Controlli dell’Agenzia delle Entrate anche sui mutui in seguito all’ordinanza n. 4661 del 21 febbraio 2020 della Corte di Cassazione. Gli accertamenti del Fisco per sospetta evasione scattano oltre una certa differenza tra l’importo erogato col mutuo e la somma usata per acquistare la casa.
Controlli Agenzia delle Entrate, non si ferma l’occhio vigile del Fisco: nel mirino finiranno anche i mutui richiesti dai contribuenti.
Ad ampliare il raggio d’azione dell’Amministrazione Finanziaria è stata la Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 4661 pubblicata il 21 febbraio 2020.
A far scattare l’accertamento del Fisco sarà una discrepanza tra l’importo chiesto per il mutuo e la cifra realmente spesa per l’acquisto dell’immobile.
Secondo il parere della Cassazione, infatti, nel momento in cui viene superato un certo limite c’è il presupposto per considerare il fatto come indizio di evasione.
L’onere della prova spetta al contribuente, che dovrà presentare documenti che attestino che non c’è stata evasione fiscale.
Controlli Agenzia delle Entrate, anche il mutuo nel mirino del Fisco
Non si ferma il flusso di informazioni a cui ha accesso l’Agenzia delle Entrate. Grazie all’ordinanza della Corte di Cassazione numero 4661, pubblicata il 21 febbraio, il Fisco può avere accesso anche ai dati che riguardano i mutui.
L’ordinanza in commento accoglie il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate, che aveva inviato avvisi di accertamento a un contribuente con cui ha recuperato a tassazione i ricavi dalla vendita di 7 immobili tra il 2003 e 2004.
L’Agenzia delle Entrate aveva proceduto in questo modo dopo aver controllato la reddività dell’impresa: risultando essa scarsa, è parso inattendibile che il contribuente avesse ceduto i suddetti immobili a un prezzo inferiore sia al valore di mercato che che all’ammontare dei mutui concessi dalle banche ai singoli acquirenti.
I controlli dell’Agenzia dell’Entrate per chi vuole comprare casa scattano quindi quando c’è una netta differenza tra l’importo accordato dal mutuo, che dovrebbe servire a finalizzare la compravendita, e la cifra eccedente in seguito all’acquisto.
Il superamento di un certo limite, quindi, può farlo considerare come un indizio di evasione.
Si legge nell’ordinanza:
“Appare viceversa condivisibile l’assunto di parte ricorrente, secondo cui costituisce, semmai, fatto notorio in quanto acquisito alle conoscenze comuni della collettività, che l’erogazione dei mutui per l’acquisto di abitazioni viene concessa sempre in misura inferiore al valore periziato dell’immobile e che, solo in casi eccezionali particolari agevolazioni ovvero ulteriori garanzie, possono indurre alcuni istituti di credito a finanziare fino al 100% del valore dell’immobile.”
Per la Cassazione è dunque lecita la presuzione di evasione avanzata dall’Agenzia delle Entrate.
Controlli Agenzia delle Entrate sui mutui: l’onere della prova spetta al contribuente
Anche nel caso di controlli dell’Agenzia delle Entrate sui mutui l’onere della prova rimane a carico del contribuente.
Deve essere infatti il cittadino stesso a provvedere alla propria difesa, presentando prove certe e documenti puntuali a dimostrazione che non c’è stata evasione.
Le prove portate dal contribuente saranno valutate dal funzionario e nel caso in cui queste non siano convincenti ne potrà seguire un accertamento fiscale, ossia un controllo specifico con il quale verrà messa in luce la situazione del cittadino.
Questa è la prassi consolidata sia in caso di controlli sul conto corrente, che di accertamenti sull’uso del contante.
Ricordiamo, infine, che a partire dal 2024 l’Agenzia delle Entrate avrà accesso anche ai dati sugli acquisti online.
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