Il centrodestra si divide sul tema degli extraprofitti e non solo. Dopo ore di scambi, il segretario di Forza Italia Antonio Tajani rimane sulle sue. È un problema per il governo Meloni?
Giorgia Meloni potrebbe avere un problema. A decretare la divisione del centrodestra sarebbe il tema della norma sull’extraprofitti delle banche. La decisione è stata presa da Giorgia Meloni in persona, senza avvertire preventivamente i colleghi della maggioranza. Di fronte alle critiche di Forza Italia, e in particolare di Antonio Tajani, Meloni ha detto che non si pente della decisione presa sugli extraprofitti delle banche.
Il segretario di Forza Italia non si tira indietro dalla polemica e al pugno duro di Meloni risponde irritato che questo genere di norme vanno concordate e il provvedimento va modificato. Dai giornali arriva la notizia che il rapporto fra i due non è atteso e che si sono chiariti in diversi scambi nelle ultime ore. Nessuno dei due però fa marcia indietro sulla propria posizione.
Resta aperta la questione di un maggior coinvolgimento su temi importanti come nel caso degli extraprofitti delle banche. Per Tajani infatti rimane aperta la possibilità di presentare corpose modifiche al provvedimento quando questo approderà in Parlamento.
Scontro sull’extraprofitto tra Meloni e Tajani
Nelle ultime ore si è consumato uno scontro che sembra però già essere rientrato. Si tratta dello scontro nella maggioranza di centrodestra, tra Giorgia Meloni e il segretario di Forza Italia Antonio Tajani. La prima infatti non ha chiesto un confronto per la norma sugli extraprofitti delle banche, ma il neo segretario di Forza Italia avrebbe preferito essere messo al corrente. Ognuno rimane della propria posizione, senza fare marcia indietro, anche se i toni sono rientrati.
“Su moltissimi temi siamo in sintonia (ndr dal salario minimo alla volontà di ridurre la pressione fiscale, a partire dal rendere stabile il taglio del 7% del cuneo fiscale) questa vicenda non ha a che fare con la stabilità del governo”, ha spiegato Tajani. Il segretario di Forza Italia ha poi aggiunto che il suo partito ha una storia e una tradizione liberale e un’economia statalista non è nelle loro corde.
Tajani però comprende che sono partiti differenti, per quanto alleati e compatti e per questo ognuno ha la propria visione.
Richieste di modifica della norma: bisogna tutelare le piccole banche
Anche se i toni dello scontro sono rientrati, Antonio Tajani non fa un passo indietro e vuole dare battaglia alla norma nella sua scrittura, chiedendo modifiche corpose. Secondo il segretario di Forza Italia infatti bisogna tutelare le piccole banche escludendole dalla tassa, perché sono le banche del territorio, le più vicine ai risparmiatori e perché, per come è oggi la norma, finirebbero per pagare in proporzione più di colossi bancari stranieri.
Ma questa non è che la prima delle richieste, infatti Forza Italia preme anche per un sistema di deducibilità e per un incontro con i rappresentanti delle banche per assicurare che si tratterà di un intervento una tantum.
Tajani contro Salvini: no agli estremismi
Il segretario di Forza Italia resta fermo anche sui rapporti europei intrapresi dai suoi colleghi del centrodestra. In particolare Tajani ha più volte ribadito un “no” secco a un accordo con i partiti dell’ultra-destra europea, da quello di Marine Le Pen all’AfD tedesca. “Non è questione di veti, ma di realtà. Noi, in quanto partito del Ppe, non potremmo mai accettare un’intesa con partiti anti-europeisti come quello di Le Pen o l’AfD”, ha dichiarato.
Secondo Tajani il Ppe non accetterebbe mai un accordo di questo tipo. “In Europa non valgono le logiche italiane, non siamo io, Meloni e Salvini a decidere. Ogni gruppo ha una sua identità e autonomia. È irrealistico parlare di un’alleanza di questo tipo”, ha commentato l’ipotesi.
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