Assunzioni Pubblica Amministrazione sbloccate dalla prossima settimana: grazie al turnover al 100% sono in programma 150 mila nuovi ingressi ogni anno.
Concorsi pubblici, ci siamo: tra pochi giorni scade il vincolo fissato dall’ultima Legge di Bilancio (con la quale sono state bloccate le assunzioni in alcuni comparti della PA) e ciò porterà a nuove opportunità di lavoro nei vari uffici della Pubblica Amministrazione.
L’appuntamento è fissato a venerdì 15 novembre, data in cui saranno sbloccate le assunzioni in diversi comparti della Pubblica Amministrazione, quali ad esempio Ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.
Per questi il turnover tornerà ad essere al 100%: quindi, i nuovi ingressi saranno tanti quante le entrate poiché i risparmi derivanti dai pensionamenti potranno essere utilizzati interamente per gli ingressi.
La Pubblica Amministrazione torna ad assumere per la soddisfazione di tutti coloro che da anni prendono parte ai concorsi pubblici con la speranza di ottenere un posto fisso nel pubblico impiego. Maggiori opportunità di lavoro ci saranno anche presso le Regioni dal momento che queste potranno assumere persino in maniera superiore rispetto ai pensionamenti.
Sta per arrivare il momento di tirare fuori i manuali di preparazione ai concorsi pubblici, visto che nei prossimi mesi si susseguiranno diverse procedure selettive (qui i bandi più attesi).
Concorsi pubblici sbloccati: 150 mila assunzioni ogni anno
Secondo le stime, con la caduta degli ultimi paletti al ricambio di personale nella Pubblica Amministrazione, introdotti in ottica di spending review, già dal prossimo anno ci potrebbero essere 150 mila assunzioni nella Pubblica Amministrazione.
Complessivamente, se si considerano anche le risorse stanziate dalle passate manovre finanziarie per le assunzioni straordinarie nella Pubblica Amministrazione, si dovrebbe arrivare a circa 500.000 nuovi ingressi nell’arco dei prossimi tre anni.
Come anticipato ulteriori opportunità di lavoro ci saranno nelle Regioni, dove si potrà assumere più persone di quelle che hanno avuto accesso alla pensione. Questo perché le assunzioni non saranno legate al numero delle uscite, bensì ai bilanci: è ovvio che un nuovo assunto non andrebbe a guadagnare quanto un pensionato - il quale ha goduto dei vari scatti di anzianità - e per questo l’amministrazione territoriale potrà programmare un maggior numero di ingressi con le risorse risparmiate dai pensionamenti.
Nel dettaglio, come previsto espressamente dal Decreto Crescita, fino al 2024 le Regioni (a statuto ordinario) potranno incrementare annualmente la percentuale di turnover nelle seguenti misure:
- 2020: +10%*
- 2021: +15%*;
- 2022: +18%*;
- 2023: +20%*;
- 2024: +25%*.
*rispetto alla spesa del personale registrata nel 2018
Allo stesso tempo, però, le amministrazioni territoriali dovranno comunque rispettare l’equilibrio pluriennale “asseverato dall’organo di revisione”. Un provvedimento importante che darà maggiori opportunità di lavoro nelle Regioni, ma non solo: sembra infatti che quanto deciso per le amministrazioni regionali sarà ripetuto anche per quelle comunali, con il Ministro della Pubblica Amministrazione - Fabiana Dadone - che già dalla prossima settimana potrebbe convocare un tavolo tecnico per la discussione di questa novità.
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