Ecco come provare che è avvenuto un prestito tra privati in sede di giudizio e ottenere la restituzione del debito.
Se si prestano soldi a persone conosciute difficilmente si predispongono mezzi di prova idonei, trovandosi così in grosse difficoltà in caso di contestazione del debito. Ottenere la restituzione dell’importo concesso può sembrare impossibile se il debitore nega l’avvenimento del prestito, costringendo il creditore ad adire le vie legali. Una volta in giudizio, però, sarà necessario documentare in modo incontrovertibile che il prestito è avvenuto e a che importo ammonta. Ecco come provarlo.
La scrittura privata
Quando si realizza un prestito, anche se tra amici o familiari, la cosa migliore sarebbe predisporre una scrittura privata. Questo documento permette infatti di provare l’esistenza del prestito, ma anche l’entità della transazione e degli interessi, oltre alla scadenza pattuita per il rimborso.
Allo stesso tempo, non è obbligatoria la scrittura privata per un prestito, in quanto il contratto è valido legalmente anche con un semplice accordo verbale. Di conseguenza, è assai raro avere a disposizione questo documento, soprattutto se si considera che i prestiti tra privati avvengono per lo più tra persone con legami affettivi stretti che fanno affidamento sulla fiducia.
Se quindi ci si chiede come provare il prestito a livello preventivo, ossia prima di concederlo magari a un conoscente (o perché no anche a un familiare o a un amico), la cosa migliore da fare è la scrittura privata. Si evitano così rischi per entrambe le parti e lo scambio può avvenire in sicurezza.
I testimoni del prestito
Se il prestito è già avvenuto ma non è stata predisposta alcuna scrittura privata, come accade nella maggior parte dei casi, bisogna pensare a mezzi di prova alternativi. Nessuno di questi garantisce lo stesso risultato di un contratto scritto e firmato dalle parti, ma non bisogna comunque abbandonare ogni speranza di veder soddisfatto il proprio credito.
Considerando che la dichiarazione della persona offesa non ha valore di prova in una causa civile, contrariamente a quanto accade nel processo penale, servirà individuare dei testimoni che possano confermare l’esistenza del debito e quanti più possibili dettagli sul suo conto. Secondo la legge, la prova testimoniale è efficace soltanto per crediti entro 2,58 euro, regola a cui il giudice può derogare se ci sono valide ragioni per aver portato le parti a far a meno della scrittura.
Si intende così evitare che in malafede si fingano crediti inesistenti, facendosi aiutare illegalmente da testimoni complici del reato. L’ostacolo è tutt’altro che insormontabile, visto che il giudice può ammettere le testimonianze se appura che i contraenti hanno avuto validi motivi per rinunciare al contratto scritto, come ad esempio un rapporto di parentela.
Il pagamento tracciabile
Prima ancora delle testimonianze, che potrebbero anche non essere concesse, sarà utile allegare in giudizio la prova del pagamento avvenuto in favore del debitore, come la ricevuta di un bonifico. Se presente, il pagamento tracciabile permette infatti di mostrare con certezza l’avvenimento della transazione e anche il suo importo preciso.
Al creditore non resta che adoperarsi per provare di aver compiuto lo scambio a titolo di prestito, superando la presunzione di donazione che caratterizza queste operazioni secondo la giurisprudenza. In tal senso, vengono in aiuto tutti i possibili riferimenti al prestito avvenuti tramite chat, telefonate e email, ma anche le considerazioni oggettive sull’entità del prestito e sui rapporti personali tra le parti. Più il prestito è elevato e meno le parti hanno rapporti stretti, tanto sarà più facile provare che non si trattasse di un regalo.
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L’ammissione del debitore
Ottenere l’ammissione del debitore (legalmente) semplifica notevolmente le cose. Per farlo, è possibile usare lo strumento del giuramento decisorio, che intima alla parte di dire la verità in giudizio pena alcune conseguenze legali. Il problema è che l’eventuale bugia del debitore, se non smascherata, porta alla conclusione del processo e per questo motivo il giuramento rappresenta l’ultima spiaggia.
Una strategia che può venire in aiuto anche in caso di assenza di prove, oltre alle già citate conversazioni, è quella della diffida. Quest’ultima serve a intimare il pagamento al debitore prima di instaurare una causa civile e molto spesso ottiene una risposta che conferma il credito, ad esempio con la richiesta di dilazione, una correzione dell’importo o della data di restituzione.
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