Il risultato delle elezioni politiche 2022 dipenderà dall’assegnazione dei collegi uninominali e plurinominali. Ecco di cosa si tratta e quali sono le differenze tra i due.
Con la legge elettorale attualmente utilizzata in Italia, il Rosatellum, i seggi in parlamento vengono assegnati in parte con i collegi uninominali e in parte con quelli plurinominali.
Spesso in questi giorni abbiamo sentito parlare di collegi uninominali e plurinominali, tuttavia pochi sanno cosa significano davvero nonché qual è la differenza tra i due. Comprenderne il significato è però molto importante, anche solo per capire chi avrà vinto le elezioni del 25 settembre.
Va detto che il collegio uninominale per anni è stato eliminato: inizialmente introdotto dalla cosiddetta legge Mattarella del 1993, era stato cancellato dalla legge elettorale conosciuta come Porcellum, nel 2005. Tredici anni dopo, con l’introduzione del Rosatellum, torna a fare la sua comparsa per le elezioni politiche del 2018, quelle che per intenderci hanno portato all’elezione del Parlamento prossimo allo scioglimento.
Anche sul risultato delle elezioni politiche del 2022, quindi, incideranno molto i voti conseguiti nei collegi uninominali, ed è per questo che i singoli partiti hanno prestato particolare attenzione nell’individuare i migliori candidati.
Per capire meglio come si vota alle prossime elezioni, ma anche come si vince, facciamo dunque chiarezza sul significato di collegio uninominale, nonché sui criteri con cui viene assegnato e sulle differenze con il collegio plurinominale.
Cosa sono i collegi uninominali e plurinominali
Con il termine collegi elettorali si intendono quelle divisioni del territorio dove ciascuna ha il diritto a esprimere un certo numero di seggi in Parlamento. Come anticipato, l’attuale legge elettorale italiana ne prevede due tipi, gli uninominali e i plurinominali.
Per collegio uninominale si intende quella circoscrizione elettorale nella quale viene eletto un unico rappresentante per ognuna delle camere del Parlamento.
Ci sono diverse tipologie di uninominale (secco o a doppio turno) che solitamente vengono utilizzate dai sistemi elettorali di tipo maggioritario. Nell’uninominale secco sarà il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti (maggioranza relativa) a essere eletto, mentre per quello a doppio turno serve la maggioranza assoluta (50% +1 dei voti); in caso contrario ci sarà infatti un secondo turno con un ballottaggio tra due candidati che hanno ottenuto più voti.
A determinare la vittoria di una forza politica, quindi, sarà la quantità di candidati eletti in ciascun collegio uninominale; nel caso delle elezioni del 25 settembre 2022, però, questo risultato non sarà sufficiente dal momento che il Rosatellum-bis non è un sistema elettorale maggioritario, ma misto, in quanto si tiene conto anche dei cosiddetti collegi plurinominali, dove invece si elegge più di un rappresentante.
Collegi uninominali per le elezioni 2022
A questo punto ci resta solamente da capire qual è la funzione dei collegi uninominali e plurinominali nelle elezioni del 25 settembre 2022.
Intanto è bene sottolineare che per l’elezione dei rappresentati alla Camera il territorio italiano è stato suddiviso in 28 circoscrizioni elettorali, di cui 14 coincidono con una regione mentre le restanti con una o più province delle 6 regioni più popolose (Lombardia, Lazio, Campania, Veneto, Sicilia ed Emilia-Romagna). Per il Senato, invece, ci sono esattamente 20 circoscrizioni elettorali, in quanto si segue la divisione regionale.
A ogni regione, a seconda del numero di abitanti, viene assegnato un certo numero di collegi plurinominali, per ognuno dei quali, a loro volta, vengono identificati uno o più collegi uninominali.
Ricordiamo che quest’anno il numero di deputati e senatori da eleggere sarà inferiore a quello del 2018, visto che nel contempo è intervenuta la riforma costituzionale che ha comportato la riduzione del numero dei parlamentari.
Per questo motivo anche il numero dei seggi uninominali e plurinominali ha subito una modifica. Nel dettaglio, in totale i cittadini saranno chiamati a eleggere 400 deputati, di cui 8 vengono eletti dalla circoscrizione estero, e 200 senatori (di cui 4 nella circoscrizione estero).
