Sarà il lavoratore a inviare la richiesta per il bonus 100 euro in busta paga. Ma è ancora presto per farlo (tanto che non è neppure possibile predisporre il modello da utilizzare).
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri martedì scorso ha introdotto un nuovo bonus di 100 euro, una tantum e lordo, in favore di alcune tipologie di lavoratori subordinati.
Un bonus di cui si fa carico l’azienda (che recupererà in compensazione quanto erogato), ma su domanda del lavoratore: il pagamento, infatti, non sarà automatico in quanto - così come fatto già per i fringe benefit come pure per il bonus mamme - spetta al dipendente dichiarare di essere in regola con i requisiti necessari per godere del contributo.
C’è quindi un modulo da compilare con il quale si dichiara, prendendosene le responsabilità, di essere nella condizione di poter beneficiare del nuovo bonus.
Ma c’è tempo: come si legge nella bozza del provvedimento, ribattezzato Decreto 1° maggio, il pagamento del bonus 100 euro (ma come vedremo di seguito l’importo che entrerà effettivamente nelle tasche del lavoratore sarà più basso) bisognerà attendere fino a gennaio 2025.
Consigliamo quindi di aspettare prima di fare domanda per il bonus 100 euro, anche perché il provvedimento adesso sarà sottoposto al vaglio delle Camere e non è da escludere che possano esserci modifiche sui requisiti.
Cos’è il bonus 100 euro
Il nuovo bonus 100 euro è stato introdotto dal governo Meloni per “sostenere i consumi delle famiglie e in previsione di un intervento più strutturale finalizzato a detassare le tredicesime in linea con quanto indicato nella legge delega di riforma del sistema fiscale” (come dichiarato da Maurizio Leo, sottosegretario al ministero dell’Economia).
Ricordiamo, infatti, che l’intenzione del governo era di introdurre una sorta di flat tax (al 15%) sulle tredicesime, misura che al momento non è stato possibile concretizzare per le poche risorse a disposizione per la riforma fiscale. Ecco perché con il Decreto 1° Maggio viene introdotto un bonus del valore base di 100 euro, che tuttavia non viene pagato a dicembre ma a gennaio 2025 (in quanto non ci sono risorse per pagarlo quest’anno).
A chi spetta
Possono fare domanda del bonus 100 euro i lavoratori subordinati in costanza di lavoro che soddisfano tanto un requisito di tipo economico quanto uno familiare.
Per averne diritto, infatti, bisogna avere un reddito complessivo non superiore a 28 mila euro. Inoltre, l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente percepiti deve essere superiore a quella delle detrazioni spettanti. Vengono così esclusi gli incapienti: possiamo quindi dire che il bonus spetta a chi nel 2024 ha prodotto un reddito superiore a 8.500 euro e non superiore a 28.000 euro.
Ma come anticipato ci sono anche dei requisiti familiari. Possono fare domanda del bonus, infatti, solamente i lavoratori:
- coniugati, con almeno un figlio a carico (anche il coniuge deve esserlo);
- genitori appartenenti a nucleo monogenitoriale con almeno un figlio a carico. Attenzione, non basta che l’altro genitore non sia convivente per averne diritto: questo deve essere mancante o comunque non deve aver riconosciuto il figlio. Inoltre, chi richiede il bonus non deve essere a sua volta coniugato, o comunque deve risultare separato.
È ovvio, quindi, che visti i suddetti requisiti potrà farne domanda un solo genitore per famiglia (in quanto l’altro deve essere mancante o a carico di chi ne fa richiesta). Secondo le stime del governo, si tratta in totale di circa 1 milione di famiglie interessate.
Come (e quando) farne domanda
Il datore di lavoro non potrà riconoscerlo in automatico, in quanto avrà bisogno che il dipendente si prenda la responsabilità nel dichiarare di essere in regola con tutti i requisiti richiesti.
Bisognerà quindi utilizzare un modulo con il quale si conferma di aver percepito nel 2024 un reddito lordo compreso tra 8.500 e 28.000 euro e di ritrovarsi in una delle suddette circostanze per quanto riguarda il nucleo familiare. Sarà poi necessario indicare il codice fiscale dei figli e del coniuge a carico.
Per il momento non possiamo ancora predisporre un modello Fac-Simile per la richiesta del bonus 100 euro in azienda, in quanto mancano i riferimenti normativi della misura (obbligatori affinché l’autocertificazione abbia valenza). Tuttavia, non appena il bonus otterrà il via libera da parte delle Camere lo troverete immediatamente su queste pagine.
Attenzione, i 100 euro sono lordi
È importante chiarire che in busta paga non risulterà un aumento di 100 euro. L’importo, d’altronde, non sarà uguale per tutti. Entra quindi a far parte della base imponibile, essendo così soggetto all’Irpef (aliquota del 23%) con annesse detrazioni che riducono il valore dell’imposta dovuta.
Solo chi ha un reddito quanto più vicino agli 8.500 euro, quindi, avrà diritto all’importo pieno, mentre più ci si avvicina ai 28.000 euro e più il valore netto della misura si riduce.
Inoltre, l’importo è proporzionato al numero di mesi lavorati nel corso del 2024: chi ad esempio è stato assunto in azienda a ottobre avrà diritto a soli 83 euro lordi. Non è chiaro, invece, se sarà soggetto al versamento dei contributi.
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