Crollo dell’economia russa, tassi in calo e fallimenti di massa dei centri commerciali

Luna Luciano

03/11/2024

La Russia è in crisi economica: crollano i titoli di Stato, aumentano i tassi d’interesse e falliscono i centri commerciali. Ecco cosa sta accadendo e perché.

Crollo dell’economia russa, tassi in calo e fallimenti di massa dei centri commerciali

La Russia sta affrontando una crisi economica senza precedenti. La causa è una combinazione di fattori che ha portato al crollo dei mercati finanziari, a un aumento dei tassi d’interesse e a una crisi nei centri commerciali. A essere a rischio dunque è la stessa stabilità finanziaria del Paese.

Principale causa della crisi è il conflitto in Ucraina che ha portato a sanzioni economiche da parte dell’Occidente, che a loro volta hanno danneggiato gravemente la stabilità economica russa, spingendo gli investitori a ritirarsi e rendendo il sistema finanziario sempre più isolato.

I segnali di crisi sono evidenti: l’indice dei titoli di Stato russi (RGBI) ha toccato livelli minimi storici e ha portato a un significativo aumento dei costi di finanziamento, rendendo sempre più difficile per il governo ottenere nuovi fondi senza innalzare i tassi d’interesse.

Di fronte a questi livelli record, il settore dei centri commerciali - che rappresenta una parte significativa dell’economia russa - è particolarmente vulnerabile e alcuni centri rischiano addirittura la bancarotta.

Intanto, il Cremlino si affanna a trovare nuovi fondi per sostenere la guerra in Ucraina, con una spesa per la difesa nazionale in aumento. Di seguito tutto quello che serve sapere riguardo la crisi economica russa.

Russia in crisi economica: centri commerciali sull’orlo del fallimento

Il settore dei centri commerciali in Russia è uno dei più colpiti dalla crisi economica in corso. L’Unione dei centri commerciali russi ha stimato che circa la metà delle strutture commerciali del Paese è in lotta con un debito insostenibile, causato in gran parte dai tassi d’interesse variabili contratti negli ultimi anni.

Questa situazione espone numerosi centri commerciali a un rischio concreto di fallimento. Secondo Marina Malakhatko, direttrice di CORE.XP, almeno 200 centri commerciali potrebbero trovarsi in bancarotta entro il 2025, a meno che non vi sia un’inversione di tendenza nell’economia.

Molti proprietari stanno già valutando la vendita dei loro asset per cercare di rientrare dal debito, ma il mercato immobiliare è in stallo a causa della scarsa domanda e delle difficoltà finanziarie che affliggono anche potenziali acquirenti. Inoltre, la Banca centrale russa, nel tentativo di arginare l’inflazione e mantenere la stabilità economica, ha dovuto alzare i tassi di interesse al 21%, un livello che rende ancor più costoso per le aziende il servizio del debito.

La prospettiva di un’ondata di fallimenti nel settore dei centri commerciali minaccia migliaia di posti di lavoro e potrebbe avere un effetto domino sull’economia, andando a colpire non solo il settore immobiliare, ma anche i fornitori, i lavoratori e l’intero sistema dei consumi.

Crolla l’economia russa: ecco perché e quali sono i rischi

Le radici del crollo economico russo risiedono nella combinazione delle sanzioni economiche imposte dall’Occidente e degli alti costi della guerra in Ucraina.

Le sanzioni, iniziate con l’invasione dell’Ucraina, hanno portato a una riduzione drastica dei flussi commerciali e degli investimenti esteri, isolando la Russia dai principali mercati globali e danneggiando il rublo. L’indice dei titoli di Stato russi (RGBI) è sceso ai livelli più bassi dall’inizio delle sanzioni, segnalando una profonda sfiducia degli investitori nel futuro economico del Paese.

L’aumento dei tassi di interesse è un fattore cruciale che ha aggravato il crollo economico. La Banca centrale russa è stata costretta ad alzare i tassi fino al 21% per fronteggiare la crescente inflazione, ma questo aumento ha avuto un impatto devastante sul settore privato. Ancora, la pressione fiscale, che si è intensificata per finanziare le spese militari del governo, contribuisce ulteriormente a limitare le risorse a disposizione del settore privato e aggrava la crisi nel settore commerciale.

Secondo gli analisti occidentali, in assenza di investimenti esteri, la Russia rischia di entrare in un circolo vizioso: per evitare un collasso finanziario, il governo potrebbe decidere di ridurre la spesa pubblica in settori vitali, aggravando la situazione; inoltre, il crollo del RGBI non solo compromette la stabilità finanziaria della Russia, ma allontana il Paese dai mercati globali, isolandolo ancora di più.

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