Conosciuta come “e-fattura”, lo strumento fa parte della riforma dell’Iva digitale dell’Unione europea. Ecco cos’è e quando potrebbe essere introdotta.
Conosciuta come “e-fattura”, la fattura elettronica europea fa parte della riforma dell’Iva digitale dell’Ue. Durante la riunione dell’Ecofin, luogo in cui si riunisce il Consiglio di «Economia e finanza» composto dai titolari dei ministeri economici dei paesi membri, tenutasi il 17 ottobre 2023 i ministri dell’economia non hanno trovato un accordo sulla e-fattura intra-Ue. Questo è quanto affermato da fonti di Bruxelles. I Paesi membri nel frattempo si domandano quando entrerà in vigore la misura e quali disposizioni conterrà la normativa definitiva. Ecco cosa è la e-fattura e quando potrebbe essere introdotta.
La storia dell’e-fattura
Per comprendere l’e-fattura bisogna risalire ai suoi scopi e principi. Il giorno 8 dicembre 2022 la Commissione europea presentò la proposta di riforma dell’Iva nell’era digitale (Vida) la quale è formata da tre pilastri. Il primo ha la finalità di introdurre l’obbligo della fatturazione elettronica europea dal 2028 per quanto riguarda le forniture intra-comunitarie. Gli altri due, invece, riguardano la riscossione diretta dell’Iva su affitti brevi e trasporti delle piattaforme online e lo sportello unico di registrazione dell’Iva in Unione europea. Questi ultimi dovrebbero entrare in vigore nel 2025. Tutte le informazioni ottenute dai processi in questione verranno raccolte all’interno del Vies, il sistema per lo scambio di informazioni sull’IVA. Si tratta di un motore di ricerca di cui la Commissione europea è titolare. In questo modo le autorità fiscali saranno a conoscenza di tutti i dati necessari. Infatti per poter effettuare operazioni intracomunitarie i soggetti Iva devono essere inclusi nell’archivio Vies.
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Come funziona e quali sono le tempistiche
In merito al funzionamento della e-fattura questa potrà essere richiesta dagli stati membri assieme alla rendicontazione digitale in conformità con gli standard europei che verranno introdotti con la misura in questione. La Commissione europea stima che la e-fattura potrebbe contribuire all’ingresso di entrate extra di 11 miliardi di euro circa ogni anno di gettito Iva. L’Ue stima anche che i risparmi delle imprese ammonteranno a 4 miliardi di euro ogni anno, questo sarà possibile grazie alle dichiarazioni Iva precompilate e alla semplificazione. Lo strumento potrebbe essere considerato come la modalità da adottare di default rispetto a quella cartacea. In merito alle tempistiche sulla fattura elettronica europea si ipotizza una sua entrata in vigore nel 2030 o 2032 e non la deadline del 2028 proposta dalla Commissione europea. È necessario che i ministri dell’economia dei paesi dell’Unione europea definiscano i dettagli tecnici poiché un progetto di questa portata necessita inevitabilmente di tempo e step introduttivi specialmente per l’adeguamento della normativa IVA.
La necessità dello strumento
Il progresso in ambito tecnologico ha richiesto un mutamento anche al mondo del fisco in ottica di innovazione. A questo proposito la direttiva VAT 2006/ 112/ EC il 28 novembre del 2023 compirà 17 anni e questo è il primo aggiornamento sostanziale che viene messo in atto con l’obiettivo di adattarla al cambiamento. Infatti, come anticipato, è stata avanzata dall’Ue una proposta di revisione della VAT Directive 2006/ 112/ EC chiamandola “VAT in the Digital Age” e pubblicata l’8 dicembre 2022. Inoltre anche il flusso di evasione fiscale registrato durante gli scambi commerciali transfrontalieri ha contribuito ad accelerare i tempi. Si stima che la perdita vada dai 50 ai 70 miliardi di euro all’anno. L’Ue è quindi pronta a digitalizzare sempre di più i processi di transazione. Le stime di Bruxelles, grazie alla riforma del regolamento VAT, prevedono un recupero dell’IVA sul territorio europeo di circa 11 miliardi l’anno ( lo afferma la Commissione Europe durante un momento dedicato a domande e risposte denominato: “Questions and Answers: VAT in the Digital Age”). Un progetto studiato anche in prospettiva della creazione del mercato digitale unico e l’interoperabilità tra stati.
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