Ho rischiato di perdere 650 euro per risparmiarne appena 100: così un truffatore mi stava convincendo ad acquistare una piscina fuori terra dal suo sito poco affidabile.
I truffatori sfruttano le tendenze del periodo per arricchirsi. Ad esempio, se in estate è facile imbattersi in una truffa sull’acquisto di pellet, in questo periodo a essere attenzionate sono le piscine fuori terra.
Molte famiglie che hanno spazio esterno ma non vogliono investire in una piscina interrata, in questo periodo si mettono alla ricerca di una piscina fuori terra, più pratica in quanto non richiede permessi a costruire e soprattutto più economica.
Io ero tra queste e non avendo alcuna fretta mi sono preso tutto il tempo per valutare il modello che più si adatta alle mie esigenze, sia di spazio che di portafoglio. Dopo averlo individuato ho cercato ovviamente il miglior prezzo, che dopo un controllo attento è risultato essere di 699 euro, in offerta presso una famosa catena di prodotti per la casa.
Improvvisamente, nel giorno in cui sono andato a effettuare l’acquisto ho trovato nell’apposito spazio del motore di ricerca Google dedicato allo shopping la stessa piscina ma a un prezzo più basso di 100 euro.
Ovviamente ha catturato la mia attenzione, per quanto comunque mi sono stupito del fatto che il sito Internet che proponeva l’offerta non fosse mai comparso prima di allora mentre in quella giornata era presente con decine di diversi modelli di piscine e altrettanti accessori.
Così ho scoperto che si trattava di una truffa
Per quanto prevenuto, ho cliccato sul prodotto accertandomi che il sito permettesse di pagare con PayPal, a oggi uno dei metodi più sicuri di pagamento in quanto consente facilmente di ottenere un rimborso in caso di merce non consegnata o contraffatta.
Nulla da fare: ed ecco quindi il secondo elemento che ha fatto scattare l’alert su una possibile una truffa.
Tuttavia ho voluto approfondire chiamando direttamente il numero del titolare indicato sul sito, il quale mi ha prontamente risposto dimostrandosi molto ferrato riguardo alle piscine, consigliandomi persino altri e-commerce dove invece il pagamento con PayPal è previsto. Parole confortanti che per un attimo hanno fatto venir meno le mie difese, tanto che mi ha convinto a inserire nel carrello altri accessori come un kit di pulizia e uno skimmer, facendomi invece risparmiare su altri in quanto omaggio della sua ditta.
Quando il conto complessivo era arrivato a 650 euro ci siamo lasciati telefonicamente con la promessa che avrei fatto il bonifico già in giornata per poi inviargli la distinta tramite WhatsApp così che potesse velocizzare la consegna del prodotto.
Insomma, diversamente che dal sito Internet, dalla telefonata non sono emersi altri elementi che hanno fatto pensare a una truffa. Anzi, quando gli ho detto che la sua voce era confortante lui stesso mi ha detto “Non ti fidare, di solito chi truffa è talmente esperto da far trasparire affidabilità e competenza dalle sue parole”. Psicologia inversa che stava per funzionare.
Prima di effettuare il bonifico però ho effettuato degli ulteriori controlli, partendo dall’indirizzo del magazzino di Firenze indicato nel sito per poi proseguire dalla Partita Iva. In entrambi i casi tutto regolare: l’indirizzo esiste e da un controllo su Google Maps è conforme alla descrizione data per telefono, mentre la Partita Iva risulta aperta dal 2016 (dal sito dell’Agenzia delle Entrate). Così come online non c’erano recensioni negative (ma neppure positive) per quel venditore.
A questo punto mi ero convinto ad effettuare il pagamento attraverso bonifico, per quanto continuavo ad avere il sentore riguardo alla possibilità che si trattasse di una truffa. Fortunatamente però proprio al momento del pagamento sono emersi ulteriori segnali che non mi hanno lasciato alcun dubbio a riguardo.
Nell’inserire l’Iban, infatti, è emerso che si trattava di una PostPay intestata a una persona differente da quella con cui ho parlato per telefono. Allorché gli ho riscritto per avere chiarimenti, ricevendo risposta che trattandosi di una S.A.S. (Società in accomandita semplice) il conto riferiva all’altro socio.
Allorché mi sono chiesto: una S.A.S. che utilizza PostPay anziché un conto corrente? Una scelta inusuale per una società, non certo per chi tenta una truffa. A questo punto, già convinto di lasciar perdere l’acquisto, ho effettuato un ultimo controllo che ha messo in chiaro le cose: da una verifica del codice Ateco della Partita Iva è risultato riferire al settore “Bar e ristoranti” e operativa in una città del Sud Italia, quindi molto distante dal luogo del magazzino.
Per correttezza ho quindi scritto al venditore dicendogli che ritenendo che si trattava di una truffa preferivo non effettuare l’acquisto; la risposta è stata molto cordiale, con consiglio a effettuare l’acquisto in un altro negozio verificato.
Già il giorno dopo, per quanto non ne avessi certezza, sono aumentate le mie convinzioni riguardo al fatto di aver evitato di perdere 650 euro: nello shopping di Google, infatti, non c’erano più piscine vendute da quel sito.
E nel frattempo sono iniziate ad arrivare anche le prime segnalazioni riguardo a clienti che invece sono caduti nella truffa di quello stesso venditore e che ancora oggi aspettano invano di ricevere la merce, con il sito che nel frattempo è stato messo offline.
A cosa fare attenzione quando si acquista online
Spero che la mia esperienza personale possa essere da insegnamento: quando si effettua un acquisto su un sito online sconosciuto bisogna prestare la massima accortezza e seguire tutti i passaggi che io stesso ho fatto.
Iniziando dal diffidare di chi non accetta PayPal come mezzo di pagamento, verificando poi la Partita Iva con annesso Codice Ateco e cercando eventuali opinioni di altri clienti. Laddove non ce ne fossero, né di positive né di negative, vuol dire che il sito è di nuova costruzione, con tutti i rischi del caso.
I truffatori, infatti, agiscono proprio così: acquistano Partite Iva già esistenti ma ormai inattive da tempo, dopodiché mettono su un sito Internet con ottime possibilità di ottenere posizioni rilevanti nel motore di ricerca e cominciano a vendere a prezzi più bassi (ma non troppo, altrimenti sarebbero sospetti) rispetto alla concorrenza.
Dopodiché fatta una raccolta dei primi pagamenti spariscono, chiudono il sito e ne aprono un altro (spesso con lo stesso layout del primo) con diversa Partita Iva. Il tutto con centinaia di persone truffate, lasciando poche tracce di sé e con scarse possibilità di recuperare l’importo speso.
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