Cos’è il tapering? Significato ed effetti dello strumento di politica monetaria

Cosa significa esattamente tapering? Perché le banche centrali riducono il QE e gli stimoli di politica monetaria? Quali sono le conseguenze su economia e inflazione?

Cos’è il tapering? Significato ed effetti dello strumento di politica monetaria

Il termine tapering si riferisce a uno strumento di politica monetaria adottato dalle banche centrali e coniato piuttosto recentemente.

La sua prima apparizione sul vocabolario finanziario, infatti, risale al 2013, quando l’allora presidente della Fed, Ben Bernanke, utilizzò proprio questa parola per annunciare un “assottigliamento” della quantità di titoli di Stato da acquistare secondo un piano di politica monetaria espansiva e di stimolo della domanda e della crescita attuato fino a quel momento.

Tapering è diventata, così, una espressione tecnica proprio per indicare una specifica strategia delle banche centrali: quella di avviare un allentamento di acquisti massicci di bond precedentemente stabiliti in contesti di debolezza economica.

Non a caso, il tapering è tornato alla ribalta dopo il boom degli acquisti di titoli di Stato da parte di Fed e Bce in seguito alla grave crisi scatenata dalla pandemia nel 2020. Nel 2021, Lagarde e Powell iniziarono a ridurre la quantità di bond acquistati sui mercati proprio per ricalibrare gli equilibri finanziari in una situazione non più emergenziale. Gli analisti cominciarono a parlare di tapering per descrivere questo cambio di rotta monetario.

La storia economica più recente ha stravolto di nuovo i piani della banca centrale. Dal 2022, infatti, la parola tapering è stata accantonata per fare spazio a un repentino aumento dei tassi di interesse e a una politica di acquisto di obbligazioni più moderata a fronte di un’inflazione schizzata a livelli record con guerra in Ucraina e crisi energetica.

Considerando, però, il ruolo da protagoniste giocato da Fed e Bce nella finanza mondiale degli ultimi anni, sapere cos’è il tapeting, la sua definizione e le conseguenze del suo utilizzo è di stretta attualità.

Cos’è il tapering? Definizione e significato

Il termine tapering indica una riduzione delle misure straordinarie di politica monetaria espansiva messe in atto dalle banche centrali.

Come definisce il vocabolario Treccani, il suo significato si può sintetizzare in:

progressivo assottigliamento, programma di riduzione del quantitativo di denaro immesso nel sistema economico.

A spiegare per prima il significato di tapering, come abbiamo anticipato, fu la banca centrale americana, quando nel 2013 iniziò a ridurre gli acquisti di titoli di Stato su larga scala, il programma QE, iniziato nel 2008 con la crisi dei mutui subprime.

Per capire nel dettaglio cosa si intende per tapering è importante avere chiara anche la definizione di Quantitative Easing, visto che tale progressivo assottigliamento è applicato proprio alle misure di QE.

Come spiegato nell’articolo di Money.it dedicato, il Quantitative Easing in italiano significa alleggerimento quantitativo e si riferisce alla decisione della banca centrale, come ad esempio la Bce, di creare moneta a debito (acquistando debito di Stato) e iniettarla nel sistema finanziario ed economico con l’intento di divulgare la fiducia degli operatori e promuovere la liquidità e i prestiti.

Il tapering altro non è che la graduale riduzione proprio di questa iniezione di liquidità per riequilibrare il mercato ed evitare che ci sia troppa moneta immessa nel sistema con il rischio di un’impennata dell’inflazione (stimolata dalla forte domanda di investimenti, prestiti e consumi in generale).

Come funziona il tapering?

“Il tapering va a braccetto con la ripresa: è il rallentamento del ritmo degli acquisti di asset decisi dalle banche centrali per sostenere le economie in crisi”: in questa definizione elaborata dagli analisti di ING si può estrapolare anche il senso del funzionamento di questo strumento.

In pratica, dopo aver attivato dei piani per stimolare un’economia ferma o in crisi (come avvenuto nell’era della pandemia) attraverso il Quantitative Easing, la banca centrale decide di ridurre con gradualità tale spinta agli investimenti e alla ripresa.

Per farlo annuncia un tapering: l’acquisto dei titoli di Stato che finora ha caratterizzato la politica monetaria viene ridotto. Attenzione, si parla di riduzione e non di interruzione. Il senso del tapering è proprio questo: diminuire la quantità di liquidità nel mercato - ma non stopparla bruscamente - con un piano di acquisto bond ridimensionato.

A fronte di un Paese in ripresa economica, infatti, con domanda e investimenti in recupero, continuare a immettere grandi quantità di denaro potrebbe essere controproducente e far salire i prezzi.

In sintesi, la funzione del tapering è di normalizzare la politica monetaria che è dovuta intervenire con strumenti ad hoc (Quantitative Eaasing) per sollevare una situazione di crisi.

La gradualità è cruciale per un corretto funzionamento del tapering.

