Ecco chi ha diritto al mantenimento e chi invece deve pagare l’assegno se i due coniugi hanno lo stesso reddito. Le differenze tra separazione, divorzio e mantenimento dei figli.
L’assegno di mantenimento è uno degli argomenti più spinosi per le coppie separate, soprattutto quando non è così chiaro chi sarà obbligato a pagarlo e chi potrebbe essere il beneficiario. Una situazione che appare complessa è quella in cui i coniugi hanno un reddito molto simile, anche considerando spese fisse e rendite ulteriori rispetto al guadagno professionale. Ecco cosa succede in questi casi e chi deve pagare l’assegno di mantenimento.
Assegno di mantenimento tra coniugi con lo stesso reddito
Nella valutazione dell’assegno di mantenimento in seguito alla separazione dei coniugi si può ancora tenere conto del tenore di vita mantenuto dalla coppia durante il matrimonio. In questo caso, se uno dei due senza colpa non riesce a mantenere uno stile di vita simile ha diritto a un’integrazione da parte del coniuge, per l’appunto l’assegno di mantenimento.
Ciò perché la separazione è una condizione espressamente transitoria. Anche se i coniugi non sono obbligati a divorziare e possono rimanere separati, scelta che per vari motivi è più frequente di quanto si pensi, è concepita come una fase di sospensione per dare il tempo di riconciliarsi o decidere in via definitiva sul divorzio. Nel frattempo è importante che entrambe le parti non siano eccessivamente svantaggiate dalla rottura della relazione, considerando la permanenza della maggior parte degli obblighi reciproci.
Il mantenimento, tuttavia, viene determinato soltanto in presenza di una concreta disparità reddituale tra i due coniugi. L’assegno di mantenimento non spetta se i coniugi hanno lo stesso reddito, ma anche se semplicemente le capacità economiche sono molto simili. L’orientamento della Corte di Cassazione, per esempio, è piuttosto solido nel non considerare disparità la differenza di stipendio nell’ordine delle centinaia di euro.
Non solo, se c’è una differenza sensibile di reddito e quindi l’incapacità di proseguire ad avere un tenore di vita analogo a quello matrimoniale, ma ciò è dovuto alla negligenza del coniuge in difetto non spetta comunque l’assegno di mantenimento. Quest’ultimo non spetta nemmeno al coniuge a cui è stata addebitata la separazione, al quale il tribunale ha quindi riconosciuto la responsabilità per la fine dell’unione coniugale.
La differenza tra i redditi è invece irrilevante nell’eventuale determinazione di un risarcimento danni.
Differenze con l’assegno di divorzio
Tutto cambia dopo il divorzio, perché da questo momento il tenore di vita matrimoniale non è più un parametro da prendere in considerazione. L’assegno divorzile, infatti, spetta soltanto all’ex coniuge che non è in grado di mantenersi ed essere autosufficiente dal punto di vista economico, ammesso che non abbia colpe in proposito. Per questa ragione, anche in caso di un’importante disparità reddituale tra gli ex coniugi non c’è in automatico diritto all’assegno.
C’è però un’eccezione fondamentale di cui tenere conto, ossia la funzione compensativa dell’assegno di divorzio, su cui la Cassazione fa grande affidamento. In particolare, a prescindere dall’indipendenza economica, l’ex coniuge ha diritto a un assegno divorzile quando la disparità reddituale è dovuta a un sacrificio compiuto per la famiglia e di comune accordo con l’altro.
Così, anche riguardo all’assegno divorzile la differenza tra i redditi può assumere un ruolo rilevante, ammesso che siano documentate le circostanze per ritenere che abbia una funzione perequativa. Anche in questo caso, però, se i due coniugi hanno lo stesso reddito o comunque capacità economiche analoghe, è assai difficile che venga riconosciuto il diritto all’assegno. Non essendoci disparità, infatti, le eventuali rinunce professionali dell’ex coniuge non hanno presumibilmente consentito l’arricchimento dell’altro.
Differenze con il mantenimento ai figli
La disparità di reddito tra i genitori non ha alcuna rilevanza per quanto riguarda l’assegno di mantenimento dovuto ai figli. La prole ha infatti diritto ad avere lo stesso tenore di vita dei genitori, a prescindere dalla vita matrimoniale, ricevendo da ognuno quanto può a seconda delle possibilità economiche.
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