Decreto accise sul diesel, arrivano aumenti graduali già dal 2025

Nadia Pascale

9 Gennaio 2025 - 10:51

Aumenti in vista per le accise sul diesel, l’aumento graduale si rende necessario al fine di allineare le accise del diesel a quelle sulla benzina. Ecco di quanto aumenta il diesel.

Decreto accise sul diesel, arrivano aumenti graduali già dal 2025

Stabilito il piano di aumento delle accise sul diesel con un decreto già in esame presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Dopo conferme e smentite, arriva il decreto con gli aumenti delle accise sul diesel: un piano pluriennale che prende il via proprio nel 2025.

Nonostante la forte promozione verso la mobilità eco-sostenibile, in Italia il diesel resta ancora una delle scelte preferite, soprattutto sono numerosi gli automobilisti che hanno un diesel e non vogliono abbandonarlo. Scelta che a breve potrebbe essere molto anti-economica, infatti, vi è la necessità dettata dall’UE di allineare le accise del diesel rispetto alla benzina con ripercussioni sull’Iva e un considerevole aumento del prezzo finale.

Ecco perché il Governo sta aumentando le accise sul diesel.

Aumento accise sul diesel per sostenere la svolta green

Non bastano gli incentivi auto sui modelli meno inquinanti, gli italiani continuano a circolare con diesel e benzina. Ha sortito poco effetto anche il divieto di vendita di auto diesel che dovrebbe entrare in vigore dal 2035.

Attualmente le accise sulla benzina valgono 72,8 centesimi al litro, quelle applicate sul diesel 61,7 centesimi. Si tratta di una quota importante del prezzo, per la benzina le imposte (Iva e accise) coprono circa il 60% del prezzo.

Le prime indiscrezioni sull’aumento delle accise sul diesel sono arrivate ad ottobre 2024 all’interno del dossier Tax expenditures (piano del Governo che mira a eliminare gli incentivi fiscali che supportano settori inquinanti), parte dal presupposto che il diesel inquina quanto, se non di più, rispetto alla benzina e non si vede quindi la ratio di questo trattamento di favore.

Tassando entrambi i carburanti allo stesso modo vi potrebbe essere una spinta in più alla svolta green. Proprio per questo vi è la probabilità che il Governo inserisca il diesel tra i Sussidi Ambientalmente Dannosi, SAD e, di conseguenza, aumenti le accise applicate.

La richiesta di pareggiare le accise sui carburanti arriva anche dalla Commissione Europea che ha chiesto ai Paesi membri di svincolare la fiscalità sui carburanti dalle quantità vendute nel quadro degli impegni assunti su Pnrr e transizione ecologica.

Nel riordino delle spese fiscali l’aumento delle accise diesel

Tale aumento è inserito all’interno del Piano Strutturale di Bilancio che prevede il riordino delle spese fiscali con

allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale.

Ora con il decreto in esame presso le Commissioni Bilancio vi è un preciso piano di aumento delle accise. Lo stesso prevede che le accise sul diesel aumentino gradualmente di un centesimo l’anno, mentre le accise sulla benzina allo stesso modo dovrebbero diminuire ogni anno di un centesimo, fino ad arrivare al pareggio delle stesse. Il pareggio delle accise tra diesel e benzina, in base al piano dovrebbe essere raggiunto nel 2030, cioè tra soli 5 anni. I primi effetti dovrebbero vedersi già nel 2025. Naturalmente per chi ha un’auto a benzina si tratta di una buona notizia perché diminuisce il prezzo della benzina.

Aumenti Iva e ripercussioni sui prezzi dei beni di largo consumo

L’aumento delle accise sul diesel avrebbe ulteriori ripercussioni sui prezzi.

Ricordiamo che l’Iva si applica al prezzo comprensivo di accise e ne consegue che con un aumento delle accise aumenta anche l’iva sui carburanti. Proprio per questo l’aumento del prezzo alla pompa potrebbe essere davvero rilevante.
In base a quanto trapela l’aumento non dovrebbe però riguardare il trasporto “pesante”, a partire dagli autocarri con peso minimo di 7,5 tonnellate e motore classe Euro 5 o superiore che continuerebbero a beneficiare del rimborso sull’imposta.

Conseguenze negative non solo per i cittadini, ma anche per le imprese del settore logistico e trasporti con aumenti dei prezzi anche dei beni di prima necessità che viaggiano su gomma.

Le maggiori entrate previste per lo Stato dovrebbero essere usate per il potenziamento delle energie rinnovabili.

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# Accise

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