Cosa sono le obbligazioni e come funzionano concretamente

Violetta Silvestri - Claudia Cervi

14/10/2024

Obbligazioni: cosa sono e come funzionano questi strumenti finanziari usati da enti pubblici e società? La guida completa sui tipi di bond esistenti e sulle loro caratteristiche.

Cosa sono le obbligazioni e come funzionano concretamente

Le obbligazioni sono strumenti finanziari utilizzati da enti governativi e da società private per reperire liquidità.

Questi titoli di debito vengono emessi e venduti dallo Stato o da soggetti privati con lo scopo di ottenere capitali. Per chi li acquista si tratta di un investimento, poiché ha diritto al rimborso del capitale a scadenza, maggiorato degli interessi maturati e pagati tramite la cosiddetta cedola.

Per conoscere nel dettaglio cosa sono le obbligazioni, come funzionano, quante tipologie esistono sul mercato e quali sono i rischi a esse associati, di seguito potete leggere una semplice guida sul tema.

Obbligazioni: significato e definizione

Per obbligazione si intende un titolo di debito che un emittente, istituzionale come lo Stato o privato come una società, lancia sul mercato finanziario specifico affinché trovi acquirenti.

Attraverso la vendita di questi titoli gli enti riescono a ottenere capitali.

Le obbligazioni sono anche definite uno degli investimenti più sicuri per chi compra e per il quale il titolo è di credito. L’acquirente, infatti, riceve il rimborso dell’obbligazione maggiorato dal pagamento di interessi.

L’obbligazione, in sostanza, genera un rendimento, ovvero un profitto che l’acquirente ottiene dal titolo.

La regola generale risponde all’equazione secondo la quale un maggiore rendimento promesso equivale a un titolo con un rischio più elevato er chi lo possiede.

L’emissione e l’acquisto avvengono nel mercato obbligazionario, diviso in primario - dove viene emesso il nuovo titolo - e in secondario dove si può effettuare la compravendita delle obbligazioni.

Obbligazioni, bond e titoli sono la stessa cosa? La spiegazione dei termini

Parlare di obbligazioni, bond e titoli in realtà significa intendere la stessa cosa.

Nel vocabolario finanziario italiano, infatti, i tre termini sono utilizzati come sinonimi. Nello specifico, obbligazione è il nome generico con il quale indicare il titolo di debito emesso da una società o da un’istituzione.

Bond è semplicemente il corrispendente in inglese e per titolo si intende un modo molto ampio lo strumento finanziario che rappresneta un investimento. Per rispondere alla domanda su cosa sono i bond, quindi, basterà utilizzare le informazioni sulle obbligazioni poiché si equivlgono.

A sua volta, tutte le obbligazioni sono titoli, con la specifica di Stato se sono emessi dall’ente statale.

Come funzionano le obbligazioni

Per capire come funzionano le obbligzioni e quale meccaanismo si instaura con la loro emissione può essere utile il seguente esempio:

  • un’azienda intende finanziarsi tramite l’emissione di un’obbligazione, che risulterà più conveniente di altri prestititi poiché ha un interesse minore a quello offerto dal tradizionale finanziamento bancario;
  • il risparmiatore è incentivato ad acquistare l’obbligazione perché da essa può ottenere un rendimento più alto rispetto alla media del tasso offerto da altri investimenti in liquidità;
  • il risparmiatore può rivendere l’obbligazione sul mercato secondario oppure attendere la scadenza per ricevere il valore nominale del titolo, incassando un interesse periodico per tutta la durata del bond.

A sua volta, ogni obbligazione presenta queste caratteristiche:

  • scadenza: è la data entro la quale il debitore (Stato o società) deve rimborsare il capitale ricevuto;
  • emittente: soggetto che emette l’obbligazione, ovvero lo Stato, la società o l’ente che contrae un debito tramite l’emissione di obbligazioni;
  • cedola (o coupon): è l’interesse che l’emittente paga ai propri debitori, detti anche obbligazionisti. La cedola può essere fissa o variabile nel tempo (condizionata all’andamento di un indice o di un tasso). Piccola curiosità: il rendimento delle obbligazioni viene chiamato cedola perché agli inizi le primissime obbligazioni erano cartacee e avevano una cedola che veniva staccata dall’acquirente e presentata presso una banca per richiedere il pagamento degli interessi spettanti;
  • prezzo di sottoscrizione: il capitale pagato al momento dell’acquisto di un’obbligazione;
  • valore nominale: il capitale al netto degli interessi maturati che viene rimborsato dall’emittente al momento della scadenza dell’obbligazione;
  • tipologia di emissione: le obbligazioni possono essere emesse alla pari, quando il prezzo pagato per acquistare l’obbligazione è lo stesso del valore nominale (ossia il capitale rimborsato a scadenza) al netto degli interessi; sotto la pari, quando il prezzo di sottoscrizione è inferiore al valore nominale al netto degli interessi. Questo accade per esempio per i BOT.