Di questi, 147 deputati e 74 senatori (ossia il 37% del totale) vengono eletti con il sistema maggioritario secco nei collegi uninominali, mentre i restanti, come vedremo meglio di seguito, vengono assegnati in base ai risultati conseguiti nei collegi plurinominali.
Ciò significa che per ogni collegio uninominale c’è un solo candidato per ciascuna lista, e il seggio verrà assegnato a chi prenderà più voti. In Italia, quindi, vale la regola della maggioranza relativa, in quanto il maggioritario descritto dalla legge elettorale Rosatellum bis prevede un turno unico.
Collegi plurinominali per le elezioni 2022
Il 61% dei parlamentari, 245 alla camera e 122 al Senato, invece, viene scelto tramite un sistema proporzionale da collegi plurinominali con liste bloccate. In questo caso i seggi vengono attribuiti in base alla proporzione di voti che ognuna delle liste che supera la soglia di sbarramento ha ottenuto a livello nazionale (e non nella singola circoscrizione come avviene per l’uninominale).
Prima di tutto, quindi, verranno calcolate le percentuali di voto ottenute da ciascuna lista, dopodiché queste verranno tradotte in un elenco di seggi previsti da ciascun collegio. Restano però fuori dall’assegnazione le liste e le coalizioni che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento.
I candidati nei collegi uninominali e plurinominali alle elezioni 2022
Quindi, essere candidati in un collegio uninominale anziché in un altro potrebbe essere determinante ai fini del risultato finale.
A tal proposito, per consultare la scelta fatta da ogni singola lista candidata alle elezioni del 25 settembre 2022 potete cliccare sui seguenti approfondimenti:
Ricordiamo che per la parte plurinominale, dove vale il sistema proporzionale, il Rosatellum prevede il meccanismo delle liste bloccate; ciò significa che sono i singoli partiti a indicare l’ordine di elezione dei candidati in ciascuna delle circoscrizioni.
Collegi uninominali e plurinominali, come votare?
Al momento del voto, quindi, si incide sia sull’assegnazione dei collegi uninominali che sui plurinominali.
Tuttavia, anche se il sistema elettorale è misto e suddiviso in proporzionale e maggioritario, per ogni scheda elettorale basterà indicare una sola preferenza.
La scheda elettorale infatti è divisa in rettangoli: nella parte superiore di ognuno è indicato il nome del candidato al collegio uninominale nella vostra circoscrizione, mentre in quella inferiore ci sono i collegi da eleggere con sistema proporzionale e i nomi dei candidati delle liste bloccate.
Dove mettere la X quindi? Ci sono diverse possibilità ma l’importante è tenere in mente due regole molto importanti:
- si possono fare al massimo due segni sulla scheda, uno sul nome del candidato al collegio uninominale e l’altro su una delle liste che lo appoggiano;
- non è ammesso il voto disgiunto, quindi entrambi i segni devono trovarsi nella stessa area. Ad esempio, non potete selezionare un candidato e poi scegliere un partito di un candidato differente.
Due segni sono ammessi ma non obbligatori; l’elettore, infatti, può mettere anche una sola X sulla scheda elettorale e dare il voto sia al collegio uninominale che a quello plurinominale.
Nel dettaglio:
- se si pone la X solamente sul candidato all’uninominale, nel proporzionale il voto sarà distribuito anche alle liste in proporzione alle preferenze ricevute nel plurinominale. Ad esempio il partito di Caio della coalizione Y ha ottenuto il 65% delle preferenze dell’intera lista; allora questo otterrà anche il 65% delle preferenze degli uninominale in cui non è espressa la preferenza su un singolo partito;
- se si pone solamente la X sul simbolo di un partito della coalizione, il voto sarà attribuito di conseguenza anche al collegio uninominale.
L’ultimo aspetto da chiarire è quello riguardante la preferenza; neppure nel collegio plurinominale, infatti, l’elettore dovrà indicare un candidato preferito dal momento che si tratta di liste bloccate. Ogni preferenza non necessaria - così come una X fuori posto - potrebbero comportare l’annullamento della vostra scheda elettorale ecco perché vi consigliamo di prestare la massima attenzione.
Come si vincono le elezioni
Vista la complessità della nostra legge elettorale non si può dire quale percentuale bisogna raggiungere per poter dire di aver vinto. Tuttavia, è opinione comune che per raggiungere una maggioranza parlamentare e governare il Paese una forza politica dovrebbe ottenere il 40% delle preferenze lato proporzionale, più almeno il 70% dei seggi uninominali per la parte del maggioritario.
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