Crisi economica: il peggio arriverà nei prossimi 5 anni

Violetta Silvestri

7 Aprile 2023 - 09:43

Crisi economia mondiale: sale l’allarme e i prossimi 5 anni potrebbero essere i peggiori da almeno trenta anni. Perché il FMI ha dipinto un quadro assai cupo sulle sorti del mondo?

Crisi economica: il peggio arriverà nei prossimi 5 anni

Crisi economica mondiale: cosa dobbiamo aspettarci? I prossimi 5 anni saranno molto difficili secondo il Fondo Monetario Internazionale.

Nello specifico, il FMI ha avvertito che le sue prospettive di crescita globale da qui al 2028 almeno sono le più deboli da oltre 30 anni, esortando le nazioni a evitare la frammentazione economica causata dalle tensioni geopolitiche e ad adottare misure per rafforzare la produttività.

Tanti i motivi di allarme per la stabilità economica e politica del mondo: perché il peggio deve ancora arrivare e i prossimi 5 anni saranno pieni di rischi.

Crisi economica: dove andrà il mondo nei prossimi 5 anni

Il FMI vede l’economia mondiale espandersi di circa il 3% nei prossimi 5 anni, mentre i tassi di interesse più elevati impattano su consumatori e imprese. Questa è la previsione di crescita a medio termine più bassa dal 1990 e inferiore alla media quinquennale del 3,8% degli ultimi 20 anni.

Per il 2023, il Pil globale aumenterà probabilmente di meno del 3%. Ciò è in linea con le stime di gennaio del fondo al 2,9%.

Circa il 90% delle economie avanzate vedrà la crescita rallentare quest’anno, poiché una politica monetaria più restrittiva pesa sulla domanda e rallenta l’attività economica negli Stati Uniti e nell’area dell’euro, ha affermato il FMI. Un rapporto più dettagliato, il World Economic Outlook, sarà pubblicato l’11 aprile.

Alcuni mercati emergenti stanno intanto mostrando forza, in particolare in Asia, con India e Cina che dovrebbero rappresentare la metà dell’espansione globale. Tuttavia, le nazioni a basso reddito sono ostacolate dall’indebolimento della domanda per le loro esportazioni, con la loro crescita del reddito pro capite che rimane al di sotto di quella delle economie emergenti. La povertà e la fame, già aumentate durante la pandemia, potrebbero ancora peggiorare.

Inoltre, è stato confermato un avvertimento non nuovo: la frammentazione del commercio a lungo termine - comprese le restrizioni alla migrazione, ai flussi di capitali e alla cooperazione internazionale - potrebbe ridurre il Pil globale fino al 7% - equivalente alla produzione annua combinata di Germania e Giappone, per un valore di circa 7.000 miliardi di dollari. Le interruzioni del commercio nel settore tecnologia potrebbero causare perdite fino al 12% del Pil per alcuni Paesi.

Perché c’è allarme per l’economia globale: tutti i rischi

Kristalina Georgieva, direttore del FMI, ha spiegato in un discorso a Washington tutti i motivi di forte preoccupazione per la crescita, la stabilità e la prosperità del mondo in questo periodo storico così complesso.

Le sfide da affrontare nel prossimo quinquennio sono difficili. L’invasione russa dell’Ucraina ha peggiorato le già tese relazioni tra Stati Uniti e Cina, ha esacerbato la crisi globale dell’inflazione e sta provocando la fame nel mondo.

“Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, con l’inflazione ancora alta, una robusta ripresa rimane fragile”, ha detto Georgieva nel suo discorso. “Ciò danneggia le prospettive di tutti, specialmente per le persone più vulnerabili e i paesi più vulnerabili”.

Il duro messaggio arriva il giorno dopo che il FMI ha avvertito che la frammentazione geopolitica, guidata dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina, rischia di danneggiare l’economia globale, con investimenti diretti esteri e altri capitali sempre più incanalati verso blocchi di Paesi allineati.

L’escalation di ostilità nei rapporti tra le due maggiori potenze economiche del mondo sta minacciando il sistema di approvvigionamento globale, con Cina e Usa che applicano controlli, dazi, restrizioni a merci e beni cruciali come chip e altri legati alla tecnologia. Così si crea una divisione tra Paesi che danneggerà le forniture mondiali.

Georgieva, infine, ha ripetuto un appello ai membri del FMI per fornire alle nazioni in difficoltà la riduzione del debito e per sostenere i Paesi più poveri che è sono corto di miliardi di dollari.

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