Cosa rischia chi investe una persona dal punto di vista penale? Ecco cosa stabilisce la legge a seconda delle conseguenze riportate dalla vittima.
In auto gli incidenti possono capitare ma di certo hanno conseguenze, non solo a livello di salute ma anche penali. Le conseguenze più gravi, di solito, vengono subite dai pedoni, i quali non hanno alcun tipo di protezione esterna a ripararli dagli urti. Oltretutto i sinistri stradali che coinvolgono i pedoni, sia sulle strisce che in attraversamenti improvvisati, sono moltissimi. Cosa rischia quindi chi investe una persona e quando l’incidente diventa un reato?
Quando è reato il sinistro stradale
Quando si parla di incidenti stradali, spesso si confondono la colpa e l’intenzionalità con il comportamento penalmente rilevante. Di certo chi causa un sinistro stradale senza averlo fatto di proposito non è sottoposto alla stessa disciplina di chi lo causa volontariamente, ma quando l’incidente ha conseguenze serie sulla salute delle persone c’è sempre un reato. Dalle conseguenze dipende la disciplina, pertanto non è sempre detto che l’automobilista possa essere imputabile, anche se si tratterebbe comunque di eccezioni.
Nel caso migliore si tratta di lesioni stradali, mentre se la vittima malcapitata muore si può arrivare all’ipotesi di omicidio stradale. Questi reati contengono la denominazione specifica “stradale” proprio perché la normativa deve tener conto della situazione in cui si verificano. In ogni caso bisogna sapere che si presuppone sempre la responsabilità degli automobilisti, pertanto se la persona investita era sulle strisce o meno non è rilevante ai fini legali.
Cosa rischia chi investe una persona: lesioni personali stradali
Chi investe una persona rischia l’accusa per lesioni personali stradali, un reato punito con la reclusione:
- Da 3 mesi a 1 anno per le lesioni gravi.
- Da 1 anno a 3 anni per le lesioni gravissime.
Bisogna quindi valutare l’entità che ha avuto l’impatto sulla persona investita, ma il criterio per diversificare la gravità delle lesioni è oggettivo. In particolare, le lesioni sono gravi quando:
- Provocano una malattia che mette in pericolo la vita della vittima.
- Provocano una malattia o un’incapacità che impedisce lo svolgimento delle attività ordinarie per almeno 40 giorni.
- Provocano l’indebolimento permanente di un senso oppure di un organo.
Invece, le lesioni stradali sono considerate gravissime quando:
- Provocano una malattia certamente o probabilmente non sanabile.
- Causano la perdita di un senso.
- Causano la perdita di un organo, di un arto (anche come conseguenza di una necessaria amputazione).
- Provocano la perdita della capacità di procreare o grave difficoltà di parola.
La pena stabilita può poi essere incrementata dalla presenza di aggravanti, come lo stato d’ebrezza o l’alterazione psico-fisica dovuta all’assunzione di stupefacenti. In questi casi la reclusione sale a:
- Da 3 a 5 anni per le lesioni gravi.
- Da 4 a 7 anni per le lesioni gravissime.
Esistono poi ulteriori aggravanti, rappresentate principalmente dal mancato rispetto del Codice della strada. In ogni caso le lesioni gravi e gravissime sono procedibili d’ufficio, mentre quelle lievissime prevedono la querela di parte. Le lesioni personali stradali, oltretutto, possono comportare anche la revoca della patente come sanzione accessoria.
Quando si parla di omicidio stradale
Si parla di omicidio stradale quando la persona che è stata investita muore a causa dell’incidente ma quest’ultimo non è stato volontario. Si tratta fondamentalmente di un omicidio colposo dovuto alla violazione del Codice della strada, punito con la reclusione da 2 anni a 7 anni. La pena aumenta alla reclusione da 8 a 12 anni in caso di stato d’ebbrezza, ma anche in questo caso vi sono ulteriori aggravanti previste, come la guida contromano.
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