Cessione del credito sbloccata verso le partite Iva: le ultime novità

Antonella Ciaccia

01/07/2022

Il governo trova la soluzione per la cessione dei crediti d’imposta del superbonus. Sì alla cessione dalle banche a professionisti e partite Iva. Esclusi i consumatori finali.

Cessione del credito sbloccata verso le partite Iva: le ultime novità

Individuata una soluzione per allargare le maglie del meccanismo delle cessioni così da sbloccare i crediti, la cui immobilità sta mettendo in difficoltà molte aziende.

L’Esecutivo ha depositato un emendamento, approvato la scorsa notte dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera che hanno in esame il ddl di conversione del decreto “Aiuti” (dl 50/2022).

Con esso, il Governo interviene sulla cessione dei crediti aprendo a società, professionisti e partite Iva. La norma è la riformulazione di un emendamento di maggioranza al decreto Aiuti, che prevedeva la possibilità per le banche di cessione solo ai “clienti professionali”.

Per effetto della nuova norma, le banche non saranno più limitate a operare le cessioni a favore dei clienti professionali privati, ma potranno cedere il credito a tutti i soggetti diversi da consumatori o utenti.

La cessione non potrà avvenire nei confronti delle persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta. Si amplia pertanto la platea dei cessionari, escludendo però i consumatori finali.

Resta fermo invece il punto del Governo sui nuovi fondi: nessuno spazio a nuove proroghe e nessuno sforamento per le eccedenze di credito oltre l’anno.

In attesa che il ddl venga discusso in Aula alla Camera lunedì prossimo, approfondiamo le intenzioni dell’Esecutivo in merito alle correzioni della procedura cessioni dei bonus edilizi e in materia di compensazione di crediti maturati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Fondi e proroghe al superbonus bloccati dal Governo

È ormai noto che nelle scorse settimane, associazioni imprenditoriali e professionali, oltre a gran parte delle forze politiche, avevano invocato una soluzione al problema dei crediti bloccati. Ricordiamo che molte banche hanno superato la “capienza fiscale” necessaria per fruire della compensazione, il che ha messo in difficoltà molte aziende alle prese con soldi anticipati e impossibili da recuperare.

Fino all’ultimo i gruppi hanno tentato di ottenere di più, o almeno di allargare le garanzie per chi acquista i crediti, ma il Governo è stato categorico: fissati paletti ben precisi e individuato il punto di caduta. Per il bonus al 110% non possono essere stanziati nuovi fondi, né concesse altre proroghe.

Allora come intervenire per scongiurare il fallimento di medie e piccole imprese edili, intrappolate nella morsa dei crediti bloccati?

Il correttivo sul superbonus, rivede la possibilità concessa a banche e istituti finanziari qualificati di poter effettuare la cosiddetta quarta cessione dei crediti dei bonus edilizi solo a propri correntisti, oppure a correntisti della banca capogruppo, qualificabili sempre come clienti professionali.

Con la riformulazione del Governo, frutto di una lunga e sfiancante mediazione tra il ministero dell’Economia e i partiti di maggioranza, si va verso una soluzione: ampliare di molto la platea dei cessionari, escludendo solo i consumatori.

Via libera al passaggio dei crediti a tutte partite Iva

Con la nuova norma, il Governo autorizza la cessione nei confronti di tutte le partite Iva lasciando fuori, come detto, solo i consumatori.

Allargando la platea dei beneficiari, gli istituti bancari potranno cedere sempre i crediti derivanti da superbonus e altri bonus edilizi a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti “retail”, che abbiano un conto corrente presso la stessa banca.

In una prima versione, il ministero dell’Economia limitava lo spettro solo alle comunicazioni di prima cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate dal primo luglio 2022.

La modifica apportata dall’emendamento approvato, dovrebbe quindi sbloccare la situazione al momento in stato di paralisi: le banche hanno acquistato crediti che non riescono più a rivendere e, di conseguenza, non ne acquistano altri.

Indagini sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi

Nel frattempo la “Commissione banche” si è esposta annunciando di aver avviato un’indagine sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. Coinvolte undici grandi banche, più la Cassa depositi e prestiti e le Poste. Sono stati inviati questionari per verificare le richieste ricevute e i tassi di sconto applicati.

In un nota della Commissione si legge quanto segue:

A seguito di numerose segnalazioni ed esposti ricevuti, l’Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha deliberato di inviare alle principali banche significant nazionali un questionario per verificare l’operatività del sistema bancario italiano. L’indagine conoscitiva avviata riguarda i crediti relativi al superbonus 110% e ad altri bonus oggetto delle normative che si sono susseguite negli ultimi anni.

Pertanto, attraverso la compilazione del questionario, le undici «banche significant» nazionali - Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Bmp, Credem, Banca popolare di Sondrio, Banca Carige - più la Cassa depositi e prestiti e le Poste, dovranno fornire entro l’11 luglio dati e informazioni su base trimestrale dei crediti acquisiti, riportando, ad esempio, il numero di richieste ricevute, annullate e erogate nonché i tassi di sconto applicati e le tempistiche registrate.

Compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della Pa

Con un emendamento approvato nella medesima sede viene resa strutturale la possibilità di pagamento dei debiti maturati con lo Stato mediante compensazione con i crediti commerciali, certi, liquidi, esigibili e regolarmente certificati.

Cosa significa? Con la norma, firmata da Azzurra Cancelleri (M5S) diventa strutturale, e non più provvisoria, da rinnovare di anno in anno, la compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione con i debiti derivanti da cartelle esattoriali.

Con riferimento alla tipologia di crediti compensabili, oltre a quelli previsti dalla disciplina ordinaria, ovvero relativi a somministrazione, forniture e appalti, la disciplina speciale si estende ai crediti derivanti da prestazioni professionali inseriti nella piattaforma del ministero dell’Economia e delle Finanze dei crediti commerciali certificati.

Come riporta Il Sole 24 Ore, in una nota sulla proposta di modifica approvata dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, Cancelleri (M5S) si è così espressa: «Con l’approvazione del mio emendamento al dl aiuti passano i principi del disegno di legge, approvato alla Camera in prima lettura e rimasto impantanato al Senato, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione. Velocizziamo così l’iter per consolidare l’obiettivo di garantire alle stesse di soddisfare le proprie ragioni creditizie compensandole con i debiti cui sono obbligate verso la Pa, interrompendo quella discutibile prassi che prorogava di anno in anno la disciplina».

E, conclude: «Continueremo a lavorare per interventi più decisi volti ad ampliare il novero dei crediti compensabili e una maggiore consapevolezza di quanto la questione sia centrale per la sopravvivenza delle nostre imprese».

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