Con l’arrivo del Governo Draghi, che dovrà occuparsi dell’alto debito pubblico italiano, si è tornato a parlare di patrimoniale. Cosa distingue imposta patrimoniale e prelievo forzoso.
Qual è la differenza fra patrimoniale e prelievo forzoso? Sono ancora in corso le consultazioni per la formazione del Governo Draghi, e già si discute delle misure che l’ex numero uno della BCE vorrà attivare per risolvere una crisi che, oltre che sanitaria, è anche sociale ed economica (all’ombra di un debito pubblico sempre più alto).
Ad ogni crisi, patrimoniale e prelievo forzoso sono termini che riecheggiano nelle aule del potere e nelle case degli italiani. Ma si tratta di due misure diverse l’una dall’altra, e in questo articolo vedremo in cosa consistono e perché è importante distinguerle.
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Cosa è l’imposta patrimoniale
La patrimoniale, come indica lo stesso termine, è un’imposta che viene calcolata sulla base della ricchezza. In realtà, ha dichiarato qualche anno fa la Cgia di Mestre, sono già una quindicina le imposte patrimoniali in Italia, il cui gettito complessivo è di circa 45 miliardi di euro: fra di esse ci sono diritti catastali, Imu, tassa di successione, imposte sulle transazioni finanziarie e sul patrimonio netto delle imprese.
L’imposta patrimoniale colpisce il patrimonio (non il reddito), che consiste in beni mobili (conto corrente, obbligazioni, azioni, titoli di stato, ETF, ETC, certificates, etc) e beni immobili (case, negozi, magazzini), che siano di persone fisiche o giuridiche.
Perché aumentano le probabilità di una patrimoniale
In tempi di lotta alla pandemia, con il Governo che è stato costretto ad aumentare a dismisura la spesa pubblica, si torna a parlare di un’imposta sul patrimonio, un contributo di solidarietà dai più ricchi verso i più poveri.
Chi è contrario afferma che la ricchezza è già soggetta a tasse e imposte, di conseguenza la patrimoniale sarebbe un secondo prelievo fiscale che potrebbe far scappare gli imprenditori all’estero. Chi è a favore parla di uno strumento di giustizia sociale e ricorda che in tempi di crisi la forbice fra redditi alti e bassi si allarga, com’è effettivamente successo in Italia già prima della pandemia.
Qualche tempo fa, è stato presentato un emendamento alla Manovra firmato da Nicola Fratoianni (SI-LeU) e Matteo Orfini (PD) che prevedeva la sostituzione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli con un’imposta variabile sui grandi patrimoni (si andava da uno 0,2% da 500mila euro al 2% su oltre i 50 milioni di euro, più il 3% solo per il 2021 per i paperoni).
L’emendamento è stato bocciato anche per l’avversione dello stesso Partito Democratico, ma si ritiene che un governo più forte potrebbe far passare, eventualmente, la misura. Mario Draghi, comunque, non sembra orientato in tal senso.
Differenza fra patrimoniale e prelievo forzoso
Il prelievo forzoso è, sostanzialmente, un tipo particolare di imposta patrimoniale. Si tratta di un prelievo immediato dai conti correnti dei cittadini, e il suo scopo - a differenza della patrimoniale - non è direttamente quello redistributivo, quanto il reperimento istantaneo di risorse economiche per far fronte a un’emergenza.
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