I risultati del sondaggio di Money.it: per l’88% dei rispondenti la proposta di direttiva europea green sulla ristrutturazione obbligatoria delle case è sbagliata, per il 12% invece è giusta.
La proposta di direttiva Ue sulle cosiddette “case green” è sbagliata. Questo è il responso del sondaggio di Money.it, che è stato realizzato mentre il Parlamento europeo discute di questo possibile provvedimento che sta dividendo i Paesi membri dell’Unione europea. Tra i governi del Vecchio Continente quello italiano è contrario al provvedimento, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che sta provando a farlo modificare
Guardando i risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, emerge come l’88% dei rispondenti è contrario al possibile obbligo dell’Unione europea ai lavori di efficientamento energetico per raggiungere la classe E entro il 2030.
Poco più di un lettore su dieci (il 12%) pensa invece che l’obbligo imposto dall’alto sarebbe giusto e quindi ritiene adeguata questa proposta di direttiva. Il sondaggio conferma quindi la volontà dell’esecutivo di opporsi al provvedimento e cercare di modificarlo. Questo potrebbe essere fatto spostando più avanti nel tempo l’obbligo, magari accompagnandolo con sostegni ad hoc finanziato da fondi comuni, oppure eliminando del tutto.
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Direttiva europea sulle case green: il sondaggio sulla durata
No alla direttiva europea sulle case green. Stando al sondaggio i lettori non sembrerebbero avere dubbi: la proposta per il passaggio di tutti gli edifici italiani alla classe energetica E entro il 2030 e alla D entro il 2033, con tempi ancora più stretti per gli edifici pubblici, sarebbe sbagliata.
La proposta di direttiva prevede comunque dei margini di flessibilità: potrebbero ad esempio essere escluse le seconde case o gli edifici storici, con i singoli Paesi chiamati ad adeguare le regole alla natura del proprio patrimonio edilizio.
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La direttiva nasce per provare ad abbattere le emissioni inquinanti. Case e palazzi sono infatti responsabili di oltre un terzo delle emissioni a effetto serra dell’Unione. Oggi i nostri edifici sono divisi in classi energetiche a seconda di quanto inquinano. In Italia il 74% degli immobili ha classe inferiore alla D, il 60% inferiore alla E.
Secondo gli esperti intervistati da Money.it(Francesco Nocera e Gianpiero Evola dell’Università di Catania e Simone Franzò di Energy&Strategy), i lavori in casa potrebbero far risparmiare fino a 2000 o 3000 euro a famiglia sulla bolletta del gas ogni anno. Ma, attenzione: procedere con questi lavori costa decine di migliaia di euro e senza incentivi il gioco non vale la candela. Oggi in Italia c’è il Superbonus (con la sola detrazione in dichiarazione dei redditi in quattro anni), ma estenderlo a tutti per lo Stato costerebbe troppo. Insomma, ci vorrebbe un sostegno europeo finanziato da fondi comuni.
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