Cos’è e a cosa serva la certificazione unica, ex Cud? Che significa CU e come funziona? Scopriamo chi lo deve fare e quando, con le ultime novità del 2024.
La Comunicazione Unica, nota anche solamente come CU, rappresenta uno strumento fondamentale nell’ambito della documentazione fiscale nel nostro Paese. In passato, fino al 2015, era conosciuta come il modello CUD (Certificazione Unica dei redditi da lavoro dipendente e assimilati), ma con il tempo ha subito importanti trasformazioni.
La CU è, quindi, essenziale alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Ma perché è così importante e qual è la sua definizione? Quali sono le novità per il 2024? Cerchiamo di capire meglio come si compila, come si usa e tutto quello che c’è da sapere sul modello della Certificazione Unica.
Cos’è la Certificazione Unica (ex Cud) e cosa significa
La certificazione unica rappresenta uno degli adempimenti per i sostituti d’imposta, datori di lavoro o enti pensionistici e, allo stesso tempo, è il presupposto per lavoratori e pensionati per poter presentare, come anticipato, la dichiarazione dei redditi.
La CU è un documento fiscale comprovante la percezione di un reddito da parte di un contribuente (lavoratore dipendente o lavoratore autonomo).
La CU viene emessa e inviata dal soggetto che ha effettuato il pagamento. Ovviamente si tratta del datore di lavoro (sostituto d’imposta) nel caso dei lavoratori dipendenti (sostituiti), anche del settore pubblico, così come dell’Inps per i pensionati.
Questo modello ha sostituito il vecchio modello Cud, ed è trasmesso in modalità telematica all’Agenzia delle entrate e consegnata al lavoratore al fine di certificare i redditi da lavoro dipendente e assimilati corrisposti dal datore di lavoro (sostituto d’imposta) al lavoratore (sostituito) nel corso del periodo d’imposta specifico - la CU 2024 è relativa all’anno 2023, ad esempio.
La differenza principale tra CU e CUD risiede nella sua estensione: la Certificazione Unica comprende, infatti, una gamma più ampia di redditi e compensi. Questa evoluzione è stata introdotta con l’obiettivo di semplificare la dichiarazione dei redditi e migliorare l’efficienza della gestione delle informazioni fiscali.
A cosa serve la Certificazione Unica e perché è importante per la dichiarazione dei redditi
La Certificazione Unica svolge un ruolo cruciale nella documentazione fiscale, fornendo un quadro completo dei redditi percepiti nell’arco dell’anno solare di riferimento. Non si limita solo ai redditi da lavoro dipendente, ma comprende anche altre voci, come i compensi percepiti da collaborazioni coordinate e continuative, redditi di capitale e redditi diversi.
La sua funzione principale è quella di fornire ai contribuenti una panoramica esaustiva dei loro guadagni, permettendo, al medesimo tempo, un monitoraggio retributivo e fiscale in un unico modello.
Per i lavoratori dipendenti la certificazione unica assume particolare importanza poiché i relativi dati sono fondamentali per la compilazione del modello 730, necessari per calcolare il reddito complessivo e determinare le imposte dovute.
In altre parole, la certificazione unica consente all’Agenzia delle entrate di disporre degli estremi relativi ai redditi da lavoro dipendente che verranno inseriti nel modello 730 precompilato.
Come funziona la Certificazione Unica
Ogni anno il sostituto di imposta cede la CU a chi ha percepito, da lui, redditi. Di fatto, quindi, il datore di lavoro la consegna ai propri dipendenti mentre l’Inps dovrà consegnarla a pensionati e titolari di prestazioni come, ad esempio, Naspi o Dis Coll.. Ma sono diversi i dati inseriti nella Comunicazione Unica e ci sono delle deadline da rispettare.
Chi la deve fare e quando
La responsabilità della compilazione della CU ricade sui sostituti d’imposta, ovvero i datori di lavoro o enti che effettuano i pagamenti. Questi soggetti devono fornire la CU a tutti coloro che hanno percepito redditi soggetti a tassazione.
I lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi riceveranno la certificazione unica 2024 entro il 16 marzo. Anche l’Inps dovrà rendere disponibile la CU per pensionati, beneficiari della Naspi e della cassa integrazione entro la stessa data.
Tutti i lavoratori devono conservare la certificazione unica 2024 ai fini della successiva compilazione della dichiarazione dei redditi (modello 730 per i lavoratori dipendenti o modello Redditi PF per i lavoratori autonomi).
Ove il contribuente si accorga che i dati riportati nella certificazione unica non sono corretti, deve darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro/committente che ha emesso il documento, al fine di farne comunicare la correzione all’Agenzia delle entrate.
Scadenze: le novità del 2024
Quindi, l’invio della Certificazione Unica da parte dei lavoratori è sempre obbligatoria per via telematica all’Agenzia delle Entrate. Ma mentre la scadenza di consegna è sempre uguale, indipendentemente dal rapporto di lavoro, l’invio telematico ha una scadenza diversa in base al rapporto di lavoro intercorso nell’anno precedente. Ma per il 2024 c’è una novità:
- entro il 16 marzo la Certificazione Unica 2024 deve essere consegnata non solo a chi ha percepito redditi nel corso del 2023, ma deve anche essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate. La stessa scadenza, quindi, per un doppio adempimento;
- per le certificazioni contenenti esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili nel 730, la trasmissione telematica può essere effettuata entro la stessa scadenza del modello 770, fissata al 31 ottobre.
