Con il discarico delle cartelle, dopo 5 anni il debito non si estingue automaticamente. Ma un modo per cancellare la cartella esattoriale dopo 5 anni c’è.
Cartelle esattoriali non riscosse dall’Agenzia delle Entrate cancellate dopo 5 anni. La notizia è proprio di questi giorni ma non risponde sicuramente a verità. Con la riforma della riscossione, infatti, le strade che l’esecutivo vuole percorrere sono essenzialmente due. Da una parte allungare i piani di rateizzazione, portandoli progressivamente a 120 rate per tutti entro il 2031 (dal 2025, invece, la dilazione potrebbe raggiungere le 84 rate dalle attuali 72).
Dall’altra parte, invece, si parla di discarico di cartelle esattoriali, una norma che è stata, in qualche caso, travisata. Non si parla di cancellazione delle cartelle dopo 5 anni, ma di semplice discarico e la differenza è notevole. Andiamo a vedere cosa accadrà davvero a partire dal 2025 alle cartelle non riscosse e qual è l’unico modo per cancellarle realmente dopo 5 anni.
Cosa accade alle cartelle esattoriali non riscosse?
Moltissimi hanno interpretato il discarico delle cartelle esattoriali dopo 5 anni come una sorta di cancellazione delle stesse. Non è così e il Viceministro all’Economia Maurizio Leo, lo ha chiarito in maniera molto esplicita quello che si vuol prevedere con la riforma fiscale.
La norma, infatti, prevede che quando l’Agenzia delle Entrate non riesce a riscuotere una cartella esattoriale entro 5 anni la “discarica”, ovvero la restituisce all’ente impositore. Questo non significa che il debito è cancellato, ma semplicemente che non rimane in carico all’agente di riscossione e torna all’ente che vanta il credito.
Quest’ultimo, a questo punto, può decidere se riscuotere il debito in proprio, se affidarlo nuovamente all’Agenzia delle Entrate o se affidarlo ad altro agente di riscossione.
Quello che va compreso di questa norma è che non mira a facilitare la vita ai debitori, ma agli enti che vantano i crediti. Questi ultimi, infatti, fintanto che il debito è iscritto a ruolo le somme risultano nel Bilancio dell’ente che lo deve riscuotere (ma che non a disposizione realmente queste somme). Il discarico della cartella permette all’ente di eliminare dal proprio Bilancio le somme, anche considerando il fatto che nella maggior parte dei casi i debiti non riscossi gravano su soggetti che sono deceduti o falliti e, quindi, diventando inesigibili.
Togliendo la cartella dai compiti dell’Agenzia delle Entrate, tra l’altro, si permette al personale dell’agente di riscossione di dedicarsi a cartelle che possono essere riscosse; si tratta, quindi, di una razionalizzazione.
Come cancellare le cartelle esattoriali dopo 5 anni
Anche se l’attenzione, ora, è concentrata sulla nuova norma che non garantisce realmente la cancellazione del debito trascorsi 5 anni senza che sia stato riscosso, esiste davvero la possibilità di cancellare definitivamente la cartella trascorso un quinquennio.
La prescrizione delle cartelle esattoriali segue i termini del debito che l’ha generata. Se la cartella, quindi, va ad esigere il pagamento di imposte sui redditi come Irpef, Iva, Ires, la prescrizione è in 10 anni (stesso termine previsto per l’imposta).
Per i tributi locali la prescrizione interviene dopo 5 anni e lo stesso avviene per le cartelle esattoriali che esigono il pagamento di questi balzelli. Imu, Tari, Tasi e Tarsu, se non versate si trasformano in cartelle esattoriali che, a loro volta, si prescrivono in 5 anni.
L’unico modo, quindi, per cancellare una cartella esattoriale dopo 5 anni è attendere che intervenga la prescrizione per superamento dei termini e, poi, provvedere alla cancellazione della stessa tramite istanza in autotutela.
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