Niente contributi a fondo perduto per i professionisti, esclusi anche dal decreto Ristori quater. Nonostante gli annunci di Gualtieri, non c’è per ora l’estensione del bonus anche alle partite IVA con cassa e agli iscritti alla Gestione Separata INPS.
Contributi a fondo perduto, niente da fare per i professionisti, esclusi anche dal decreto Ristori quater.
Per le partite IVA iscritte a casse di previdenza di categoria, così come per gli iscritti alla Gestione Separata INPS, il quarto decreto Ristori è un nuovo buco nell’acqua, nonostante gli annunci del Ministro Gualtieri.
Gli 8 miliardi di nuovo scostamento di bilancio non sono bastati per aprire le porte dei contributi a fondo perduto ai liberi professionisti, le tante partite IVA con o senza cassa.
Ad annunciare la volontà di estendere il fondo perduto agli iscritti alle casse e alla Gestione Separata INPS era stato il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che sembrava pronto a mettere fine ad una discussione che dura ormai da mesi.
Contributi a fondo perduto, nuova beffa per i liberi professionisti: esclusi dal Ristori quater
Il Governo si è dichiarato aperto al confronto.
Era stato il Ministro Gualtieri, con il comunicato stampa del 25 novembre 2020, ad aprire i primi spiragli circa l’estensione già nel decreto Ristori quater del fondo perduto ai professionisti con cassa e agli iscritti alla Gestione Separata INPS.
Sebbene quella del MEF fosse stata una dichiarazione tutt’altro che dettagliata circa tempi e modi, i professionisti speravano in novità già nel decreto Ristori quater che, però, ha esteso il fondo perduto solo per alcune categorie di agenti e rappresentanti.
Una novità tutt’altro che idonea a soddisfare le aspettative create dalle dichiarazioni di Gualtieri.
Il comunicato del Ministro dell’Economia annunciava la volontà di un confronto con i partiti di opposizione per mettere a punto un “meccanismo organico di natura perequativa per i ristori”, un passo in più rispetto a quanto previsto adesso per le zone rosse ed in relazione alle limitazioni previste per i codici ATECO maggiormente colpiti, per coprire parte dei costi fissi (si pensi agli affitti o alle bollette).
Ristori che per ora restano solo su carta, soprattutto per i tanti liberi professionisti iscritti alle casse private, così come alle partite IVA iscritte alla Gestione Separata INPS. L’intenzione c’è, insomma, ma ancora una volta bisognerà attendere i prossimi decreti economici per un quadro più chiaro delle novità in arrivo.
Se sarà la Legge di Bilancio 2021 ad ospitare il nuovo e più esteso fondo perduto non è dato saperlo, per il momento, e c’è da considerare che già si parla di un decreto Ristori 5.
Contributi a fondo perduto, in attesa di novità i pagamenti proseguono: già 8,3 miliardi accreditati dall’Agenzia delle Entrate
In attesa di novità, l’Agenzia delle Entrate pubblica il conto dei pagamenti già erogati. Sono pari ad un totale di 8,3 miliardi i contributi a fondo perduto già accreditati, in favore di 2,4 milioni di partite IVA.
Sono stati completati i bonifici automatici previsti dal primo decreto Ristori in favore di 312 mila imprese, per un totale di 1,6 miliardi di pagamenti.
Ulteriori 2,4 milioni di euro sono stati accreditati alle partite IVA ancora in attesa dei primi contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio, per i quali soltanto pochi giorni fa erano stati segnalati numerosi scarti per poco chiari “controlli contabili”.
Il compito dell’Agenzia delle Entrate non si è però esaurito. Dalla scorsa settimana è partita la fase di invio delle nuove domande di fondo perduto, per le partite IVA che non avevano avuto accesso alla misura prevista dal decreto Rilancio. I pagamenti saranno effettuati nelle prossime settimane, sia per quel che riguarda le istanze di cui al decreto Ristori 1 che al decreto Ristori bis.
Ai pagamenti già effettuati bisognerà però coordinare quelli derivanti dal “passaggio di zona”, considerando che la percentuale di fondo perduto cambia in relazione alle limitazioni previste per il proprio territorio.
Insomma, un processo dinamico che impegna l’Amministrazione Finanziaria ma anche il Governo. Bisogna trovare una quadra tra necessarie limitazioni ed indennizzi a copertura delle perdite di fatturato.
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