I dati presenti nella CU
La CU contiene una serie di informazioni dettagliate, tra cui il reddito complessivo del contribuente, le ritenute subite, i contributi previdenziali versati e altre voci rilevanti per la determinazione del reddito fiscale.
Il datore di lavoro può consegnare la certificazione unica al lavoratore in due modi diversi:
- in forma cartacea;
- via mail.
La certificazione unica in forma cartacea si compone di due fogli:
- nel primo foglio sono riportati tutti i dati anagrafici di chi ha percepito il reddito, oltre alla firma da parte del datore di lavoro;
- nel secondo foglio sono riportati i dati fiscali tipici della certificazione unica ovvero i redditi erogati e le detrazioni effettuate, distinte per tipologia.
La certificazione unica può essere inviata via mail soltanto a condizione che il datore di lavoro sia certo che il lavoratore dipendente sia nella posizione di ricevere la mail e stamparne il contenuto. In questo senso è, quindi, preferibile utilizzare un indirizzo di posta elettronica certificata (pec).
Come si compila la Certificazione Unica
La compilazione della Certificazione Unica (CU) è un processo dettagliato e cruciale che coinvolge i sostituti d’imposta, ovvero i datori di lavoro o gli enti che effettuano i pagamenti.
Il primo passo nella compilazione della CU consiste nella raccolta di tutte le informazioni pertinenti relative ai redditi percepiti dai beneficiari. Queste informazioni includono:
- dati anagrafici e fiscali;
- la causale dell’attività svolta;
- il reddito complessivo lordo;
- le ritenute subite;
- le somme non soggette a ritenuta (spese documentate);
- l’imponibile netto;
- i contributi previdenziali versati;
- altre voci specifiche richieste dalla normativa fiscale e dal settore di riferimento.
Successivamente, i sostituti d’imposta devono accedere al software o al sistema online utilizzato per la compilazione della CU, vale a dire il sito dell’Agenzia delle Entrate, dove è possibile trovare modelli e istruzioni dettagliate. Per semplificare il processo, alcuni sostituti d’imposta utilizzano moduli precompilati forniti dal sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Tali moduli contengono informazioni già trasmesse all’agenzia attraverso la Certificazione Unica dell’anno precedente. Tuttavia, è importante sottolineare che i sostituti d’imposta devono comunque verificare attentamente l’accuratezza di queste informazioni e apportare eventuali correzioni.
Solo dopo aver completato la compilazione della CU, i sostituti d’imposta devono consegnarla a ciascun beneficiario dei redditi entro la scadenza del 16 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento. La tempestiva consegna della Certificazione Unica è fondamentale per consentire ai contribuenti di avere a disposizione tutti i documenti necessari per la compilazione corretta della dichiarazione dei redditi, evitando ritardi e possibili sanzioni fiscali.
Certificazione Unica: quando si rischiano le sanzioni
Il mancato rispetto delle scadenze, così come la compilazione errata o parziale della Certificazione Unica, può comportare sanzioni più o meno salate per i sostituti d’imposta. È fondamentale, quindi, dotarsi degli strumenti giusti e di procedure rigorose per garantire l’aderenza ai regolamenti fiscali e per evitare potenziali multe.
Inoltre, anche i contribuenti devono prestare la massima attenzione nella presentazione della CU in sede di dichiarazione dei redditi, evitando omissioni o errori che potrebbero comportare conseguenze fiscali e legali non di poco conto.
Ma cosa si rischia se si invia la Certificazione Unica in ritardo oppure non si compila proprio? Ci sono dei tempi di tolleranza definiti dalla legge, che possono variare a seconda della gravità del ritardo e dell’eventuale inottemperanza di una segnalazione.
- Se la CU viene scartata dall’Agenzia delle Entrate ma viene corretta dal sostituto d’imposta entro 5 giorni dalla data della segnalazione di scarto, non verrà corrisposta alcuna sanzione.
- Se, invece, dopo una prima segnalazione di scarto viene inviata nuovamente una CU errata entro 60 giorni dalla scadenza ordinaria (16 marzo 2024, per l’anno in corso), si rischia una sanzione pari a 33,33 euro per ogni CU errata, fino a un tetto massimo di 20.000 euro l’anno.
- Infine, se non viene inviata alcuna CU oppure viene inviata oltre il termine di 60 giorni dalla data di scadenza, si riceve una multa di 100 euro per ogni CU, fino a un tetto massimo di 50.000 euro l’anno.
Insomma, vale la pena sempre controllare ogni dato della CU, comprese le scadenza, sia per il sostituto d’imposta che per il dipendente, al fine di non incorrere in sanzioni evitabili e non compromettere la buona riuscita della dichiarazione dei redditi.
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