Le tensioni internazionali sono sempre più gravi e tutto ruota intorno alla difesa. Ora due Paesi europei potrebbero uscire da uno storico accordo con gli Stati Uniti.
I rapporti internazionali sono sempre più instabili e le tensioni con Washington stanno compromettendo molti degli equilibri che hanno caratterizzato le dinamiche tra le potenze. La situazione non pare affatto destinata a migliorare nel breve periodo, con oggi due paesi dell’Unione europea pronti a uscire da uno storico con gli Stati Uniti. L’acquisto dei jet da combattimento F-35 comincia a sembrare rischioso per Portogallo e Germania, come pure per il Canada, incerti a causa del comportamento inaffidabile dell’alleato statunitense. Mentre Berlino è ancora incerta, seppur desiderosa di arginare la dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti, da Lisbona arriva una chiusura netta.
Sono troppe le paure sulle future strategie degli Usa per correre il rischio, timori incalzati dalle recenti dichiarazioni di Donald Trump. Il tycoon insiste sull’annessione della Groenlandia, non perdendo l’occasione nemmeno per lanciare inquietanti presagi al Canada, sognando apertamente un futuro a stelle e strisce per entrambi i Paesi. L’utilità dal punto di vista strategico è indubbia, così come è chiaro il desiderio di indipendenza di entrambe le nazioni, pronte a difendere la propria autonomia rispettando il desiderio dei cittadini. In questo contesto, limitare la sfera di controllo americana appare come un atto dovuto, soprattutto quando tutto il mondo è chiamato a ottimizzare le proprie capacità di difesa.
Il direttore generale della società di consulenza aerospaziale AeroDynamic Advisory, Richard Aboulafia, è intervenuto pubblicamente in seguito allo scoppio delle polemiche per ricordare la base dei patti sulla fornitura di jet F-35: un solido vincolo fiduciario. È chiaro che le recenti dinamiche messe in atto dagli Stati Uniti, anche guardando allo scenario Nato, rappresentano un punto di rottura non indifferente. La dipendenza non è sostenibile con il rischio, oggi del tutto imprevedibile, che il governo di Washington mini l’accesso agli aggiornamenti software e ai pezzi di ricambio necessari per la piena operatività dei mezzi.
I Paesi Ue pronti a rompere l’accordo storico con gli Stati Uniti
Il Portogallo si appresta a cambiare i piani di acquisto degli F-35, l’aereo da caccia più avanzato al mondo, non senza disagi. Il caccia di quinta generazione è ormai centrale per tutte le forze armate occidentali e sostituirlo non pare certo cosa semplice, sia perché si tratta del mezzo militare più all’avanguardia disponibile, sia perché la produzione non è nemmeno lontanamente paragonabile con quella di possibili sostituti. I caccia europei di quarta generazione restano prodotti assolutamente validi e competitivi, ma ancora lontani dagli standard raggiunti con il lungo lavoro statunitense.
Ciò non significa che per l’Europa sia impossibile raggiungere e anche superare questi standard, ma è del tutto irrealistico pensare di raggiungere un obiettivo tanto ambizioso rapidamente, anche perché le risorse per la difesa sono un problema non indifferente. Nonostante ciò, le politiche di Washington rendono imperativo un cambio di rotta, per limitare i danni in caso di eventuali conflitti, anche solo dal punto di vista diplomatico. Senza doversi addentrare in ipotesi molto gravi e per lo più improbabili, come il presunto “kill switch” (lo spegnimento da remoto dei velivoli), il totale affidamento agli Stati Uniti per i software e i pezzi di ricambio potrebbe costare molto caro.
Il Canada si prepara quindi ad annullare il massiccio contratto d’acquisto con l’alleato statunitense, guardando prima alle alternative a disposizione per ottimizzare la propria flotta militare. Stesso principio per il Portogallo, che agisce in maniera del tutto coerente con il piano ReArm Europe promosso dall’Unione europea, che mira appunto a riarmare gli Stati comunitari privilegiando i prodotti europei. Un insieme di fattori che fa tentennare anche la Germania, mentre gli altri Stati europei stanno vagliando tutte le alternative a disposizione prima di pronunciarsi. Non demordono invece i Paesi Bassi, che si dicono fiduciosi negli Stati Uniti e desiderosi di continuare il piano di riarmo con gli F-35.
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