Chi compra la patente, cioè senza superare visita ed esami, commette un reato tanto quanto chi la vende. Ecco cosa rischia a seconda dei casi.
La patente di guida è un’autorizzazione amministrativa, rilasciata dallo Stato attraverso l’Ufficio provinciale dipartimento trasporti terrestri (la motorizzazione civile) e le capitanerie di porto e gli uffici circondariali marittimi per la patente nautica. L’ottenimento della licenza di guida è subordinato ai criteri imposti dalla legge, cioè al possesso di determinati requisiti psico-fisici (accertati durante la visita medica anche in caso di rinnovo), alle conoscenze del Codice stradale (o di navigazione) e alla capacità effettiva di guida (testate attraverso la prova teorica e quella pratica).
Anche l’ottenimento della patente non permette di guidare del tutto liberamente, bisogna rispettare i limiti di veicolo e velocità previsti dalla licenza, anche secondo l’età e l’esperienza del guidatore. Norme che non possono essere derogate senza compromettere l’incolumità pubblica e che pongono limiti al rilascio della licenza. Chi ha problemi di salute che ne pregiudichino la possibilità di guidare o non si applica a sufficienza per imparare norme e pratica non può avere la patente.
Forse per questo gli scandali sulle patenti facili sono sempre dietro l’angolo, anche se molti continuano a stupirsi di quante patenti comprate ci siano in circolazione. Per patente comprata si intende ovviamente una licenza di guida non conseguita regolarmente attraverso le prove previste dalla legge, ma ottenuta dietro pagamento (anche da soggetti non autorizzati al rilascio). La vendita di patenti è senza dubbio illegale, ma anche comprarle non è da meno, indipendentemente dal coinvolgimento in eventuali incidenti. Ecco cosa si rischia.
Cosa rischia chi compra la patente
Comprare la patente è un reato, a prescindere dal tipo di licenza (patente A, patente B, patente C, patente nautica e così via). In particolare, sono due i reati che interessano chi acquista una patente per aggirare l’ostacolo dei test: la corruzione e l’uso di atto di falso.
Commette corruzione chi acquista la patente da un funzionario legittimato al rilascio della licenza di guida, che però non segue le procedure previste dalla legge per l’ottenimento della patente, ad esempio senza fare alcun esame, senza sottoporsi alla visita medica, eseguendo il test con facilitazioni.
Il reato di corruzione è individuato dall’articolo 318 del Codice penale, che punisce con la reclusione da 3 a 8 anni chi promette o dà utili a un pubblico ufficiale per ottenere un vantaggio ingiusto, ossia contrario alla legge. Alla stessa pena soggiace il pubblico ufficiale che accetta la ricompensa per favorire il soggetto.
Capita anche che la compravendita di patenti sia gestita da soggetti privati o comunque non pubblici ufficiali, che quindi non avrebbero in nessun caso l’autorizzazione a rilasciare licenze di guida. Chi compra la patente presso uno di questi soggetti non commette corruzione, non trattandosi di pubblico ufficiale, ma è punibile per l’utilizzo di una patente falsa.
In particolare, l’articolo 389 del Codice penale definisce il reato di uso di atto falso con la reclusione da 8 mesi a 4 anni. Senza dimenticare, poi, le conseguenze in caso di eventuale incidente stradale. Guidare con una patente falsa significa deliberatamente mettere in pericolo sé e gli altri, perlomeno in linea generale, un parametro di cui si tiene conto nella determinazione delle pene per reati come l’omicidio e le lesioni, seppur in caso di sinistro.
Chi compra la patente di guida è esente da conseguenze soltanto se riesce a dimostrare di aver agito in buona fede, cioè credendo di aver conseguito legittimamente una licenza vera, in relazione alle modalità di una truffa subita, per esempio, o particolari condizioni che ne abbiano limitato la capacità di discernimento.
Chi vende una patente di guida e non è un pubblico ufficiale, facendo credere all’acquirente che sia idonea, commette infatti il reato di truffa. Altrimenti, si potrebbe presupporre una complicità dei soggetti in reati come la contraffazione.
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