Discoteche e sale da ballo resteranno chiuse fino a metà agosto. La riapertura è troppo rischiosa e potrebbe favorire nuovi contagi.
Niente apertura delle discoteche, nemmeno di quelle all’aperto. Chi sperava nel mese di agosto di poter andare a ballare dovrà aspettare ancora po’: riaprire in questo momento sarebbe irresponsabile e potrebbe vanificare i sacrifici fatti negli scorsi mesi.
Il Governo sceglie la via della prudenza, come era prevedibile dopo la proroga dello stato di emergenza.
La riapertura delle discoteche, ed anche di fiere, sagre e convegni, slitta ancora una volta per altri 10 giorni: Conte ha deciso di prorogare ulteriormente il DPCM del 14 luglio, in scadenza proprio oggi. Sale da ballo e discoteche potrebbero essere aperte al pubblico a metà agosto, ma con regole molto severe.
Discoteche ancora chiuse: possibile riapertura il 10 agosto
Il Governo ha smentito le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi secondo le quali discoteche e sale da ballo avrebbero aperto a partire dal 1° agosto. E invece è quasi certo che Conte sia intenzionato a prorogare il DPCM del 14 luglio dove, tra le altre cose, c’è il divieto di aprire discoteche, sale per fiere e convegni e sagre.
Il premier e il ministro della Salute Roberto Speranza sono d’accordo nel voler scongiurare quanto accaduto in Spagna (dove nelle ultime settimane c’è stato un serio incremento dei contagi) e in Francia: qui, complice la bella stagione, si sono accesi nuovi focolai proprio all’interno di locali notturni e discoteche frequentati dai giovani.
La decisione di posticipare la riapertura delle discoteche scontenta proprietari e gestori dei locali e tutti coloro che lavorano in questo settore, uno dei più danneggiati dall’emergenza sanitaria.
Le cose potrebbero cambiare a partire dal 10 agosto, data indicata dal Governo per valutare qualche libertà in più e nuove riaperture. Ma fino ad allora le misure e i divieti in atto restano in vigore a meno che le Regioni non decidano autonomamente di anticipare la riapertura dei locali notturni, come avvenuto ad esempio in Lombardia.
Dove non riaprono le discoteche
Per il momento non è possibile sapere quali Regioni decideranno di seguire i dettami di un eventuale proroga delle misure restrittive che potrebbero venir imposte dal nuovo DPCM, ma è ipotizzabile che le Regioni che per il momento hanno seguito le direttive ministeriali continuino a farlo. È il caso della Sardegna, che nonostante sia una delle regioni che attira più turisti durante la bella stagione ha deciso di non riaprire le discoteche, ma anche l’Umbria.
In linea di massima quasi tutte le Regioni però hanno dato il via libera per la riapertura delle discoteche e delle sale da ballo all’aperto rispettando alcune normative. Nella fattispecie la Sicilia è stata la prima regione a riaprire le discoteche lo scorso 8 giugno. Alla lista si sono poi aggiunte lentamente altre Regioni come il Lazio che ha permesso la riapertura delle discoteche da lunedì 15 giugno, ma solo per la ristorazione e gli spettacoli dal vivo, mentre per ballare si è dovuto aspettare il 1 luglio, con l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza e permettendo l’ingresso a 1000 partecipanti se all’aperto e 200 se il locale è chiuso. Anche in Toscana e in Puglia il ballo è consentito, ma solo negli spazi aperti. Anche in Campania le discoteche riaprono, ma con il divieto di ballare, così come in Emilia Romagna.
Discoteche all’aperto: le regole da seguire
La riapertura delle discoteche quindi potrebbe dover aspettare ancora un paio di settimane, sebbene in molte Regioni sia già concesso ballare, almeno all’aperto. I vari governatori delle Regioni, come ribadito dal ministro della Salute Speranza, hanno la facoltà di prendere decisioni a livello locale sull’argomento:
“Se le Regioni decideranno di farlo autonomamente, possono eliminare le restrizioni ma dovranno assumersene le responsabilità”.
In linea di massima è consentito ballare solamente all’aperto, come in terrazze, giardini o stabilimenti balneari, il personale, così come i clienti, dovrà indossare la mascherina e gli ingressi dovranno essere limitati in base alla superficie del locale, in modo tale da permettere il distanziamento sociale ed evitare assembramenti. Viene incoraggiata anche la prenotazione online, e resterà l’obbligo di fornire in propri dati, che i gestori dovranno conservare per almeno 14 giorni, in modo da poterli utilizzare qualora ce ne fosse la necessità. Potrà essere misurata anche la temperatura all’ingresso, che sarà interdetto a coloro che hanno una temperatura superiore ai 37,5 gradi.
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