Come sappiamo, le banche centrali possono utilizzare una serie di politiche per migliorare la crescita, ma devono bilanciare i progressi di breve termine con le aspettative del mercato a lungo termine. Se la banca centrale conclude le sue misure di stimolo troppo in fretta, si può anche spingere l’economia in recessione. Ma se tarda a concludere lo stimolo, l’inflazione sale al di sopra dei livelli sperati, con la necessità di intervenire come avvenuto da metà 2022 in poi (con tassi di interesse da record).

Il tapering e l’impatto sui mercati

La gradualità del tapering va di pari passo con la cautela nel suo annuncio ufficiale. Se, infatti, una banca centrale dichiara che la politica monetaria espansiva e di immissione di liquidità nel sistema economico sta per finire, la reazione dei mercati potrebbe essere esplosiva.

Non a caso, la storia ricorda come la Fed nel 2013 diede vita al panico finanziario, affermando che presto gli acquisti di bond sarebbero diminuiti. Il fenomeno è noto come “taper tantrum” (traducibile come ira scatenata improvvisamente) ed è un incubo per gli investitori. All’epoca si assistette a un balzo dei rendimenti dei Treasury, con deprezzamento del loro valore e un deflusso di capitali da panico.

Gli investitori, abituati a dosi massicce di liquidità grazie alla politica espansiva introdotta dalla Fed, si trovarono spaesati dinanzi alla possibilità di un cambiamento e iniziarono a vendere bond, il cui valore fu sottoposto a forte pressione al ribasso.

Il tapering, infatti, anticipa quello che accadrà a breve in economia e finanza, ovvero la minore propensione all’acquisto di obbligazioni da parte della banca centrale. Con meno domanda a sostenere l’offerta di titoli di Stato, quest’ultimi vedranno una diminuzione del prezzo e di conseguenza un aumento del rendimento.

I mercati potrebbero essere scossi da tale mutamento di strategia che preannuncia un passaggio dalla facilità di accesso al credito a condizioni più restrittive.

Tapering e tightening: differenze

Attenzione a non confondere o accostare questi due termini: tapering e tightening. Entrambe le espressioni sono riferite alle decisioni delle banche centrali, ma vengono usate per definire strategie di intervento diverse.

Come esplicitato dal vocabolario Treccani, con tightening si intende:

in economia, stretta finanziaria, politica monetaria restrittiva provocata da un rialzo dei tassi d’interesse.

La parola usata da sola, quindi, si riferisce alle mosse di politica monetaria restrittiva e riguardanti il costo del denaro. In contesti di inflazione elevata, come accaduto in seguito alla guerra in Ucraina, Fed e Bce hanno optato per un aumento anche molto evidente del tasso di interesse, per scoraggiare domanda, consumi, investimenti e quindi raffreddare l’economia e i prezzi.

Se, poi, il termine va a comporre la locuzione Quantitative Tightening, esso sta a significare un riduzione della quantità di liquidità immessa nel sistema finanziario. In sostanza, quando un titolo di Stato acquistato dalla banca centrale scade il rimborso non è usato per comprare nuovi bond. Il tutto, in modo più decisivo e netto rispetto al tapering.

La storia del tapering, tra Fed e Bce

In risposta alla crisi finanziaria del 2008, la Federal Reserve ha cominciato ad acquistare asset con lunghe scadenze per abbassare i tassi di interesse a lungo termine.

Tale attività è stata effettuata in modo da invogliare le istituzioni finanziarie a prestare denaro alla popolazione e ha avuto inizio quando la Federal Reserve ha acquistato titoli garantiti da ipoteca. Nel 2013, Ben Bernanke ha annunciato durante una conferenza che la Federal Reserve avrebbe abbassato la quantità di asset acquistati ogni mese se le condizioni economiche, come l’inflazione e la disoccupazione, si fossero confermate favorevoli.

Il tapering del programma QE negli Stati Uniti, istituito in risposta alla crisi finanziaria del 2008, ha avuto inizio nel 2013 ed è continuato fino alla maggior parte del 2014.

Nel gennaio 2014, la Federal Reserve ha annunciato l’intenzione di ridurre il programma da un importo mensile di $75 miliardi a $65 miliardi il mese successivo. I tagli sono proseguiti fino a quando il programma si è concluso nel mese di ottobre 2014.

Successivamente, a metà settembre 2019, la Fed ha iniettato nuova liquidità per abbassare i rendimenti dei Treasury, con un programma di acquisto di 60 miliardi di titoli al mese che è stato mantenuto fino a metà 2020.

Per quanto riguarda la Bce, è rilevante ricordare che da marzo 2022 la banca centrale dell’Eurozona ha avviato il tapering, terminando gli acquisti netti di bond con il Pepp, mentre il capitale in scadenza dei titoli acquistati sarà reinvestito almeno fino alla fine del 2024.

Il Pepp era stato creato con lo scoppio della pandemia, per aiutare “le persone e le imprese a ottenere i fondi di cui hanno bisogno per affrontare la crisi a un costo accessibile.”

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