Tipi di obbligazioni: ecco le più comuni

Le obbligazioni possono essere distinte in tre principali tipologie in base all’emittente:

  • titoli di Stato: obbligazioni emesse da uno Stato per finanziare il proprio debito in cambio del pagamento di interessi. In Italia BTP e i BOT rientrano in questa categoria;
  • obbligazioni societarie (corporate bond): obbligazioni societarie emesse dalle aziende;
  • obbligazioni sovranazionali: titoli di debito i cui emittenti sono organismi internazionali (come la Banca Mondiale o la Banca europea degli investimenti)

I titoli obbligazionari si suddividono generalmente in ordinari e strutturati.

Le obbligazioni ordinarie possono essere a tasso fisso (con cedole predeterminate) e a tasso variabile (con interessi che variano in base al mercato).

Le obbligazioni strutturate sono quelle che prevedono anche un contratto derivato. Secondo quest’ultimo la remunerazione dell’investitore dipende dall’andamento di uno o più parametri finanziari come, per esempio, gli indici azionari.

In base alle caratteristiche specifiche dei titoli, le obbligazioni possono suddividersi in queste altre tipologie:

  • obbligazioni indicizzate le cedole di questa tipologia di obbligazioni sono legate all’andamento di un sottostante. Ne sono un esempio:
    • le obbligazioni inflation linked, legate al tasso di inflazione,
    • le obbligazioni CMS linked, con flusso cedolare calcolato in base all’andamento dei tassi a medio e lungo termine (Interest Rate Swap)
  • obbligazioni zero coupon (senza cedola): bond che non prevedono il pagamento della cedola ma per cui il prezzo di emissione è inferiore al valore nominale, così da comportare comunque un rendimento (obbligazioni sotto la pari);
  • obbligazioni a cedola fissa: la tipologia di obbligazione più diffusa in assoluto, un bond che paga un interesse fisso a cadenza prefissata;
  • obbligazioni convertibili: titoli che l’emittente può convertire (trasformare) in azioni;
  • obbligazioni cum warrant: corrisponde alla tipologia di obbligazione convertibile ma il diritto alla conversione da obbligazione ad azione è separabile e negoziabile sul mercato;
  • covered bond: obbligazioni bancarie garantite da una parte dell’attivo patrimoniale dell’emittente. Hanno un basso profilo di rischio ed elevata liquidità.

Come si muove il prezzo di un’obbligazione?

Le obbligazioni sono oggi il principale strumento di finanziamento a disposizione di Stati o società e, nel corso tempo, si sono trasformate in strumenti finanziari via via più complessi. Le obbligazioni sono dei titoli di credito (un tempo, cartacei e anche di grandi dimensioni!) emessi da un soggetto debitore e sottoscritti da un soggetto creditore nell’ambito di un vero e proprio contratto legale. L’obbligazione deve necessariamente riportare alcuni dati «anagrafici» fondamentali, che sono la data di emissione, la data di scadenza, il valore nominale e il tasso di interesse annuo.

La differenza tra la data di scadenza e la data di emissione equivale alla durata del prestito. All’emissione, il debitore riceverà il nominale, mentre alla scadenza il creditore riceverà il nominale accresciuto degli interessi maturati sul prestito. Gli interessi possono essere pagati a scadenza in un’unica soluzione oppure essere dilazionati nel tempo mediante pagamenti periodici, le cosiddette cedole.

Il prezzo di un’obbligazione può essere diverso dal suo valore nominale, che si fissa convenzionalmente come pari al valore di 100 euro. Se al momento dell’emissione il prezzo è pari al valore nominale del titolo, si dice che l’obbligazione è emessa alla pari. Se il prezzo è superiore a 100, l’obbligazione è detta sopra la pari, in caso contrario sarà sotto la pari.

