Il mutuo chirografario è un finanziamento che non richiede garanzie immobiliari. È un contratto fiduciario garantito esclusivamente da un documento sottoscritto dal beneficiario.
Quando si parla di mutuo chirografario ci si riferisce a un tipo di prestito meno conosciuto, ma che è disponibile per imprese e privati a determinate condizioni.
Per capire cos’è il mutuo chirografario in parole semplici si può affermare che si tratta di un prestito concesso da un istituto di credito, ma senza la necessità di garanzie reali.
Proprio per questa peculiarità, che lo differenzia dalle formule più conosciute di finanziamento (per le quali è obbligatoria sottoscrivere una ipoteca su un immobile), questo mutuo è anche detto fiduciario. L’erogazione del prestito ha come uniche garanzie la solidità finanziaria del mutuatario e la sua affidabilità in termini di storia creditizia.
Attenzione però: questo tipo di prestito non è sempre vantaggioso e i tassi proposti possono essere anche elevati rispetto a un mutuo tradizionale. Per questo, è bene informarsi con cura e conoscere i dettagli del finanziamento, con una minuziosa analisi dei costi/benefici e delle personali esigenze di liquidità.
Di seguito, una breve guida su come funziona il mutuo chirografario, quali sono i limiti e le differenze con le altre formule di finanziamento e chi può richiederlo.
Cosa sono i mutui chirografari: significato e definizione
I mutui chirografari sono dei prestiti concessi a privati e imprese caratterizzati dall’assenza di garanzia reale (ipoteca).
In sintesi, questo prestito può essere definito come:
la tipologia di mutuo concessa senza la garanzia ipotecaria di un’immobile, ma fondato esclusivamente sull’impegno scritto del debitore nei confronti del creditore.
Il suo nome deriva dal termine greco Cheirògraphos, che significa “scritto a mano”. Il finanziamento viene, quindi, sottoscritto mediante una scrittura privata tra il creditore e il debitore che non prevede alcuna garanzia dell’ipoteca a favore dell’ente erogante. Di fatto, tutti i mutui che non prevedono un’ipoteca rientrano nella categoria dei mutui chirografari.
Non avendo vincoli di destinazione, questi finanziamenti rappresentano valide opzioni sia per i privati che hanno bisogno di liquidità per lavori legati alla casa o spese di una certa entità, sia per imprese che desiderano acquistare nuovi macchinari.
Ciò che contraddistingue i mutui chirografari - e li differenzia dalle altre tipologie - è la presenza di limiti per l’importo concesso e per la durata del prestito:
- non sono erogabili più di 120.000 euro per imprese;
- limite massimo per il prestito ai privati è 75.000 euro;
- non si possono superare i 15 anni di prestito
Ecco perché la richiesta di un mutuo chirografario va ponderata in base al suo utilizzo, ricordando sempre che i tassi di interesse applicati sono generalmente maggiori di quelli per altre tipologie di prestito o mutuo (con garanzie).
Mutuo chirografario e ipotecario, le differenze
Il mutuo chirografario si distingue da quello ipotecario per diverse caratteristiche. I tratti che rendono queste due tipologie di prestito differenti sono almeno tre e riguardano: la garanzia richiesta dalla banca, i tassi di interesse, la durata del mutuo.
Il mutuo ipotecario è caratterizzato da:
- un’ipoteca immobiliare come tutela del prestito;
- importi chiesti in prestito anche elevati e per una durata lunga;
- tassi di interesse sul prestito più bassi del mutuo chirografario
Il mutuo chirografario, come già spiegato in precedenza, non ha invece una garanzia e può essere concesso per periodi più brevi, con importi minori e tassi maggiori (proprio per una tutela della banca che eroga il prestito senza ipoteca).
Finanziamento chirografario
Quando si parla di un prestito chirografario è necessario differenziare tra mutuo e finanziamento.
Pur appartenendo alla stessa categoria, quindi senza necessità di avere una garanzia, il finanziamento si discosta dal mutuo perché di durata solitamente più breve (1-5 anni) e con un importo minore.
Tipi di mutui chirografari possibili
I mutui chirografari possono essere divisi in due tipologie:
- destinati ai privati;
- destinati alle imprese
Come abbiamo già evidenziato, i prestiti erogati con questo strumento finanziario all persone fisiche rientrano nei limiti 10.000-75.000 euro.
Per le imprese, la somma che può essere finanziata con un mutuo chirografario è al massimo di 120.000 euro. In caso di prestiti per società o aziende, la banca può scegliere proprio questa formula per finanziamenti rientranti nella finanza agevolata a sostegno dell’imprenditoria, come garanzie statali e contributi pubblici. Il mutuo chirografario per le PMI garantito dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese è un esempio.
Come funziona il mutuo chirografario
La procedura per la richiesta di un mutuo chirografario è molto simile all’iter della domanda di un prestito.
Rispetto al mutuo ipotecario, quello chirografario è senza dubbio più snello per la mancanza della parte legata all’aspetto tecnico/notarile.
