Contanti, lo Stato può limitarne l’utilizzo?

Laura Pellegrini

28/01/2021

Una sentenza della Corte europea ha stabilito che ciascuno Stato membro dell’Unione può limitare l’utilizzo dei contanti per motivi di interesse pubblico.

Contanti, lo Stato può limitarne l’utilizzo?

Lo Stato può limitare l’utilizzo dei contanti? In quali casi? La Corte europea, adita dal Bundesverwaltungsgericht (la corte amministrativa tedesca), si è espressa sul caso di due cittadini soggetti al pagamento del canone nel Land dell’Assia, in Germania, che intendevano pagare in contanti.

Invocando il regolamento sulla procedura di pagamento dei canoni radiotelevisivi, che esclude qualsiasi possibilità di pagare il canone in contanti, però, lo Hessischer Rundfunk (che è l’emittente radiotelevisiva pubblica locale del Land tedesco dell’Assia), ha respinto questa possibilità.

Così, il caso dei due cittadini è arrivato dinanzi alla Corte europea che è giunta a definire i casi per i quali uno Stato membro dell’Unione può limitare l’utilizzo del denaro contante.

Limite all’uso del contante: il caso tedesco

Due cittadini tedeschi, soggetti al pagamento del canone televisivo, hanno avanzato la richiesta di pagamento in contanti, ma l’emittente tedesca Hessischer Rundfun - in ottemperanza al regolamento per il pagamento del canone - ha respinto questa possibilità.

I due cittadini, quindi, hanno presentato ricorso presso la corte amministrativa tedesca, ma quest’ultima ha rilevato che l’esclusione della possibilità di pagamento del canone televisivo in contanti viola una disposizione del diritto federale (che nella gerarchia delle fonti ha un rango superiore) secondo la quale le banconote denominate in euro hanno corso legale illimitato.

Per questo motivo, il caso tedesco è finito dinanzi alla Corte europea. L’organo internazionale, riunito in Grande Sezione, ha stabilito che uno Stato membro può limitare l’utilizzo dei contanti qualora prevalga un interesse pubblico o sussistano determinate condizioni.

Contanti, cosa ha stabilito la Corte Europea

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, nelle cause riunite C-422/19 e C-423/19, ha stabilito che l’interesse pubblicopuò giustificare una limitazione ai pagamenti in contanti, in particolare quando il numero di contribuenti nei cui confronti il credito deve essere recuperato è molto elevato”.

Ciò significa che ciascuno Stato membro dell’Unione può imporre ai cittadini dei limiti all’uso del denaro cartaceo qualora la misura sia proporzionata all’obiettivo da perseguire.

Sul caso tedesco, perciò, la Corte ha stabilito che “uno Stato membro la cui moneta è l’euro può, nell’ambito dell’organizzazione della sua pubblica amministrazione, adottare una misura che obbliga quest’ultima ad accettare pagamenti in contanti o introdurre, per un motivo d’interesse pubblico e a determinate condizioni, una deroga a tale obbligo”. La Corte ha aggiunto anche che “per riconoscere o preservare l’effettività del corso legale delle banconote in euro, non è necessario imporre un obbligo assoluto di accettazione di tali banconote come mezzo di pagamento. Non è neppure necessario che l’Unione stabilisca, in modo esaustivo e uniforme, le eccezioni a tale obbligo di principio, purché sia possibile, in linea generale, pagare in contanti”.

Spetta, quindi, alla corte amministrativa tedesca stabilire se il pagamento del canone televisivo e la restrizione sul pagamento in contanti sia proporzionale all’obiettivo da perseguire “alla luce del fatto che i mezzi legali alternativi di pagamento possono non essere facilmente accessibili a tutte le persone debitrici”.

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