Il prezzo di un’obbligazione dipende dal tasso di interesse di mercato, con il quale ha una relazione inversa, dalla durata dell’investimento, dal valore nominale e dal tasso cedolare determinato al momento dell’acquisto. Per calcolare il prezzo di un bond è necessario attualizzare il suo valore nominale e le eventuali cedole e dunque stabilire la cifra che è necessario impiegare oggi per ottenere le cedole e poi il valore nominale alla scadenza del titolo.
Nel caso più semplice di un titolo zero-coupon (cioè, senza cedole) il prezzo sarà calcolato come segue:

P=VN/(1+i)t

Dove VN è il valore nominale (posto pari a 100), i è il tasso di interesse di mercato e t è la scadenza in anni. In pratica, questa formula consente di calcolare la cifra che dobbiamo prestare oggi per ottenere 100 euro tra t anni con le condizioni di mercato descritte dal tasso i.

Nel caso di un titolo che paga cedole periodiche, la formula di attualizzazione dovrà tenere conto anche del tasso cedolare.

I rischi delle obbligazioni

Investire in obbligazioni è in generale sicuro, ma questi titoli non sono del tutto privi di rischi. Ce ne sono almeno 4 da conoscere:

  • rischio dell’emittente, ossia il rischio che l’emittente non onori i propri impegni e non paghi una cedola o non rimborsi il capitale a scadenza;
  • rischio di liquidità, per i prodotti non quotati su un mercato ufficiale come il MOT o l’EuroTLX;
  • rischio di cambio, nel caso di acquisto di obbligazioni emesse in valuta diversa dall’euro;
  • rischio di tasso, un aumento dei tassi di interesse farà diminuire il valore delle obbligazioni

Il valore, e quindi il rendimento, di un’obbligazione - ma anche il suo grado di rischio - sono strettamente correlate al rating.

Con questo termine si intende il giudizio che le agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, tra le principali) danno dopo aver valutato il grado di rischio nel sottoscrivere tale titolo.

Il rating sulle obbligazioni va da AAA, il grado massimo che esprime la migliore qualità e sicurezza del titolo, a D, giudizio che indica un bond molto pericoloso poiché difficilmente rimborsabile da parte dell’emittente al momento della scadenza.

Come anticipato, il grado di rischio si ripercuote direttamente sul rendimento delle obbligazioni e quindi sul profitto che l’investitore può avere investendo in bond.

Più un’obbligazione è rischiosa, più il rendimento è alto così da attrarre comunque investitori, nonostante la possibilità che il capitale investito non venga rimborsato a scadenza.

Interessi e commissioni: i costi da sostenere

Le obbligazioni in Italia sono soggette a tassazione e questo significa che chi le compra ha un costo da sostenere.

Nello specifico, cedole e plusvalenze (differenza di prezzo tra acquisto e vendita) hanno un regime fiscale del 26%.

I titoli di Stato godono di un’aliquota più bassa, al 12,5%. La stessa tassazione ridotta spetta anche a obbligazioni emesse da comuni, province e regioni, da organismi internazionali da Stati eseteri e daai titoli compresi nella specificia white list.

Gli interessi da pagare a chi acquista il titolo obbligazionario, il cosiddetto stacco dellaa cedola, è invece il costo sostenuto da chi emette un’obbligazione. Solitamente avviene ogni semestre o ogni trimestre.

Perché investire in obbligazioni?

L’investimento in obbligazioni è il più diffuso tra i risparmiatori poiché presenta gradi di rischio assai minori rispetto alle azioni o ad altri strumenti finanziari. Gli investitori che desiderano impegnare anche somme non molto consistenti in titoli obbligazionari, solitamente investono anche poche migliaia di euro in titoli di Stato. I Btp italiani, per esempio, sono molto amati tra i piccoli risparmiatori poiché consentono di ottenere cedole interessanti con la garanzia che lo Stato italiano pagherà.

Ma, in linea di massima, un investitore può decidere di inserire obbligazioni nel proprio portafoglio per svariati motivi. Ecco i principali:

  • generare reddito: le obbligazioni offrono una fonte di rendimento certa rappresentata dalle cedole, che sono pagate periodicamente. Il reddito che deriva dalle cedole può essere utilizzato per ulteriori investimenti ed è normalmente più elevato e più certo rispetto a quello offerto dai dividendi delle azioni;
  • proteggere il capitale: il valore nominale delle obbligazioni sarà restituito a scadenza e questa, a meno di non investire in junk bond, dovrebbe essere una certezza;
  • far apprezzare il proprio capitale: ad esempio, approfittando di un aumento del prezzo delle obbligazioni presenti nel proprio portafoglio per venderle sul mercato secondario;
  • proteggersi dai rischi del mercato: in caso di un deterioramento del contesto economico e finanziario, l’investimento in obbligazioni può risultare un porto più sicuro rispetto all’investimento in azioni.

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