Cessione del credito con Poste Italiane: come funziona? Vediamo novità, procedura e documenti non solo per il superbonus 110%, ma per tutti i bonus edilizi.
Cessione del credito con Poste italiane, non solo per il superbonus 110% ma anche per gli altri bonus fiscali: la piattaforma è tornata attiva dal 7 marzo 2022. Ma come funziona?
La sospensione del servizio di acquisto di crediti si era resa necessaria visti i numerosi interventi legislativi alla normativa della cessione del credito. Proprio per questo motivo sono cambiati anche i documenti da presentare per usufruire dell’opzione che consente la monetizzazione della detrazione.
Le novità, però, non sono finite qui: vediamo chi può richiedere la cessione del credito con Poste, quali sono i crediti cedibili, i documenti da presentare e i controlli da superare.
Cessione del credito con Poste Italiane: tutto quello che c’è da sapere
Chi può richiedere la cessione del credito con Poste
La cessione del credito con Poste italiane può essere richiesta da:
- imprese;
- privati;
- liberi professionisti.
Tutti e tre i soggetti devono avere una serie di requisiti:
- devono essere titolari originari di un credito d’imposta;
- è necessario avere un conto corrente BancoPosta, accessibile solo tramite Spid.
A partire dal 7 marzo 2022 Poste Italiane valuterà l’acquisto di crediti d’imposta unicamente da quei soggetti che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (cioè, le cosiddette prime cessioni). Dal punto di vista pratico, significa che Poste al momento non acquista nessun credito d’imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di sconto in fattura.
Ma come funziona la cessione del credito con Poste? Tutte le comunicazioni con il cliente avverranno tramite email. L’iter di richiesta della cessione dei crediti d’imposta prevede l’indicazione da parte del cliente di una email che deve essere verificata con frequenza: Poste comunicherà ogni richiesta di informazioni e documentazione solo ed esclusivamente con questa modalità. Nelle email verrà indicata anche la tempistica per il riscontro, da seguire in modo tassativo.
Fino a che Poste non proceda con l’accettazione del credito sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate, il cliente potrà recedere dalla richiesta di cessione senza penali.
Non solo superbonus 110%: quali crediti si possono cedere
I crediti che si possono cedere con Poste Italiane sono:
- il superbonus 110%, a fronte di lavori di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, eliminazione delle barriere architettoniche, ripartito in 5 quote annuali o in 4 quote annuali per le spese sostenute dal 2022;
- l’ecobonus ordinario, ripartito in 10 quote annuali;
- il sismabonus ordinario (misure antisismiche), ripartito in 5 quote annuali;
- bonus ristrutturazione, ripartito in 10 quote annuali;
- recupero o restauro facciate, ripartito in 10 quote annuali;
- installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, ripartito in 10 quote annuali.
Il servizio di Poste Italiane è attivo solo per le richieste di cessione presentate dai beneficiari originari del credito d’imposta e relativamente alle quote annuali fruibili a partire dal 2023 in relazione a crediti maturati a fronte di spese:
- sostenute nel 2022;
- sostenute a rate residue di spese sostenute negli anni precedenti.
Il titolare del credito d’imposta è tenuto a cedere l’importo complessivo del credito d’imposta o le quote residue non ancora utilizzate in detrazione, senza poter effettuare cessioni parziali.
L’importo complessivo massimo cedibile (anche tramite più cessioni) è pari a 150.000 euro per tutti i cedenti.
A quanto ammonta ogni credito ceduto?
L’ammontare viene calcolato come percentuale sul valore nominale e varia in funzione del tipo di credito d’imposta oggetto di cessione, della durata dello stesso e delle annualità cedute.
Il cliente avrà la possibilità di verificare il corrispettivo concreto della cessione del suo credito di imposta nell’ambito della bozza di proposta contrattuale. Se il corrispettivo dovesse risultare non in linea con le sue aspettative, resta inteso che il cliente rimane libero di non sottoscrivere la proposta.
