Accordo fatto, c’è la nuova direttiva Case green, con obblighi per proprietari. Ecco quando occorre ristrutturare, chi è obbligato a installare pannelli fotovoltaici e cosa fare con la caldaia.
Accordo raggiunto sulla direttiva Case green, maggior respiro per i proprietari degli immobili più vecchi grazie a una maggiore centralità degli Stati.
L’incontro del mese di dicembre tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo era molto atteso, soprattutto dai proprietari di casa messi di fronte alla possibilità di essere obbligati a effettuare pesanti ristrutturazioni dei propri immobili, ma già nei mesi scorsi c’erano stati segnali di distensione volti a mitigare gli oneri per i proprietari e dare maggiore centralità agli Stati Membri nella scelta degli immobili da sottoporre a ristrutturazione.
Questo non vuol dire che la nuova direttiva Case green non ponga dei paletti o che non sia assolutamente necessario fare nulla, ma tutto diventa più semplice e meno pressante.
Ecco tutto ciò che è cambiato nella direttiva Case Green e cosa devono fare i proprietari.
I nuovi parametri dell’accordo direttiva Case Green
L’obiettivo della direttiva Case Green, tecnicamente la dicitura giusta è EPBD – Energy Performance of Buildings Directive, è raggiungere la neutralità energetica da immobili entro il 2050, ma come dovrà essere raggiunto questo obiettivo?
Ecco i punti salienti:
- dal 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno essere costruiti con criteri che consentano le emissioni pari a 0 (zero);
- dal 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno avere emissioni pari a 0 (zero).
Questo per i nuovi edifici, mentre per gli edifici già esistenti le misure sono più morbide rispetto alla precedente versione.
In particolare gli Stati Membri dovranno assicurare una riduzione media dei consumi di energia per gli edifici residenziali esistenti pari al 16% entro il 2030.
Entro il 2035 l’obiettivo è la riduzione del 20-22%.
Per gli edifici non residenziali il primo obiettivo intermedio è identico, mentre il secondo deve essere raggiunto entro il 2033 e non entro il 2035.
Avendo come oggetto la riduzione media dei consumi energetici, gli Stati Membri hanno un maggior margine di manovra nel delineare la tipologia di interventi da eseguire per raggiungere l’obiettivo.
Ad esempio, al fine di evitare di gravare troppo sulle tasche degli italiani, il Governo potrebbe anche pensare di operare prima su edifici degli Istituti Autonomi Case Popolari, in questo modo si può ottenere anche una riqualificazione delle zone maggiormente degradate del Paese. Oltre a una riduzione delle bollette per coloro che vi abitano.
Dall’accordo però emerge anche che il 55% degli obiettivi deve essere raggiunto attraverso la riqualificazione degli edifici dalle prestazioni peggiori, quelli che quindi ora sono in classe G e probabilmente anche F.
Ricordiamo che le classi sono (dalla migliore alla peggiore):
- A4 (la migliore);
- A3;
- A2;
- A1;
- B;
- C;
- D;
- E;
- F;
- G.
Il nodo centrale quindi della nuova direttiva Case Green è il passaggio dalla certificazione energetica individuale, agli obiettivi medi per il patrimonio immobiliare di ogni Stato.
Nuova direttiva Case Green, cambia la disciplina per la vendita di caldaie a gas
Nel nuovo accordo raggiunto sono previste misure più blande anche per quanto riguarda la vendita di caldaie a gas. Nella prima stesura il blocco della produzione e vendita delle caldaie a gas doveva partire dal 2035. Nella nuova versione il termine è posticipato al 2040.
A partire dal 2025 gli Stati non potranno però riconoscere incentivi e aiuti per l’installazione di questo tipo di prodotto. È prevista un’unica eccezione, cioè il caso in cui la caldaia a gas sia abbinata a un sistema di produzione di energia verde, quindi sistemi ibridi, ad esempio installazione di pannelli solari o pompe di calore.
Installazione pannelli solari, la nuova disciplina prevista dalla direttiva “Case green”
Cambia anche la disciplina per l’installazione obbligatoria dei pannelli solari.
Sono obbligati in base al nuovo accordo direttiva case green:
- i nuovi edifici;
- edifici pubblici ristrutturati;
- edifici non residenziali ristrutturati.
Sono esclusi dall’obbligo di applicazione di pannelli solari gli edifici residenziali anche se sottoposi a ristrutturazione. Naturalmente applicarli anche senza obbligo può essere una scelta apprezzabile e che consente di risparmiare sulla bolletta energetica.
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Esenzioni direttiva Case green
Anche nella nuova versione della direttiva Case green gli Stati Membri possono escludere alcuni edifici dall’obbligo di adeguarsi alla nuova normativa. Gli Stati possono scegliere di escludere:
- edifici vincolati e protetti;
- edifici storici, cioè edifici ufficialmente protetti in virtù dell’appartenenza a determinate aree o del loro particolare valore architettonico o storico;
- seconde case utilizzate per le vacanze per un periodo inferiore a 4 mesi nell’arco dell’anno;
- edifici temporanei.
La nuova direttiva Case green è legge?
Sicuramente molti proprietari a questo punto si chiedono se la nuova direttiva sull’adeguamento energetico degli immobili sia già in vigore. La risposta è No, anche se l’accordo può essere considerato un passo molto importante.
Il nuovo accordo dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
Resta ancora da definire il piano economico di aiuti che dovrebbe essere messo a punto dall’Unione Europea al fine di aiutare gli Stati a fornire incentivi alla ristrutturazione, si è parlato in passato di un Superbonus europeo.
Per confrontare la precedente versione e, quindi, gli aggiustamenti che sono stati fatti in mesi di trattative in cui l’Italia ha assunto un ruolo centrale, si può leggere l’articolo Case Green 2023, la guida completa di attuazione e normativa
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