Cosa fare se il cane del vicino abbaia continuamente disturbando e impedendo il riposo? In alcuni casi è possibile sporgere denuncia, in altri no.
L’abbaiare dei cani è la forma di comunicazione di questi animali, fa parte della loro natura e non è quindi possibile pretendere il silenzio assoluto. Nonostante ciò, è anche vero che se il cane del vicino abbaia continuamente provoca disagi notevoli effetti indesiderati, con ripercussioni più o meno gravi sul riposo e sulla quiete altrui.
In questo ambito quindi si interfacciano due esigenze di eguale importanza: da un lato, il diritto dei vicini a non essere disturbati e dall’altro lato la libertà dei cani in quanto esseri viventi. Di conseguenza, i mezzi a disposizione dei vicini per tutelarsi da questo fastidio ci sono, ma per utilizzarli è indispensabile tenere conto della natura del disturbo.
L’abbaiare, infatti, rientra nella responsabilità del proprietario soltanto nel caso in cui potrebbe essere evitato oppure ridotto. In effetti, i cani abbaiano per comunicare una necessità o uno stato d’animo, che il proprietario dovrebbe imparare ad accogliere nel modo migliore, per la salute del cane stesso ma anche per il rispetto dei vicini.
Quando è possibile intervenire se il cane del vicino abbaia
Non esistono regole precise e predeterminate per capire quando è possibile chiedere la cessazione del disturbo, se non affidandosi al buon senso. Per maggiore chiarezza è possibile però affidarsi all’articolo 844 del Codice civile, secondo il quale il vicino non può impedire immissioni (proprio come i rumori) che non superino la soglia di normale tollerabilità.
Con tollerabilità non si intende il fastidio soggettivo, quanto più il livello oltre il quale la media degli esseri umani ha difficoltà a compiere le normali attività quotidiane. Come applicare questo concetto al rumore provocato dai cani che abbaiano? In generale, la tollerabilità viene superata quando si configura uno di questi casi:
- Il cane abbaia di notte.
- L’abbaio è frequente e incessante.
In questi casi, infatti, è evidente una negligenza del proprietario che con tutta probabilità sta trascurando le necessità del cane, perché se così non fosse l’animale non avrebbe motivo di abbaiare con frequenza. Per non incorrere in sanzioni, il proprietario dovrebbe fare tutto ciò che rientra nelle sue possibilità per limitare i rumori, ad esempio:
- Portare il cane a fare passeggiate più spesso.
- Dargli da mangiare con più frequenza.
- Iniziare un percorso di addestramento.
- Evitare giochi nelle ore di riposo.
Se il proprietario non si curasse di questo aspetto potrebbe incorrere in sanzioni, come il pagamento di un risarcimento dei danni ai vicini. In alcuni casi, inoltre, si può addirittura configurare un reato.
Cosa può fare il vicino per tutelarsi
La tollerabilità e la comprensione hanno un limite umanamente comprensibile e nessuno dovrebbe essere disturbato quando si trova nella propria abitazione, soprattutto durante la notte. Per questo motivo la legge prevede dei metodi per tutelare la quiete, che variano a seconda dell’entità del disturbo.
Essenzialmente, gli strumenti in possesso del proprietario cambiano a seconda che il proprietario del cane debba rispondere di un illecito civile o di un reato. Quest’ultimo si configura soltanto quando l’abbaiare del cane è percepibile da un elevato numero di persone e non soltanto dai vicini più prossimi.
In questo caso il vicino che lo ritiene opportuno può sporgere denuncia alla Polizia, ai Carabinieri o alla procura della Repubblica, accusando il proprietario di disturbo della quiete pubblica. La segnalazione potrebbe intimorire il proprietario e sortire l’effetto sperato ma di per sé non provoca alcun tipo di conseguenza.
Per ottenere un provvedimento legale e vincolante, bisogna infatti procedere con una querela. Anche in questo caso è sufficiente che la dichiarazione provenga da un solo vicino, ma in fase d’indagini saranno raccolte le testimonianze degli altri residenti così da valutare l’effettiva portata del disturbo.
Il giudice poi potrà disporre una serie di provvedimenti, volti alla punizione del proprietario con la detenzione fino a 3 mesi e una sanzione pecuniaria, ossia un’ammenda fino a 309 euro.
Il secondo obiettivo è il ripristino della quiete pubblica. Ad esempio, il proprietario del cane potrebbe essere costretto a frequentare corsi di addestramento o a insonorizzare l’appartamento a proprie spese.
Nei casi più gravi il giudice potrebbe anche optare per il sequestro del cane. Questo si verifica in tutte le situazioni in cui il proprietario non vuole o non può intervenire e dunque c’è il pericolo che il reato si reiteri. È ciò che si verifica quando il proprietario lascia il cane da solo molte ore oppure non adempie a quanto previsto.
Quando l’abbaiare del cane disturba un numero ristretto di persone non è possibile sporgere denuncia, perché non è stato commesso alcun reato ma questo non significa che il vicino ingiustamente disturbato non possa far nulla.
Trattandosi comunque di un illecito civile, è possibile rivolgersi a un avvocato affinché il proprietario riceva una diffida, con la richiesta di interrompere le molestie. In caso di mancato adempimento è poi possibile intraprendere una causa civile, nella quale il giudice stabilirà i provvedimenti necessari in maniera molto simile a quanto avverrebbe con una causa penale.
Se il proprietario non dovesse adempiere alla sentenza, può essere tenuto al pagamento di una penale per ogni giorno di inadempimento. Oltre alla cessazione del disturbo, i vicini possono comunque richiedere anche un risarcimento. Escludendo i danni biologici, inoltre, la Cassazione ha ammesso che il giudice possa apprezzare liberamente l’entità del disturbo, disponendo un risarcimento anche in assenza di prove.
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