L’importo liquidato per la cessione di crediti d’imposta con recupero, rispettivamente, in quattro, cinque e dieci anni (con cessione di tutte le annualità) sarà pari a:
- 100 euro per ogni 110 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi relativi al superbonus 110% con recupero in 4 anni (pari al 90,91% del valore nominale del credito d’imposta maturato);
- 89,5 euro per ogni 100 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il superbonus 110% con recupero in 5 anni (pari al 89,5% del valore nominale del credito d’imposta maturato);
- 80 euro per ogni 100 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il superbonus 110% con recupero in 10 anni (pari al 80% del valore nominale del credito d’imposta maturato).
Poste Italiane fa anche degli esempi pratici:
- se il costo dei lavori è di 50.000 euro e il credito d’imposta è pari al 110% (con il superbonus) con recupero fiscale in 4 anni, il controvalore riconosciuto sarà pari a 50.000 euro;
- se il costo dei lavori è di 50.000 euro e il credito d’imposta è pari al 50% con recupero fiscale in 5 anni (25.000 euro), il controvalore riconosciuto sarà pari a 22.375 euro;
- se il costo dei lavori è di 50.000 euro e il credito d’imposta è pari al 50% con recupero fiscale in 10 anni (25.000 euro), il controvalore riconosciuto sarà pari a 20.000 euro.
I controlli di Poste Italiane
Anche Poste Italiane effettua i controlli sui crediti ceduti, con verifiche soggettive sul richiedente e oggettive sulla documentazione specifica.
In fase di identificazione del cliente, Poste inizia con i controlli standard antiriciclaggio, Poste Italiane effettua ulteriori controlli come, per esempio:
- la presenza di segnalazioni in CAI (Centrale Allarme Interbancaria) relative all’emissione di assegni senza autorizzazione e/o senza fondi o utilizzo improprio di carte di credito;
- lo status “attivo” del conto corrente;
- una anzianità aziendale non inferiore a 18 mesi (per le persone giuridiche).
L’esito negativo di questi primi controlli soggettivi impedisce l’accesso al servizio.
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I documenti da presentare
I documenti da presentare per poter andare avanti con la procedura di cessione del credito sono:
- copia dell’asseverazione dei lavori eseguiti;
- copia del modulo di comunicazione dell’opzione di cessione del credito d’imposta, con relativa ricevuta rilasciata da quest’ultima;
- copia di una dichiarazione dell’intermediario fiscale, esclusivamente nella forma che sarà resa disponibile al proponente a un link specifico all’interno dell’area dedicata, nella quale l’intermediario attesta che il “modulo di comunicazione” è conforme a quello da lui trasmesso all’Agenzia delle Entrate. La predetta dichiarazione è strutturata in due sezioni: la prima è da compilare obbligatoriamente in ogni caso, mentre la seconda va compilata solo in assenza dell’obbligo di apposizione del visto di conformità sul modulo di comunicazione;
- copia dei bonifici di pagamento da cui risulti la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto che beneficia della detrazione e il codice fiscale o partita IVA del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;
- copia di un documento attestante il diritto di proprietà o di godimento sull’immobile sul quale sono stati effettuati i lavori cui fa riferimento il credito d’imposta che si propone di cedere a Poste Italiane (e.g., visura catastale storica per la proprietà, contratto di locazione o comodato d’uso per il godimento);
- copia di documentazione che dimostri la capacità reddituale o patrimoniale del proponente la cessione del credito d’imposta con riferimento al costo dei lavori eseguiti (e.g., per le persone fisiche cedolino o dichiarazione dei redditi dell’ultimo anno; per le persone giuridiche ultimo bilancio approvato o ultima dichiarazione dei redditi presentata).
L’invio di documentazione errata o non conforme a quanto richiesto, o il mancato rispetto delle tempistiche richieste per l’invio della stessa, comporterà il rifiuto della richiesta di cessione del credito d’imposta da parte di Poste Italiane.
Quanto tempo ci vuole?
Superati i controlli soggettivi e documentali, le tempistiche stimate per l’accettazione da parte di Poste della proposta di cessione del credito d’imposta e la successiva liquidazione del corrispettivo sul conto corrente BancoPosta del cliente possono arrivare a due mesi e mezzo e vanno a sommarsi alla tempistica a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per i relativi controlli preventivi.
Le tempistiche potrebbe cambiare in base ai volumi delle richieste e a eventuali cambiamenti nel processo.
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