificazione, sarebbero le uniche regolari. In Europa le cose non vanno meglio perché entro il 2050 devono essere ristrutturate il 60% delle abitazioni.
Questo implica che la maggior parte degli edifici deve essere sottoposto a interventi di riqualificazione energetica anche importanti perché su vecchie strutture non è facile eseguire lavori che riescano a ridurre l’impatto ambientale, non basta infatti installare pannelli, diventa essenziale la coibentazione.
Vediamo però in modo più approfondito cosa prevede, per ora, la direttiva Case green, quali sono i limiti e i tempi di attuazione.
Cosa prevede la direttiva Case green?
La direttiva Case green adottata dall’Unione Europea prevede norme per la riqualificazione energetica degli edifici presenti nei Paesi dell’Unione e per la realizzazione dei nuovi edifici. Si mira ad avere edifici a emissioni zero che quindi non siano inquinanti e di conseguenza utilizzino fonti energetiche rinnovabili e abbiano bassi consumi energetici.
Attualmente gli edifici sono classificati dalla lettera “G” alla lettera “A”, la lettera “G” corrisponde agli edifici più inquinanti e la lettera “A” quelli meno inquinanti.
La disciplina della direttiva Case Green è molto cambiata, infatti, i parametri stringenti inizialmente previsti sono stati modificati. Questo anche grazie all’intervento dell’Italia. Le norme approvate in via definitiva e che ora devono essere attuate dai Paesi membri, tra cui l’Italia, prevedono:
- riduzione delle emissioni inquinanti da edifici residenziali del 16% entro il 2030;
- riduzioni di emissioni inquinanti del 20-22% entro il 2035;
- Il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori.
Diversi i parametri per gli edifici di nuova costruzione.
A partire dal 2030 gli edifici di nuova costruzione destinati ad abitazione civile devono essere a impatto zero. Naturalmente chi inizia ora la costruzione di un nuovo edificio deve pensare a un immobile che comunque sia in regola con i nuovi parametri in modo da avere l’attribuzione di una classe energetica a basso impatto ambientale.
Per gli edifici pubblici i limiti sono più stringenti, infatti, dal 2028 tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero.
Cos’è il Piano Nazionale di ristrutturazione
L’importante novità introdotta negli ultimi passaggi dell’approvazione della Direttiva è nella maggiore autonomia lasciata ai Paesi membri nel fissare i termini e le modalità per raggiungere gli obiettivi.
Per fissare il piano si parte comunque dalla realizzazione di una mappatura delle classi energetiche degli immobili e fissando i vari passaggi intermedi. Gli Stati Membri devono adottare entro il 2026 il Piano Nazionale di ristrutturazione comprendente anche la tabella di marcia degli interventi volti a raggiungere gli obiettivi. Il piano deve essere aggiornato ogni 5 anni.
In Italia in molti casi gli interventi del Superbonus hanno permesso di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, infatti, la normativa prevede che gli incentivi siano correlati al recupero di almeno due classi energetiche. La modifica delle norme ha però portato a un uso sempre meno frequente dinquesto strumento.
La direttiva Case Green prevede, inoltre, lo stop all’installazione di caldaie a gas a partire dal 2040, ma già dal primo gennaio 2025 i Governi UE dovranno però sospendere, senza sconti, i bonus per l’installazione.
Immobili esenti
La direttiva prevede che ogni Paese può avere una quota di edifici esenti che rappresenti massimo il 22% del patrimonio immobiliare. Possono essere esentati:
- i monumenti;
- le case di vacanza, ovvero quelle abitate meno di 4 mesi l’anno;
- i palazzi storici protetti;
- le chiese e altri edifici di culto.
- le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.
L’iter di approvazione della direttiva Case Green è terminato?
È bene ribadire che l’iter di approvazione della direttiva Case green è ormai terminato. Il 9 febbraio 2023 è arrivata l’approvazione da parte della Commissione europea.
Il 14 marzo 2023, in seduta plenaria a Strasburgo, il Parlamento europeo ha ratificato la direttiva COM(2021) 802 final 2021/0426(COD) sulla prestazione energetica nell’edilizia, più comunemente conosciuta come direttiva Case Green.
Il passo successivo è stato la procedura per arrivare al negoziato tra Commissione, Parlamento europeo e Paesi membri dell’Unione Europea. Questa fase è terminata nella primavera del 2024 apportando importanti novità che lasciano maggiore spazio di manovra ai Paesi membri nel delineare il piano di azione per l’adeguamento.
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Chi finanzia il progetto Case green?
La Direttiva dell’Unione Europea prevede che vi siano interventi di tipo pubblico che possano aiutare a raggiungere gli obiettivi previsti nella direttiva Case green. Naturalmente ora non è semplice capire l’entità degli aiuti anche perché la stessa dipende dai fondi messi a disposizione dall’UE.
Sulle sole famiglie è, invece, difficile contare, in base alle stime per poter effettuare lavori di riqualificazione energetica in grado di raggiungere gli obiettivi previsti dall’UE, per ogni abitazione si dovrebbero spendere circa 60.000 euro.
Nel frattempo sono numerosi i proprietari che stanno già cercando di capire in quale classe energetica è inserito il proprio immobile. Se trattasi di vecchia abitazione è necessario richiedere, se già non è stato fatto in passato, un Attestato di Prestazione Energetica (APE), questo è redatto da un tecnico qualificato in seguito a sopralluogo.
Per chi vuole iniziare i lavori si ricorda che gli incentivi per le ristrutturazioni degli immobili nel 2025 sono stati fortemente penalizzati, infatti, oltre ad essere ridotta l’aliquota per il Superbonus, vi è stato un drastico taglio anche per il bonus ristrutturazioni, ecobonus e sismabonus.
Vantaggi della direttiva Case Green
Fino ad ora sono stati sottolineati gli elementi che rappresentano dei dubbi sulla direttiva Case green, ma occorre dire che in realtà la disciplina potrebbe portare anche molti vantaggi.
Abbassare il livello di emissioni inquinanti vuol dire infatti migliorare la qualità della vita di tutti e tutelare la salute pubblica. L’inquinamento è causa di molte patologie anche particolarmente invalidanti. Inoltre fin dall’esecuzione dei primi interventi di efficientamento, compreso l’uso di energie rinnovabili, sarà possibile notare una riduzione dei costi energetici. Si stima che per un’abitazione che passa dalla classe energetica “G” alla “E”, il risparmio in bolletta possa essere di circa 3.000 euro l’anno.
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