Non essendoci garanzie di beni, non si deve attendere un perito per il sopralluogo sull’immobile e aspettare che la relazione venga consegnata alla banca.
Inoltre, non è richiesta la presenza di un notaio per il rilascio del finanziamento. Per questo, i tempi di erogazione del mutuo chirografario sono nettamente inferiori rispetto al mutuo ipotecario.
La firma del contratto tra l’istituto bancario e il mutuatario è lo step fondamentale per far funzionare il mutuo chirografario. In esso è indicato anche il Tan o il Taeg applicato, tenendo presente che risulta in generale più elevato di qualsiasi altro tipo di prestito con garanzia.
Colui che riceve il finanziamento è tenuto alla restituzione tramite il piano di ammortamento del mutuo. La banca, pur senza ipoteca immobiliare, può considerare come garanzia il solido patrimonio personale, i titoli finanziari in possesso, un deposito in conto corrente e la fideiussione.
Chi può richiedere un mutuo chirografario e quando conviene
Il mutuo chirografario è rivolto a persone private o a imprese e non ci sono particolari vincoli per la sua accensione.
Considerando le sue caratteristiche, la valutazione sulla convenienza di questa tipologia di prestito è fondamentale.
In sintesi, quando conviene un mutuo chirografario? Come abbiamo visto, se la principale priorità del richiedente sono i tempi per l’ottenimento del prestito, esso può essere la soluzione più adatta per chi necessità di liquidità immediata.
Un tipico caso in cui è conveniente richiedere un mutuo chirografario si presenta quando il saldo del prezzo dell’immobile che si sta per acquistare è relativamente basso per cui non vale la pena mettere un’ipoteca sull’immobile, a fronte magari di un alto valore commerciale.
Solitamente si richiede un mutuo chirografario anche quando l’importo richiesto corrisponde a una cifra al di sotto della quale le banche non consentono l’apertura di una pratica di mutuo.
Un altro esempio in cui il mutuo chirografario può essere una buona soluzione si presenta quando a richiedere il finanziamento sono più nuclei familiari, come nel caso di lavori da effettuare all’interno di un condominio composto da più persone. Pensiamo alla ristrutturazione di una parte comune, all’installazione di un ascensore o al rifacimento del tetto.
Essendo improbabile che un solo condòmino voglia mettere l’ipoteca solo sulla propria abitazione, prendendosi il rischio nel caso che altre persone non dovessero pagare il debito, il prestito chirografario può essere la soluzione adatta, o quanto meno la più utile per evitare eventuali controversie o problemi futuri tra condomini.
Più in generale, quindi, le dinamiche che concorrono alla scelta migliore del tipo di finanziamento sono legate principalmente alla durata del prestito e all’importo che si intende chiedere.
Nel caso si avesse la necessità di mantenere un rapporto rata/reddito basso (solitamente le banche concedono prestiti nella misura di una rata mensile che non superi il terzo dello stipendio netto della famiglia), è opportuno ricordare che per un mutuo chirografario la durata massima è varia tra i 10 e i 15 anni e questo limite, a volte, per importi superiori a 50.000 euro può pesare notevolmente sul budget familiare.
Quali sono i tassi previsti del mutuo chirografario? C’è differenza rispetto al mutuo ipotecario?
Anche per il mutuo chirografario i tassi applicati sul prestito possono essere variabili o fissi.
Tuttavia, rispetto a un mutuo ipotecario - in genere richiesto per l’acquisto della prima casa - i tassi di interesse sul chirografario sono molto più alte.
Con l’aggiunta dello spread della banca, questi tassi possono essere superiori anche al 4%. I mutui ipotecari, invece, possono garantire tassi fissi anche al 2%.
La maggiore entità dei tassi da pagare sul prestito, in aggiunta alla minore durata del finanziamento, possono quindi pesare molto sul budget del mutuatario.
Cosa succede se non viene rimborsato il mutuo chirografario
Quali sono le garanzie per la banca che concede un mutuo chirografario? Come può tutelarsi in caso di inadempimento del beneficiario del prestito?
L’istituto bancario che concede un prestito chirografario, in qualità di creditore, ha il diritto di rivalersi su qualsiasi bene, presente e futuro, in possesso del debitore inadempiente.
Pertanto, il debitore che ha acceso il mutuo, apponendo la propria firma, si obbliga a restituire nel termine prestabilito la somma che ha ottenuto, con la consapevolezza che nel caso in cui non riesca a restituire parte dell’importo o l’intera cifra, il creditore possiede comunque tutti gli strumenti di legge per far valere il suo credito.
La banca, infatti, potrà avanzare tutte le azioni legali finalizzate al sequestro dei suoi beni presenti e sarà in grado di perseguire il debitore inadempiente anche sui beni che acquisirà in futuro, fino a completa soddisfazione del proprio diritto. Questo significa che fino a quando la banca non avrà recuperato l’intera somma, tutti i beni acquistati del debitore potranno essere pignorati.
In ogni caso, è bene precisare che la banca può anche richiedere garanzie a protezione del credito, come delle polizze fideiussorie che tutelano l’istituto erogante in caso di mancato pagamento.
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